Il piacere di una passeggiata in compagnia

È universalmente noto che la Sicilia sia un luogo molto ospitale, che la gente sia accogliente, ma questa vicenda supera l'immagine.
Tutto è iniziato con due bei mici neri. Giovani, non più cuccioletti ma non ancora adulti, di un bel nero lucente, con gli occhi verdi. Stanno in un uliveto recintato in cui c'è anche un retriver, chiuso in un recinto perché ha la tendenza di portare via l'anima e poi ci diventano scemi per recuperarlo.

Un giorno, in cui abbiamo deciso di vedere dove portava la stradina qui fuori, i due gatti ci hanno seguito lungo la rete di recinzione. Arrivati in cima, il maschio, più disinvolto, ha trovato un buco ed è passato in strada. Lo abbiamo fatto rientrare e chiuso il buco con una grossa pietra. Un paio di giorni dopo, stessa scena. Ma, arrivati in cima, il buco non c'è più. Il gatto guarda la pietra, si guarda attorno, salta sul muretto di recinzione della casa attigua e...passa da una smagliatura della rete. Lo rimettiamo dentro e tappiamo il passaggio con delle pietre. Ci allontaniamo e...sentiamo un rotolare di pietre quindi, dopo un minuto, il gatto, seguito dalla sorella, in mezzo ai piedi. A questo punto lasciamo stare. I gatti ci seguono per un tratto, poi i cani iniziano ad abbaiare nei giardini e i gatti si fermano. Oltre tutto esce anche un cane. I gatti ripiegano verso il loro uliveto e il cane li guarda, abbaia moderatamente, si volta e ci guarda. Terzo giorno, solita storia, i gatti escono e ci accompagnano. Ma Angelo vuole risolverla e cerca di spaventarli. I gatti scappano e proseguiamo. Se non che, il cane della volta scorsa, che pare dormiente nella sua cuccia, decide di aver voglia di seguirci. Se i gatti lo fanno sempre, la cosa deve essere interessante!

Ora, questa specie di cane vorrebbe essere un beagle, ma, essendo nella terra in cui si mangia bene ed abbondantemente, si è adattato di buon grado, diventando una sorta di mortadella pelosa fornita di quattro gambe, una coda e la faccia da beagle, con due occhioni buoni. Angelo cerca di cacciarlo, ma niente, ha deciso di seguirci. Così dalla stradina passiamo alla provinciale, sempre con cane a seguito. Arrivati alle prime case con cane latrante in giardino, il nostro buon "salsiccia" (come chiamarlo in altro modo?) prende per campi e scompare. E veniamo all'altro ieri. Come usciamo dal cancelletto troviamo la femmina che ci aspetta. Del maschio nessuna traccia. Iniziamo a salire e, dopo poco, sentiamo miagolare. Era in ritardo, ma ecco apparire il maschietto. Arrivati in prossimità della zona cane, ecco che ci viene incontro al piccolo trotto, orecchie al vento ed espressione sorridente. Dopo poco, però, vede i gatti. E qui sorge una questione d'onore canino, tanto più che lui è cane da caccia!
La gatta, più cauta, si ritira dietro una rete di recinzione di un uliveto, il maschio no, prosegue, ma, tallonato da salsiccia, si intrufola in un campo da un'apertura (ai lati della stradella ci sono tutti uliveti cintati). Purtroppo l'apertura è abbastanza larga anche per il cane, che lo segue. Facciamo, a fatica, uscire il cane. Poi convinco anche il gatto e lo prendo in braccio. Il cane ha un'espressione sorniona, sembra che dica "ora ci giochi un po' tu, poi me lo dai, vero?".
Vedo un cancello composto da piccoli quadrati di ferro, da cui può passare un gatto, ma non il cane mortadella. Così faccio entrare il gatto e proseguiamo, cane a seguito. Per il resto, stesso copione della volta prima. Ora, se ci dovesse essere una prossima volta, ci fermeremo a cane e gatti, o si unirà al corteo quel cavallo bianco che ci scrutava dal campo la volta scorsa?

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E la volta dopo, per fortuna, il cavallo ha rinunciato ad aggregarsi alla processione, la gatta si è ritirata, forse stanca delle solite mattane maschili, i soliti gironzoloni perdi tempo. Il gatto, invece, ci segue, o precede, curiosando un po' ovunque.
Mentre mi sto ponendo il problema di cosa fare se questa bestiola volesse continuare anche sulla provinciale, lasciarlo scorrazzare qua e là non è cosa, finirebbe stirato dalle auto o sotto gli zoccoli di qualche cavallo (da qui è facile incrociarene) e portarlo in braccio, pur non essendo una gran fatica non so se lo accetterebbe, questo si infila in un giardino e, ad un certo punto, resta bloccato da una rete di recinzione. Siccome ci stiamo allontanando inizia a miagolare. Sembra dire, aspettatemi, vieni a prendermi che non so come uscire!

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Ma noi niente, tiriamo dritti sapendo che così il micio sarà frustrato, ma, almeno, in salvo.
Questa volta salsiccia ha deciso di accompagnarci fino al cancello di casa. E qui è scoppiato un putiferio, perché all'espressione paciosa e allegra del nostro compagno di cammino, si sono contrapposti i ringhi e i latrati dei due cani di casa, ben intenzionati a ribadire il loro diritto di proprietà sul luogo e su tutto ciò che ad esso appartiene, noi compresi, visto che ormai ci hanno aggiunto all'inventario.

Così al povero salsiccia non resta che ritirarsi e tornare a casa propria.
E questo era l'ultimo giorno in cui saremmo stati qui. Era inizio febbraio 2020.

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Siamo tornati, dopo la tremenda parentesi degli isolamenti per covid.
Ma adesso abbiamo da fare, non c'è tempo per le passeggiate.
Ieri sera, rincasando carica di borse della spesa, in attesa che arrivasse il marito ad aprire il cancelletto e distrarre i cani dalle intenzioni di fuga, vedo una sagoma nera.
Un bel gatto nero mi passa ad un metro. Mi guarda, fa due passi, si ferma e mi riguarda. Altri due passi. Si ferma, si volta e di siede. "Miao, miao, miao!".
È sembra dire "Alla buon'ora, eccovi! Quando andiamo un po' a passeggio?

Illustrazioni: web