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Le Petralie, meraviglie di Sicilia Empty Le Petralie, meraviglie di Sicilia

Lun 27 Feb 2023 - 17:50
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Le Petralie, sorelle tra i monti


Un unicum sono le due Petralie, Sottana e Soprana. Perché questi due paesini di montagna sono una entità unica e bellissima tra le montagne delle Madonie. Forse una zona ancora poco conosciuta – turisticamente – della Sicilia.
E sarebbe il caso di prestare attenzione, invece, a questi boschi, queste cime dolomitiche e questi centri abitati medievali che sembrano rimasti fermi al XII secolo. Qui vi sorprenderanno pulizia, gentilezza, bellezza. Uno stile di vita che sembra lontano anni luce dalla Sicilia travolgente della costa. Un universo a parte che però renderà la vostra vacanza unica.

Storia delle Petralie

Le due Petralie condividono la stessa storia fino a un certo punto dell’era moderna. Entrambe discendono dall’antica Petra, città Sicana divenuta fondamentale durante le incursioni della II Guerra Punica. Quindi passò sotto il dominio Romano. Durante il dominio Arabo prese il nome di Batraliah e lo mantenne anche quando con i Normanni tornò l’era cristiana.
Soltanto dal 1250 in poi, nei documenti, si comincia a distinguere una Petralia Superior e una Petralia Inferior. Cosa sia successo non è ben chiaro, fatto sta che oggi i due paesi si trovano sui lati opposti di una vallata. Si osservano l’un l’altro da due cime diverse, diversi ma ugualmente uniti da un sottile filo di tradizione. La peculiarità? Non importa in quale Petralia deciderete di soggiornare, in cambio avrete comunque bellezza.


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Il nome

Da cosa deriva il toponimo di Petralia?
L’origine è lontana, ma tanto lontana, e questo lo confermano i reperti archeologici che lo fanno risalire addirittura al 3.000 a.C., nel periodo paleolitico e neolitico.
Da qui alla colonizzazione greca del 750 a.C. circa, sempre che si siano spinti fin sulle Madonie, il passo non è rapido. Di sicuro da qui sono passati, vittoriosi, i romani, e proprio a quest’epoca risalgono le testimonianze di Cicerone che parla di Petra.
Nell’820, con la dominazione araba, Petralia era Batarliah o Batraliah, da batra, “pietra” e liah, “alta”, questa sembrerebbe l’origine del toponimo più attendibile e familiare, le Madonie però non smettono di stupirci...
Con la conquista dei Normanni nel 1062 il borgo fu infatti ribattezzato Petra Heliae, “pietra di Elia”, in onore del profeta Elia, ritenuto il fondatore dell’ordine dei Carmelitani Scalzi. Intanto, nel 1258, si cominciarono ad avere i primi riferimenti alle due Petralia, Soprana e Sottana.
Da questo momento un susseguirsi di regno, viceregno, Borboni e unità d’Italia fino ad arrivare ai nostri giorni con la più fantasiosa delle leggende sul toponimo di Petralia.
Secondo don Francesco Tropea, per gli amici Ciccio, personaggio molto importante per la storia di Sottana dell’epoca fascista e poi sino agli anni ‘50, cui si deve anche la nascita della Pro loco cittadina, l’origine sarebbe stata da ricondurre a Petrae lilium, giglio di roccia.
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Fonti: cefalu.it, vedereinitalia.it, balarm.it

Fotografie: web

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Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi.
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Lun 27 Feb 2023 - 18:37
Iniziamo ad osservarle più da vicino. Partiamo con


Petralia Sottana

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Petralia Sottana, a 1000 metri sul livello del mare, abbarbicata su uno sperone roccioso.
Vicoli stretti, portici, scalinate e strade in selciato accolgono il visitatore. La sua struttura urbana e il suo reticolo di stradine si sviluppano attorno al nucleo del castello.
Prima i monaci del periodo bizantino, poi gli arabi, quindi i normanni, infine la signoria dei Ventimiglia: periodi e presenze differenti, ma che hanno tutte concorso a lasciare in eredità ai centri più antichi delle Madonie un impianto medievale, una serie di pregevoli opere d'arte e, in particolare, un autentico patrimonio scultoreo. Si tratta di statue, bassorilievi, portali sovente usciti da una delle più creative botteghe d'arte della Sicilia, quella avviata da Domenico Gagini, lo scultore originario del Lago di Lugano che, dopo aver imparato l'arte a Firenze alla scuola del Brunelleschi, avviò a Palermo una bottega di famiglia i cui discendenti restarono attivissimi in tutta la Sicilia per cinque generazioni.



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Caratteristiche urbanistiche e artistiche che si ritrovano anche a Petralìa Sottana, raccolto borgo delle Madonie dove è piacevole passeggiare fra chiese e palazzi, percorrendo il corso, attraversando i quartieri della Pusterna e del Carmine, del Salvatore e del Casale, soffermandosi infine fra gli abitanti locali in piazza Umberto I, cuore cittadino, e da qui lanciando lo sguardo sulla valle dell'Imera e sul monte San Salvatore.La piazza stessa è dominata dalla seicentesca Chiesa Madre, cioè il Duomo dedicato alla Madonna Assunta. Un portale tardogotico dice però che la chiesa esisteva già nel 500. L'interno, a tre navate, è particolarmente ricco di opere d'arte del Quattro, Cinque e Seicento. Di assoluto rilievo la statua di Gesù Bambino attribuita ad Antonello Gagini, geniale figlio di Domenico. Da non mancare anche una occhiata all'intarsio barocco dell'altare nella cappella dell'Immacolata e ai tesori conservati nella sacrestia.


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Passando sotto il campanile alto 30 metri, si sbuca poi davanti alla chiesa della SS. Trinità (“la Badia”). Varcato l'elegante portale quattrocentesco ad arco acuto, davanti al visitatore si staglia una delle opere più importanti del territorio: una enorme (è alta 8 metri), spettacolare ancona che racconta la Vita di Cristo con 23 formelle a bassorilievo policromato disposte su tre fasce, capolavoro di Giandomenico Gagini (1542), che lo concepì quasi come un retablo spagnolo in pietra.


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Non sono queste però le uniche chiese di Petralìa, piccolo borgo la cui fisionomia è stata in gran parte determinata anche dalla secolare presenza in paese dei francescani (sia frati minori che cappuccini) nonché delle monache benedettine. Ecco dunque la chiesa della Misericordia, con un massiccio campanile del 1597. E poi la cinque-secentesca S.Maria della Fontana o della Vittoria, che contiene alcuni interessanti gruppi marmorei, anch'essi di scuola gaginesca. E ancora, la piccola, suggestiva chiesa di San Francesco (1484), accanto all'ex convento francescano: ha una sola navata tutta affrescata a colori vivaci, oltre a un tabernacolo e a un pulpito lignei intagliati da Pietro Bencivinni a inizio 700. E infine, la cinquecentesca chiesa del Monte di Pietà, al cui interno è esposto un grande presepe (Petralilium in Praesepio) che riproduce fedelmente alcuni scorci di Petralìa Sottana. Non bastasse, Petralìa Sottana è letteralmente dominata, dall'alto, dalla mole dell'ex convento dei frati minori riformati (XVII sec.), mentre a nord del paese c'è il santuario della Madonna dell'Alto, a oltre 1800 metri dove nella notte di Ferragosto, illuminata da mille falò, tutti gli abitanti del paese salgono a venerare la quattrocentesca statua della Madonna.
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Continueremo con la sorella Soprana.

Fonte: bandierearancioni.it

Fotografie: web

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Lun 27 Feb 2023 - 19:01
Petralia Soprana


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Una «montagna d’autore», si potrebbe definire questo borgo che dai suoi tre belvedere domina buona parte della Sicilia, dall’Etna al mare di Termini Imerese. Gli «autori» che hanno reso particolare Petralia Soprana non sono solo gli scultori della famiglia Gagini, frate Umile da Petralia o i fratelli Serpotta – tutti nomi che agli amanti dell’arte suggeriscono emozioni – ma anche gli anonimi artigiani della pietra, del ferro e del legno che hanno decorato portali di chiese e palazzi, balconi e cancelli, portoni di case. Nell’arroccato centro storico con vista sui campi, gli artigiani che producevano tappeti con gli antichi telai, i contadini e i pastori che rifornivano il borgo di verdure, formaggi e salsicce, i frati francescani – come frate Umile – che scolpivano crocifissi, rispondevano alle leggi di un mondo che non esiste più, ma che a Petralia sembra ancora incredibilmente vicino.


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La visita inizia dai tre belvedere: quello di Loreto – u castru in siciliano – che comprende nello sguardo l’Etna e, in senso orario, Enna, Caltanissetta e la vallata del fiume Imera; quello del Carmine che offre il panorama della Sicilia occidentale verso Palermo; e quello di piazza Duomo che volge a est verso Gangi abbracciando l’Etna sullo sfondo. Si apre nella parte più alta del borgo, sede della fortificazione sicana e poi romana, la piazza Loreto, originale spazio architettonico su cui si protendono il prospetto simmetrico e le guglie maiolicate della chiesa di Santa Maria di Loreto, ricostruita in forme tardobarocche e con pianta a croce greca. Al suo interno spiccano la splendida ancona marmorea attribuita a Giandomenico Gagini (XVI secolo) raffigurante quattro episodi della vita di Gesù; le sculture lignee secentesche dei Santi Cosma e Damiano; due statue di santi attribuite a Filippo Quattrocchi da Gangi.


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Da piazza San Michele, che ha al centro una fontana circolare e prende nome dalla secentesca chiesa dedicata al santo, si arriva in piazza del Popolo, frutto della sistemazione del 1929. Si affacciano sulla piazza il neogotico palazzo municipale, un tempo convento dei Carmelitani; il palazzo Pottino dei marchesi di Eschifaldo con la sua fuga di stanze al piano nobile e affreschi ottocenteschi; e un altro palazzo di proprietà degli eredi Pottino, dall’ampio salone affrescato. Percorrendo la stradina di fronte al municipio, appare sulla sinistra la settecentesca chiesa del Collegio a navata unica e di gusto barocchetto-monastico; si giunge quindi in piazza Frate Umile dedicata al frate cappuccino Umile Pintorno da Petralia, autore dal 1623 – l’anno della peste nera in Sicilia – di 33 crocifissi scolpiti in legno che si trovano sparsi in Italia meridionale e all’estero. Nell’adiacente piazzetta Ruggero VII si trova l’oratorio delle Anime Purganti, dal prospetto con campanile a vela. Nella vicina piazza Fontana dei Quattro Cannoli, la fontana barocca in marmo di Billiemi fino al Settecento era l’unica fonte dell’abitato.


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Percorrendo una stradina si arriva nella scenografica piazza Duomo, su cui si affaccia la chiesa Madre dedicata agli Apostoli Pietro e Paolo. All’esterno ha un colonnato che le corre lungo un fianco ed è racchiusa tra un campanile di epoca normanna (con finestra in stile arabo) e un campanile settecentesco. Varcato il portone ligneo d’ingresso, formato da riquadri scolpiti in stile gotico-catalano, si accede allo spazio interno, suddiviso in tre navate sorrette da dodici pilastri rappresentanti gli Apostoli. Nella navata destra si ammira il primo crocifisso realizzato da Frate Umile da Petralia (1623), in cui già sono presenti le caratteristiche del suo stile, come la grandezza naturale del Cristo e l’estremo realismo dei tratti e dei gesti. Nella bocca socchiusa s’intravedono la lingua e i denti, la ferita profonda del costato svela le viscere, una delle spine della corona trafigge il sopracciglio di Gesù: un dolore in cui s’immedesima lo stesso autore, sofferente all’occhio sinistro.
Tornati alla fontana, imbocchiamo un vicolo per raggiungere la chiesa del Salvatore che presenta, unica nelle Madonie, una pianta ellittica, corrispondente forse a quella della moschea trasformata in chiesa cristiana dai Normanni. La sua vicinanza al castello suffragherebbe questa ipotesi. Ingrandita nella seconda metà del Settecento, la chiesa conserva dipinti e sculture, tra cui un San Giuseppe dello scultore Filippo Quattrocchi.


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Resta da vedere, in prossimità della normanna porta Seriv – l’unico rimasto dei sei antichi ingressi del borgo – la chiesa di San Teodoro sull’omonima piazzetta dalla forma irregolare. L’attuale configurazione dell’edificio è del 1759. Il campanile è la trasformazione di una delle torrette delle vecchie mura di cinta del centro storico. Con una breve passeggiata si arriva al convento dei Frati Minori Riformati, eretto con l’annessa chiesa nel 1611 per volontà di alcune nobildonne. Qui trascorse i primi anni del noviziato Frate Umile da Petralia. Il magnifico prospetto della chiesa con i suoi ornamenti e bassorilievi con motivi floreali, richiama l’esuberante decorativismo spagnolo dello stile churrigueresco. Lì vicino, la settecentesca villa Sgadari è una delle più belle ville barocche delle Madonie. Nella frazione Raffo una grande miniera di salgemma fornisce ancora oggi il celebre “sale di Sicilia”. Sempre fuori del paese, la chiesa della Trinità custodisce un fonte battesimale del Settecento. Passeggiando per il borgo si notano diversi palazzetti di pregio, come, nella piazza Quattro Cannoli, il palazzo Pottino Marchesi di Irosa e il palazzo Vigneri, e in piazza San Michele il palazzo Sabatini-Salvia.

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Fonte: borghipiubelliditalia.it

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