- mamarAdmin
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Località : l'isola che non c'è
Torrente del mulino di Caronia
Ven 22 Set 2023 - 17:04
C'è un mulino immerso nel verde, bagnato da un ruscello, in cui poter fare il bagno sia di giorno durante un’escursione o mentre è scesa la notte e le stelle brillano in cielo.
Può sembrare l'inizio di un bel racconto, invece il posto è reale e si trova in Sicilia: è il Mulino di Caronia, nascosto come non mai ma non difficile da raggiungere. Forse per questo riserva una bella sorpresa a chi vi ci si incammina.
Datata 1863, la struttura incastonata nella vallata di Passo del Corvo, in territorio nebroideo, è oggi gestita da un'associazione naturalistica, quella de I Nebrodi, che si impegna a tenerlo aperto per acquatrekking, visite guidate, notti in tenda e arrostite con i sapori del territorio (funghi autunnali fra gli altri).
Siamo all’interno del Parco dei Nebrodi, immenso gioiello verde di Sicilia che conserva al suo interno un’infinità di sentieri e luoghi d’incanto. Ma andiamo a noi e alla nostra escursione.
Uscite dall’autostrada Palermo Messina a Santo Stefano di Camastra, poi dirigetevi in direzione Caronia lungo la Strada Statale 113. Giungerete ad un ponte alla cui destra è facile scorgere il torrente Caronia, la gola e anche i piloni dell’autostrada.
Una piccola trazzera vi condurrà proprio sotto uno dei pilastri. Lasciate pure la macchina e iniziate a camminare a piedi, o, mal che vada contattate i tipi dell’associazione che sono sempre disponibili e cordiali.
A seconda dei periodi troverete una natura cangiante, tratti che richiamano l’alta montagna e altri che fanno pensare, con le loro canne, ai paesaggi tipici delle coltivazioni di tabacco cubane.
Una mezz’oretta prevalentemente in pianura, nulla di più. Poi una rampa e questa minuscola costruzione che sembra voler seguire l’acqua che le scorre accanto.
Era proprio la corrente, sino a qualche decennio fa, ad alimentare la macina a pietra del mulino per la produzione di farina. Ed è lì che lo scorrere dell’acqua, tra le pietre levigate, basta a far dire “mollo tutto e resto qui”.
Se poi è estate ed è anche notte, vi renderete conto di come sembri facile poter toccare una stella con un dito.
Lungo il percorso si incontra una grande varietà di vegetazione erbacea ed arbustiva, in buona parte tipica degli ambienti fluviali (tamerici, oleandri, salici), e della macchia mediterranea (lentisco, ginestra, euforbie) nonchè, più in prossimità del Mulino, anche di tipo arboreo, con presenza di sughera, leccio, roverella e qualche frassino.
Altrettanto interessanti sono le peculiarità geologiche e geomorfologiche osservabili lungo il percorso: lungo i versanti, frequenti sono gli affioramenti rocciosi arenacei e quarzarenitici stratificati, strutture tettoniche e contatti stratigrafici. Lungo l’alveo si hanno invece depositi alluvionali, costituiti da sabbie, ciottoli e blocchi arrotondati anche di grandi dimensioni, a testimonianza dell’incessante azione di modellamento e dell’energia dell’acqua. I depositi terrazzati sono inoltre testimonianza delle variazioni di quota dell’alveo nel corso del tempo.
La millenaria azione erosiva dell’acqua si può apprezzare particolarmente in corrispondenza del Mulino, dove l’acqua ha inciso e modellato i versanti ripidi e rocciosi che costituiscono la gola.
Può sembrare l'inizio di un bel racconto, invece il posto è reale e si trova in Sicilia: è il Mulino di Caronia, nascosto come non mai ma non difficile da raggiungere. Forse per questo riserva una bella sorpresa a chi vi ci si incammina.
Datata 1863, la struttura incastonata nella vallata di Passo del Corvo, in territorio nebroideo, è oggi gestita da un'associazione naturalistica, quella de I Nebrodi, che si impegna a tenerlo aperto per acquatrekking, visite guidate, notti in tenda e arrostite con i sapori del territorio (funghi autunnali fra gli altri).
Siamo all’interno del Parco dei Nebrodi, immenso gioiello verde di Sicilia che conserva al suo interno un’infinità di sentieri e luoghi d’incanto. Ma andiamo a noi e alla nostra escursione.
Uscite dall’autostrada Palermo Messina a Santo Stefano di Camastra, poi dirigetevi in direzione Caronia lungo la Strada Statale 113. Giungerete ad un ponte alla cui destra è facile scorgere il torrente Caronia, la gola e anche i piloni dell’autostrada.
Una piccola trazzera vi condurrà proprio sotto uno dei pilastri. Lasciate pure la macchina e iniziate a camminare a piedi, o, mal che vada contattate i tipi dell’associazione che sono sempre disponibili e cordiali.
A seconda dei periodi troverete una natura cangiante, tratti che richiamano l’alta montagna e altri che fanno pensare, con le loro canne, ai paesaggi tipici delle coltivazioni di tabacco cubane.
Una mezz’oretta prevalentemente in pianura, nulla di più. Poi una rampa e questa minuscola costruzione che sembra voler seguire l’acqua che le scorre accanto.
Era proprio la corrente, sino a qualche decennio fa, ad alimentare la macina a pietra del mulino per la produzione di farina. Ed è lì che lo scorrere dell’acqua, tra le pietre levigate, basta a far dire “mollo tutto e resto qui”.
Se poi è estate ed è anche notte, vi renderete conto di come sembri facile poter toccare una stella con un dito.
Lungo il percorso si incontra una grande varietà di vegetazione erbacea ed arbustiva, in buona parte tipica degli ambienti fluviali (tamerici, oleandri, salici), e della macchia mediterranea (lentisco, ginestra, euforbie) nonchè, più in prossimità del Mulino, anche di tipo arboreo, con presenza di sughera, leccio, roverella e qualche frassino.
Altrettanto interessanti sono le peculiarità geologiche e geomorfologiche osservabili lungo il percorso: lungo i versanti, frequenti sono gli affioramenti rocciosi arenacei e quarzarenitici stratificati, strutture tettoniche e contatti stratigrafici. Lungo l’alveo si hanno invece depositi alluvionali, costituiti da sabbie, ciottoli e blocchi arrotondati anche di grandi dimensioni, a testimonianza dell’incessante azione di modellamento e dell’energia dell’acqua. I depositi terrazzati sono inoltre testimonianza delle variazioni di quota dell’alveo nel corso del tempo.
La millenaria azione erosiva dell’acqua si può apprezzare particolarmente in corrispondenza del Mulino, dove l’acqua ha inciso e modellato i versanti ripidi e rocciosi che costituiscono la gola.
Fonti: balarm.it, inebrodi.it
Fotografie: web
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(Michel Houellebecq)
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