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drogo11
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Hanno ammazzato compare Turiddu!  Empty Hanno ammazzato compare Turiddu!

Lun 2 Gen 2023 - 15:15

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Per chi ama il fascino della desolazione, dell’abbandono, per chi fosse alla ricerca di un luogo fantasma, dove a muoversi sono solo le fronde degli alberi, certamente la cunziria di Vizzini è il luogo ideale.

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Siamo nel catanese, ai confini del tessuto urbano del comune di Vizzini. Case prive di usci, facciate interamente coperte dall’edera, finestre che incorniciano una porzione di cielo, disordinata vegetazione all’interno di quello che doveva essere un ambiente privato, come testimoniano le maioliche sbeccate che sembrano antichi quadri, soppalchi in precarie condizioni, vasche esposte al sole e alle intemperie. Questi scorci meritano di essere fotografati perché sono la testimonianza di una intensa vita quotidiana che non c’è più. Le parole della gente che lavorava e viveva in questo luogo sono state assorbite dalle pareti crepate, che oggi restituiscono un’eco remota di un tempo svanito. Il nulla abita queste modeste dimore abbandonate, dove l’uomo non è più ritornato a faticare.

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Sono le case-bottega di antiche concerie, una quarantina, dal classico colore ferrigno della pietra locale. Il villaggio era disposto sulle collinette perché l’esposizione al sole favoriva il processo di essiccamento delle pelli. Inoltre la vicina sorgente d’acqua rendeva facile recuperare il tannino, sostanza estratta dagli alberelli di sommacco che rappresentava un prodotto essenziale per la concia. La pulitura delle pelli avveniva all’interno di vasche scavate in blocchi di roccia monolitica, alcune invece interrate.

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L’antico borgo artigiano è sorto alla fine del 1700 per avviare una fiorente attività di concia delle pelli, lavoro che si svolse fino ai primi del Novecento. Dopo iniziò un rapido declino.

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Oggi si ha l’impressione che di queste strutture non si sia servito più nessuno, invece proprio qui vennero ambientate le note novelle di Giovanni Verga. È in queste terre che si consuma il duello d’onore tra compare Alfio e Turi Macca, nella Cavalleria rusticana. In questo stesso sito venne girata la trasposizione cinematografica del regista Franco Zeffirelli. Nel 1996 il registra Gabriele La Via vi ambientò La lupa. Negli ultimi anni il borgo è stato utilizzato come teatro all’aperto grazie al regista Lorenzo Muscoso e poi come scenario del festival verghiano.

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(dal web)
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Lun 2 Gen 2023 - 17:06

Cunziria, borgo fantasma del 1700

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A Vizzini, paese in provincia di Catania, esiste un piccolo borgo del tutto abbandonato, risalente al 1700. Si tratta de “la Cunziria”, un raro esempio di architettura industriale ottocentesca. Cunziria, in dialetto siciliano, significa conceria, luogo dove venivano lavorate le pelli degli animali.
Il borgo sorge in una vallata ai piedi di Vizzini, tra distese di fichi d’india e una vegetazione tipicamente mediterranea. Lì il tempo sembra essersi fermato e sono ancora visibili le circa quaranta abitazioni che nacquero intorno alla conceria. Il borgo era abitato dai lavoratori e dalle loro famiglie. Questi edifici si trovano nel fondovalle del torrente Masera e appaiono al visitatore come un borgo fantasma, con tetti cascanti, stradine sconnesse, muri sgretolati, case senza più porte e finestre. Eppure, l’aspetto del piccolo borgo emana un fascino antico e decadente, una grande suggestione paesaggistica.

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Si configurava come una specie di borgo artigianale, sorto in prossimità del torrente Masera. Cunziria consiste, strutturalmente parlando, in una serie di edificazioni spontanee, dislocate a una certa distanza dal centro storico, che hanno sfruttato la conformazione geomorfologica del terreno, caratterizzato dalla disposizione a collinette. Queste favorivano l’essiccazione delle pelli lavorate.
Le case sono costruite in pietra locale di colore ferrigno. La tessitura muraria e le concezioni volumetriche, ma soprattutto il dettaglio architettonico, laddove ancora visibile, sono strettamente legati alle tradizioni costruttive di questa parte della Sicilia. Più che l’architettura, è la localizzazione in una vallata aperta, decentrata come si è accennato rispetto all’abitato del paese, a rendere l’insieme unico e particolarmente interessante.

Il borgo della Cunziria si estende per 8.500 mq; originariamente costituito da 13 isolati con una struttura tipologica di “casa terrana”, occupa complessivamente una superficie di 3.223,35 mq. Vi sono circa quaranta edifici, distribuiti a diversi livelli tra la valle e la collina in cui sorge Vizzini. Le case, a due piani, avevano piccoli orti e una serie di cortiletti. Ogni edificio esplicava la doppia funzione di abitazione e di laboratorio di lavorazione delle pelli.

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Quella della concia delle pelli fu un’attività redditizia delle popolazioni iblee, che poteva avviarsi solo vicino ad un corso d’acqua. Per trattare le pelli occorrevano numerose vasche e si trovò come soluzione ideale quella di scavare ampi ambienti all’interno di tenere rocce calcaree.
A guardarli oggi, si rimane affascinati da tanta imponenza costruttiva e dalla complessa organizzazione e sfugge dalla mente che si tratta di una delle attività più maleodoranti che si possano immaginare. Infatti, le pelli degli animali macellati di fresco producono uno sgradevole odore dovuto all’inizio del processo di putrefazione, ma ancor più maleodoranti erano i prodotti che si utilizzavano per il trattamento delle pelli. Al processo della conciatura contribuiva una pianta selvatica, che prolifera a macchia in quella zona, il sommacco, il cui notevole contenuto di tannino rendeva le pelli imputriscibili. Le concerie, di solito, erano esclusivamente luoghi di lavoro, ma questo borgo è singolare, perché qui furono costruite anche le prime case per il ricovero dei conciatori.

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Tra i resti vi sono quelli della chiesetta di Sant’Egidio, anche se alcuni ritengono che la chiesa sia di origini molto più antiche, addirittura di epoca romana.
Alcune abitazioni sono caratterizzate da decori particolari e dalle facciate in pietra lavica e calcare. Nella roccia sono stati scavate delle canalizzazioni che servivano a portare l’acqua che alimentava le strutture della conceria.
Le acque del torrente Masera, raggiungevano l’interno delle botteghe degli artigiani tramite un ingegnoso sistema di canalizzazione e vasche di raccolta ancora oggi ben visibili. Alcuni ambienti scavati nella roccia, presentano delle vasche d’acqua e se adesso vi regna il silenzio, non è difficile immaginare come in passato fossero piene di operai e delle loro voci. Ad un primo nucleo di ambienti scavati nella roccia, nel tempo si aggiunsero altri opifici. L’attività della conceria terminò verso il 1920, quando il lavoro artigianale lasciò il posto alla lavorazione industriale. Il borgo restò vuoto e le abitazioni furono utilizzate come depositi, stalle o magazzini.

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Nella metà dell’800 lo scrittore Giovanni Verga si trovava nelle proprietà di famiglia di Vizzini e, forse ispirandosi ad un avvenimento accaduto in paese, scrisse una novella intitolata “Cavalleria Rusticana”, che fu pubblicata nel 1880. Alle spalle del palazzo Verga di Vizzini si trova uno slargo, su cui si affacciano la chiesa di Santa Teresa e un magazzino, che ai tempi ospitava un’osteria. Qui Verga ambientò il suo racconto, per concluderlo proprio giù tra i fichi d’india della Cunziria, dove i due sfidanti, cumpari Alfiu e cumpari Turiddu, amante e marito, si recarono per un regolamento dei conti.
A quella novella si ispirò Pietro Mascagni per comporre uno dei drammi più conosciuti della lirica classica.

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Franco Zeffirelli, nel 1982, mise in scena la sua cavalleria rusticana, che si svolse dentro il paese di Vizzini, nelle strade e nelle chiese, per poi concludersi nel borgo della Cunziria. Anche il regista Gabriele Lavia nel 1996, scelse il borgo della Cunziria per ambientare alcune scene del suo film La Lupa, tratto dall’omonima novella di Giovanni Verga.
Attraverso queste due opere divulgate a livello mondiale, il borgo della Cunziria ha avuto una sua vetrina, che tutti hanno ammirato per questo spaccato di ruralità ottocentesca rimasta immobile nel tempo.

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Fonti: balarm.it, siciliafan.it

Fotografie: web

Filmato YouTube di Mirco Mannino
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