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Gianni Bonina e il suo doppio: il giornalista Natale Bianco Empty Gianni Bonina e il suo doppio: il giornalista Natale Bianco

Mer 8 Nov 2023 - 14:45

Gianni Bonina e il suo doppio: il giornalista Natale Bianco E0ovmmV


L’autore

Gianni Bonina, giornalista e scrittore, vive fra Catania e Modica. Ha iniziato come giornalista negli anni '70 con l'avvento delle Tv locali dirigendo un settimanale dedicato alle radio e alle televisioni siciliane, “Antenna Sud”, che è stato tra i primissimi magazine italiani di settore. Ha pubblicato saggi di critica letteraria, romanzi, inchieste giornalistiche e reportage.
Due sue inchieste pubblicate su La Sicilia nel '94 e nel '95, sulla sanità a Ragusa e sulla legge speciale per Ibla, gli sono valsi riconoscimenti speciali nell'ambito del Premio cronista dell'anno. Gli sono stati altresì conferiti per la sua attività giornalistica il Premio Cyane, il Premio Laocoonte e il Premio Ibla. Ha anche diretto il periodico diffuso nel Ragusano “La Verità”, il settimanale catanese “I Vespri” e il mensile ibleo-aretuseo “Eccellente”.
È anche autore teatrale. Ha un blog all'indirizzo giannibonina.blogspot.com. Tra le sue opere: Busillis di natura eversiva (Barbera, 2008), I sette giorni di Allah (Sellerio, 2012) e La scoperta della mafia (Barbera, 2014); del reportage L’isola che trema (Avagliano, 2006; Premio Alvaro 2007) e dei saggi letterari I cancelli di avorio e di corno (Sellerio, 2007), Maschere siciliane (Aragno, 2007; Premio Adelfia 2007) e Tutto Camilleri (Sellerio, 2012).
Per la serie “Le inchieste di Natale Banco” sono usciti due romanzi: Cronaca di Catania (Mursia, 2013) e Morte a debito (Mesogea, 2016).

Il personaggio

Natale Banco è un giornalista che lavora a La Tribuna, dove è avversato per il suo spirito di indipendenza e opera perciò in un clima di isolamento. Il giornale sostiene il progetto di una cittadella riservata agli immigrati, un affare di grandi profitti al quale è interessato anche l’editore e che molti vedono come idea per la realizzazione di un ghetto. Banco si ritrova a battersi contro il ghetto, al fianco dei barboni e degli stranieri catanesi, grazie a una vagabonda che ne conquista l’affetto perché riesce soprattutto a riavvicinarlo al figlio Marco: tentando così di sanare un’altra forma di separazione, familiare anziché sociale.

La serie


Cronaca di Catania (Mursia, 2013)

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Catania. Brucia una casa del centro storico. Un dirigente d'azienda, Marco Moncada, si getta nelle fiamme per salvare i figli di un'immigrata, ma perde la vita. Atto eroico o gesto che certa stampa, volendone sminuire l'immagine, considera frutto di un intento suicida? Natale Banco, redattore in Cronaca di Catania a "La Tribuna", scopre che il sacrificio di Moncada influenza il progetto miliardario di un ghetto per stranieri presentato invece come un quartiere satellite e conduce una battaglia anche contro il suo giornale, dalla parte di barboni e clandestini e per il no all'apartheid. Integrazionismo e separazionismo si contendono la coscienza popolare in un crescendo di tensioni sociali, scontri politici, blocchi contrapposti sullo sfondo di drammi privati, conflitti pubblici, relazioni di amore e odio: nel segno di una deriva che è di una città del Sud Italia come di tutto l'Occidente. Un thriller giornalistico tutto siciliano, una riflessione sulla stampa e sul suo potere di condizionamento. Ma anche un doloroso referto su un male oscuro del nostro tempo.

Morte a debito (Mesogea, 2016)

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La nuova inchiesta di Natale Banco cerca di far luce sul suicidio sospetto del capo archivista de La Tribuna. Dietro la sua tragica scomparsa opera infatti un sistema di interessi interni al giornale che conduce a oscure trame ramificate in vari settori di potere della città. Natale Banco si ritrova a indagare sulla morte del collega per poi occuparsi anche di un consorzio lattiero-caseario e dell’uccisione del suo presidente oltre che dell’inspiegabile ferimento, forse un tentativo di omicidio, di Rosa, la barbona che il giornalista ospita in casa e che sembra nascondere un segreto. Banco indaga per arrivare alla fine a scoprire che tutti i fili si annodano in una sola ingarbugliata matassa che rivela una Catania teatro di vicende dentro le quali appare molto difficile distinguere dove finisce il potere economico e comincia quello mafioso.



“Il libro è una cosa: lo si può mettere su un tavolo e guardarlo soltanto, ma se lo apri e leggi diventa un mondo.”

(Leonardo Sciascia)




(dal web)

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