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La Pomelia, il fiore caro alle donne palermitane, inviso alle  “schette” Empty La Pomelia, il fiore caro alle donne palermitane, inviso alle “schette”

Lun 5 Giu 2023 - 13:42


La Pomelia, il fiore caro alle donne palermitane, inviso alle  “schette” XwWJk8U


Conoscete la pianta di Pomelia, chiamata anche  “Plumeria” o “Frangipane”?
È un arbusto dai fiori bianchi e profumati, arrivata in Europa nella metà del Settecento per mano degli inglesi. Grazie al clima, si è poi diffusa in Sicilia, tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento, divenendo uno dei simboli della città di Palermo, dove viene coltivata in vaso sui balconi per la bellezza dei suoi fiori, carnosi, profumatissimi e dai colori delicati.
Il nome italiano e ufficiale della pianta è plumeria, derivato da quello del botanico Charles Plumier (1646-1706), pioniere degli studi sulla flora tropicale del Nuovo Mondo per conto del re di Francia.

Charles Plumier ed il conte Muzio Frangipane

La Pomelia, il fiore caro alle donne palermitane, inviso alle  “schette” Lfqe5aH

Meno frequente  è ormai la denominazione frangipani, dal nome del conte Muzio Frangipane, inventore di un profumo composto d’ambra e zibetto, di moda in Francia al tempo di Caterina de’ Medici.
Ma i palermitani – soltanto loro – la chiamano pomelia, e già il fatto di averle dato un loro nome è l’indizio certo di un rapporto privilegiato tra la città e la pianta, un rapporto profondo, quasi d’amore e certamente di appropriazione. Attraverso il nome, l’esotica plumeria è stata assimilata dalla città, resa familiare, palermitanizzata.
Probabile che la parola palermitana sia imparentata – magari per il tramite di un emigrato siciliano negli Stati Uniti – col termine hawaiano per indicare la pianta: paw melia.
A Palermo il suo significato culturale ha una natura più riservata e discreta. La pomelia, tradizionalmente una sola in ogni casa, si trasferisce di norma per via femminile: la sposa che va a vivere in una nuova casa la riceve dalla madre. È quindi un auspicio di fertilità formulato attraverso l’analogia con lo straordinario esempio di forza vegetativa della pianta.

La Pomelia, il fiore caro alle donne palermitane, inviso alle  “schette” Yamtgoi

Nei primi del 900 nelle ville e nei parchi della città, ragazzini offrivano, alle giovani coppie in amore, mazzetti profumati; inoltre, ancora oggi, le spose inseriscono i fiori della Pomelia nel proprio bouquet o fra i capelli, come da tradizione.
Uno dei protagonisti della belle époque palermitana, Vincenzo Florio, ebbe per la “pomelia” una autentica predilezione; nel parco della casa dell’Olivuzza ne volle un boschetto, anticipazione di un moderno plumerietum, e all’ingresso della “Tonnara Florio” ne piantò un esemplare tuttora vivente considerato dai suoi discendenti nume tutelare della casa. Fu lui a diffondere la pianta tra gli abitanti dell’Arenella, la borgata marinara la cui strada principale in estate può vantare le più spettacolari plumerie in fiore della città.

la Tonnara Florio dell'Arenella

La Pomelia, il fiore caro alle donne palermitane, inviso alle  “schette” 0ZcKJkT

Se in questo periodo camminate con il naso all'insù per le strade di Palermo, troverete un sacco di balconi adornati da queste meravigliose piante e i suoi fiori bianchi profumatissimi.

La Pomelia, il fiore caro alle donne palermitane, inviso alle  “schette” I2CuSGa

Ma, come si sa, ogni medaglia ha il suo rovescio: in realtà, il fatto che a Palermo la pomelia non stia in casa ma in balcone non è proprio un caso! Si dice che una madre che possiede una figlia femmina “schetta” (nubile), non può tenere la pomelia in casa, perché se no la figlia non si sposa. Tutti dicono di non credere a questa leggenda ma chissà perché i balconi di Palermo sono pieni di pomelie profumate  ed in casa neanche l'ombra.



(dal web)

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