Noi ed il Kintsugi

Noi occidentali abbiamo davvero molto da imparare dalla cultura orientale. Prendiamo ad esempio il Kintsugi, l’arte giapponese che tramite l’uso di un metallo prezioso - che può essere oro o argento liquido o lacca con polvere d’oro - per riunire i pezzi di un oggetto di ceramica rotto, lo riporta a nuova vita. La tecnica consiste nel riunirne i frammenti dandogli un aspetto nuovo attraverso le cicatrici impreziosite. Ogni pezzo riparato diviene unico e irripetibile, per via della casualità con cui la ceramica si frantuma e delle irregolari, ramificate decorazioni che si formano e che vengono esaltate dal metallo.
Questa tecnica che è anche un principio filosofico, può essere applicata anche nei rapporti umani di noi occidentali? Sicuramente rappresenta anche una splendida lezione di vita per chi è solito buttare nella spazzatura ciò che si rompe, nella convinzione che nulla può essere recuperato e che quel legame ormai non ha più alcun valore: imparare ad amare le imperfezioni.
Sarebbe bello vedere rinascere un rapporto a cui tenevamo particolarmente ma a volte, arriva il momento in cui le scelte che facciamo diventano definitive: non per mancanza di buona volontà, ma semplicemente perché non abbiamo più nessun metallo prezioso da utilizzare per poter ricostruire ed anche perché le diverse priorità tendono ad allontanare ancora di più quei soggetti con i quali si è percorso un tratto della propria esistenza, condividendo tanti bei momenti che - per qualcuno - ormai fanno parte della sfera dei ricordi.

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