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Il santuario di Trecastagni e il suo museo degli ex voto
Dom 6 Nov 2022 - 18:27
Il santuario dei SS. Alfio, Filadelfo e Cirino
ed il museo degli ex voto
A Trecastagni, un paesino alle pendici dell’Etna, si trova una delle collezioni di offerte votive più grandi d’Italia composto da oltre mille tavolette conservate all’interno del santuario dedicato ai santi Alfio, Cirino e Filadelfo a testimonianza delle tante grazie ricevute. Un atto di fede pubblico, una prova evidente di come il divino può manifestarsi nella quotidianità.
Il culto dedicato ai tre fratelli è uno dei più diffusi in tutta la Sicilia orientale. A loro sono dedicati diversi santuari, tutti affollatissimi di pellegrini.
Quello di Trecastagni è uno di questi e parrebbe infatti che anche l’etimologia del nome del paese derivi dai tre fratelli martiri, ovvero da "Tres Casti Agni"- i tre casti agnelli, con riferimento alle "anime pure", i santi martiri Alfio, Cirino e Filadelfo che sostarono in quel luogo durante il loro trasferimento da Vaste a Lentini, luogo del martirio.
Come si legge nella Passio del loro martirio contenuta nel codice vaticano n. 1591, documento più antico a noi giunto grazie Basilio, ad un autore greco dell’Italia meridionale, arrivarono in Sicilia come "estrema punizione" di Cornelio Licinio Valeriano, il vice di Decio in Sicilia, per essersi dimostrati irremovibili rispetto alla loro fede cristiana, nonostante avessero visto martitrizzati amici e familari.
Sbarcano in Sicilia il 25 agosto del 252. A Taormina - è scritto nel documento - "Tertullo non riuscendo a convincere i tre fratelli a tornare alla religione dei loro antenati, fa tagliare le loro bionde chiome e fa versare sul loro capo della pece bollente, poi fa serrare il loro collo e le loro mani tra pesanti travi e li fa condurre a Lentini".
Ed è qui che la loro storia si va legando a quella di Trecastagni. Pare che una colata lavica avesse impedito l’accesso alla via costiera per cui i tre fratelli si videro costretti a viaggiare attraverso i tornanti dell’Etna. Mentre si trovanno sulla collina (collina su cui oggi sorge la località di Sant’Alfio) il fratello Filadelfo, provato profondamente, chiese ai fratelli di raccogliersi in preghiera con lui affinchè lo sostenesse durante questa terribile prova.
Fu allora che scoppiò una tempesta e il vento fu così forte da spazzare via le travi. Apparì loro l’apostolo Andrea per dar loro conforto. Pochi giorni dopo giunsero nel luogo che poi avrebbe preso il loro nome (Trecastagni) e trovano riposo proprio dove oggi sorge il Santuario edificato in loro onore.
Giunti a Catania vennero rinchiusi nel carcere tutt'oggi esistente e che si trova sotto la chiesa dei Padri Minoritelli. La loro vita stava per volgere al termine, giunsero sul fiume Simeto e nonostante fosse ingrossato riuscirono ad attraversarlo perchè avvenno un miracolo: le acque al loro passaggio si ritirarono. Arrivarono a Lentini, qui liberano un giovane ebreo indemoniato e a questo miracolo seguirono diverse conversioni nella città.
Il 3 settembre furono consegnati ad Alessandro, vice di Tertullo vengono consegnati ad Alessandro, vice di Tertullo e rinchiusi in carcere dove, in attesa che Tertullo tornasse dalla campagna militare in Oriente, si verificarono altri miracoli che portarono a nuove conversioni anche tra i soldati stessi come la guarigione di Tecla, cugina di Alessandro, e la guarigione di Giustina, un'altra cugina. Anche lui, Alessandro, a seguito di questi eventi decise di abbracciare la fede cristiana.
I fratelli stettero in carcere otto mesi. Tertullo emise la condanna a morte. Il 10 maggio dell’anno 253 "Ad Alfio, che ha poco più di ventidue anni, viene strappata la lingua, Filadelfo, che ha ventun’anni, viene posto su una graticola incandescente e Cirino, il più giovane, di soli diciannove anni, viene immerso in una caldaia di pece bollente. I loro corpi vengono recuperati da Tecla e Giustina e trovano sepoltura in una grotta dove, finite le persecuzioni, viene costruita una chiesa in loro onore".
Proprio per questo i festeggiamenti in loro onore, che si svolgono a Trecastagni durante la prima settimana di maggio e rientrano tra gli appuntamenti primaverili più belli e caratteristici della provincia di Catania. Risalgono a tempi molto lontani, infatti subito dopo il martirio, avvenuto a Lentini il 10 maggio del 253, venne innalzata un’icona votiva nel luogo del loro passaggio. La costruzione del santuario ebbe inizio nel 1517 dopo il ritrovamento delle reliquie dei tre fratelli, e da allora la grande fede nei loro riguardi non ha mai conosciuto momenti di cedimento.
All’interno della sacrestia del santuario si trova il museo degli ex voto.
Tra le espressioni più antiche ed interessanti della fede popolare si collocano gli ex-voto, di cui quasi tutti i santuari d’Italia possiedono collezioni più o meno ricche. L’ex-voto generalmente consiste in una offerta fatta ad un Santo, in segno di riconoscenza per la grazia ricevuta.
Fra le raccolte di ex-voto degna di nota è senz’altro quella che si trova in questo santuario.
Si tratta di una rassegna iconografica di grande valore etnografico di facile lettura, che assolve la duplice funzione di comunicazione e di attestazione del “miracolo”, ottenuto per l’intercessione dei Santi Fratelli. Sono oltre mille i quadretti dipinti ad olio su tela, cartone, legno e specialmente lamiera, che appaiono in questa rassegna.
I dipinti mostrano quasi tutti, oltre alla data, al nome del “miracolato” e alla descrizione del “miracolo”, la ricostruzione scenica di esso. I Santi sono raffigurati in tutte le tavolette, che narrano le circostanze in cui è avvenuto il miracolo. E’ in quest’arte ingenua, che si può ben definire naif, che si esprime la riconoscenza popolare.
I più antichi ex-voto si riferiscono alla fine dell’800 mentre i più recenti sono dei nostri giorni. E’ interessante constatare come, attraverso questi dipinti, si rivivono la storia, l’evoluzione dei tempi, il mutamento dei costumi, dell’abbigliamento, degli arredi.
Molti dei quadri sono stati dipinti, su commissione dei “miracolati” stessi o delle loro famiglie, da esperti artisti popolari, specie da quelli che hanno consuetudine con un’arte semplice ed ingenua, ma vivace, come quella dei carretti siciliano.
Russo, Di Mauro, Torrisi sono “firme” ben note nella zona proprio per essere artefici di opere di una straordinara e realistica policromia. Spesso è proprio questa calda ingenuità a rendere più credibili gli ex-voto e la potenza dei miracoli, come ad avvalorare nel popolo il dono della Fede e lo spirito di riconoscenza.
Fonti: balarm.it (articolo di Salvina Elisa Cutuli), santuariotrecastagni.it
Fotografie: web
Video YouTube di Stefano Puglisi
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