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Sicilia e archeologia. Vallone Inferno di Scillato: il cammino degli uomini preistorici di Sicilia
Sab 19 Nov 2022 - 18:46
Vallone Inferno di Scillato: il cammino degli uomini preistorici di Sicilia
L'antica via di collegamento tra la valle dell’Imera e le alte Madonie è stata localizzata a circa 800 metri di quota. Gli archeologi sono impegnati nello studio di questo sito montano sin dal 2008: conserva testimonianze della presenza umana da almeno 7 mila anni (età neolitica).
Si è dato avvio alla nuova campagna di scavi nel sito montano che si trova sulle Madonie, nel Riparo sotto la Roccia del Vallone Inferno, in territorio di Scillato (PA). Gli archeologi indagheranno durante quest'ultima missione, i livelli dell'Antica Età del Bronzo riferibili a circa 4000 anni fa.
Il Riparo di Vallone Inferno è stato localizzato a circa 800 m di quota, lungo una via di collegamento tra la valle dell'Imera e le alte Madonie che si ritiene possa costituire uno dei percorsi sistematicamente utilizzati sin dalla preistoria, in ogni caso tra i più antichi individuati in Sicilia.
Il percorso, tracciato sulla base della localizzazione delle aree di frequentazione rilevate attraverso la ricognizione archeologica e confermato da simulazioni che si basano su modelli digitali del terreno, coincide oggi con il tratto del Sentiero Italia - del Club Alpino Italiano (CAI) - che conduce dalla Valle alle Alte Madonie, attestando una straordinaria continuità d'uso del medesimo accesso all'area montana. I livelli archeologici finora indagati all'interno del Riparo testimoniano, dunque, la "conquista" di un'area tanto impervia, quanto ricca di risorse naturali utili, soprattutto, nelle primissime fasi dello sviluppo dell'economia pastorale.
“L’indagine in corso – ha detto l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà – è importante per ricostruire abitudini consolidate e facilitare una narrazione di questi territori”.
La squadra che conduce le indagini sul campo è formata da docenti, ricercatori e studenti dell’Università degli Studi di Palermo, coordinati da Vincenza Forgia (UniPa), Andreu Ollé e Josep Maria Vergès (Urv/Iphes), e lavora in stretta collaborazione con l’archeologa Rosa Maria Cucco, della Soprintendenza dei Beni Culturali di Palermo che segue le indagini sin dagli anni delle prime ricognizioni grazie alle quali è stato individuato il sito.
Le ricognizioni in quest'area delle Madonie fanno parte di una più ampia e articolata ricerca territoriale, condotta e promossa dalla Cattedra di Topografia dell'Università di Palermo , con i professori Oscar Belvedere e Aurelio Burgio, nell'ambito di una convenzione pluriennale con l'Assessorato dei Beni culturali e dell'Identità siciliana.
La buona riuscita delle attività è dovuta alla collaborazione con l’Ente Parco delle Madonie, l’Azienda Foreste e il Corpo Forestale, la sezione del CAI di Palermo (progetto Terre Alte 2021). Fondamentale il supporto logistico del Comune di Scillato e della sede locale di Sicilia Antica.
Fonti: guidasicilia.it, siciliafan.it, regione.sicilia.it
Fotografie: web
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