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Monte Capodarso dal fiume Imera a monte Sabucina Empty Monte Capodarso dal fiume Imera a monte Sabucina

Mar 27 Dic 2022 - 18:09

Riserva Naturale Orientata Monte Capodarso dal fiume Imera a monte Sabucina

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Nel cuore della Sicilia, a cavallo tra le province di Enna e Caltanissetta e lungo il corso del fiume Imera meridionale, si estende uno dei maggiori polmoni verdi dell'isola, la Riserva Naturale Orientata di Monte Capodarso e Valle dell'Imera meridionale.

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Istituita nel 1999 e affidata in gestione all'Associazione Italia Nostra la riserva ricade nel territorio dei comuni di Pietraperzia, Caltanissetta ed Enna, tra le falde del Monte Capodarso e del Monte Sabucina, coprendo un territorio di ben 1.485,1 ettari. In un contesto archeologico e naturalistico di rara bellezza si fondono vari ecosistemi, miniere di zolfo, zone archeologiche e masserie.

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Gli scenari ( e le difficoltà) offerti spaziano da rilievi quali i monti ai fondovalle pianeggianti lungo il corso dell’Imera o colline nella zona intermedia.

L’escursione prevalentemente naturalistica ha un carnet ricco di cose da esplorare , la vecchia miniera di zolfo (giumentaro e trabonella) , masserie d’epoca (marcato bianco) veri musei a cielo aperto di archeologia industriale .
Il percorso si snoda in un ambiente con una intensa biodiversità presente per flora e fauna snodandosi in una valle stretta ed incassate tra rocce calcaree e solfiti , le acque stesse del fiume , ricche di sali, presentano una flora inconsueta ,più compatibile con aree marine.
Dal punto di vista geologico basti ricordare che tutta l’area oggetto di visita è censita nella rete dei GEOPARK’S per la ricchezza e varietà delle rocce e fossili presenti.
La prima cosa che colpisce chi arriva nella valle è lo stupendo paesaggio che ha come protagonista il fiume Imera che in alcuni tratti, è incassato tra pareti calcaree mentre in altri è circondato da colline che degradano dolcemente. Nel fiume confluiscono le acque di numerosi affluenti, fra i quali i fiumi Morello e Torcicoda.

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L'acqua, a volte, abbandona il suo letto creando dei meandri simili a stagni, dove nidificano molte specie animali. Qui è presente la tipica vegetazione degli ambienti rupestri con essenze tipiche della macchia mediterranea e quella degli habitat acquatici. Ad ovest del fiume si estende il territorio della provincia di Caltanissetta, mentre a est quello della provincia di Enna.
Già negli anni '70 si profilò la necessità di proteggere il corso centrale del fiume dalle speculazioni, dalle cave e dalle cementificazioni di ogni sorta ma nonostante tutto la vallata venne ugualmente deturpata dalla realizzazione dello scorrimento veloce Caltanissetta-Gela.

I magnifici ambienti naturali sono caratterizzati da ampie gorene con meandri e pozze d'acqua fluviale salata, mentre l'altura di Capodarso, di roccia calcarenitica di colore ambrato, ospita cavità carsiche inesplorate delle quali è uno splendido esemplare la 'Grotta delle meraviglie'.

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Come e quando visitarla

Il periodo primaverile è il migliore, quando la natura si sveglia ai primi palpiti di primavera ed il paesaggio della valle si tinge di colori e di profumi antichi che avvolgono il visitatore in una dimensione fuori dal tempo facendolo partecipe del miracolo della rinascita della natura.

La superficie della riserva è di circa 1.485,12 ha, suddivisa in 679,79 ha di riserva naturale (zona A) e 805,33 ha di pre-riserva (zona B). L’altezza massima è costituita dalla cresta del Monte Capodarso (m.795), la quota più bassa si trova alle falde della Puntura Ncantata (m.231).

La peculiarità della riserva è reppresentata dalla varietà delle emergenze presenti nel territorio: le zone archeologiche, le masserie e l’archeologia industriale, quest’ultima, ben rappresentata dalle miniere di zolfo (Trabonella e Giummentaro) e di sali potassici (Pasquasia), che costituiscono un vero “ museo laboratorio” di interessere culturale,storico e scientifico.

Dette emergenze sono intimamente coese da una cultura comunale che affonda le radici nella civiltà contadina ancora presente e viva e, più recentemente, in quella breve epopea dell’estrazione dello zolfo, dalla seconda metà dell’800 alla prima metà dell’900, con tutti gli aspetti postivi ed a volte tragici con tutti gli aspetti positivi ed a volte tragici che costituiscono un patrimonio storico nisseno da difendere e valorizzare.

Il territorio compreso nella riserva, in tempi remoti, fu sede di deposizione di sali in seguito all’isolamento del bacino del Mediterraneo dall’Oceano Atlantico.

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Il rarissimo fenomeno è rappresentato dalla Serie Evaporitica o Gessoso-Solfifera costituita da strati di carbone di calcio (Calcare di Base), dalla successiva deposizione dei solfati di calci (Gessi) che, per riduzione chimica, hanno originato il calcare zolfifero e infine dei Sali sodici, magnesiaci e potassici.

È presente la formazione litologica (Tripoli), risalente al Messiniano superiore, costituita dalla deposizione di microrganismi a guscio silicio (Diatomee) che hanno dato origine a rocce tener al cui interno si possono trovare resti di interi pesci preistorici. Alcuni di questi fossili significativi, si trovano presso il ricco Museo Mineralogico dell’ Istituto Tecnico Minerario “S.Mottura” di Caltanissetta.

Le emergenze archeologiche di Sabucina, Gibil Habib e Capodarso, quest’ultima nella perimetrazione della riserva, attestano la penetrazione greca nell’interno dell’isole.

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L’ambiente naturale della valle presenta differenti ecosistemi che vanno dai recenti rimboschimenti di pino ed eucalipto alle tipiche essenze della macchi mediterranea sulle pareti rocciose. Nidificano l’Occhione e il Corriere piccolo nei greti del fiume, nei canneti sono presenti i nidi della Cannaiola, del Cannareccione e del Tarabusino.

Il fiume è frequentato dal Martin Pescatore mentre sui Monti Sabucina e Capodarso nidificano il Culbianco e la Monachella.

Nella Valle dell’Imera Meridionale è possibile osservare le migrazioni primaverili ed autunnali dell’Avifauna di passo.

Nella zona sono presenti circa 150 specie di uccelli di cui almeno 60 nidificanti.

Tra i mammiferi presenti nell’area ricordiamo il raro Gatto selvatico, che si rifugia nelle aree boschive,l’Istrice, il Riccio, la Donnola, il Coniglio selvatico e la Volpe

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Fonti: centroturismoambientalesicilia.it, guidasicilia.it, ilcasalediemma.it

Immagini: web
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