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La Sicilia dei misteri. Messina e la città in fondo al lago Empty La Sicilia dei misteri. Messina e la città in fondo al lago

Mar 6 Dic 2022 - 9:48

La Sicilia dei misteri. Messina e la città in fondo al lago



Una leggenda messinese poco nota riguarda la misteriosa città di Risa. Pare, infatti, che nel lago del Faro, il cosiddetto Pantano piccolo, esistesse, in un tempo lontano, proprio lì dove oggi ci sono le acque che in alcuni punti toccano i trenta metri di profondità, una fiorente città, scomparsa forse a causa di sconvolgimenti tellurici, Risa, sprofondò, inghiottita dalle acque lacustri, sul cui fondo, secondo alcuni pescatori e abitanti del luogo, sembra si trovi ancora oggi. In particolari condizioni meteorologiche e quando le acque sono limpide e stagnanti si dovrebbero vedere i ruderi dell’antico abitato. Si narra anche che, a volte, le campane di una chiesa sommersa facciano ancora oggi udire i propri rintocchi. Ancora oggi gli abitanti del luogo sostengono che si sentano i rintocchi della campana della chiesa della città in particolar modo nelle ore notturne per avvertire i pescatori dell'arrivo di una forte burrasca. Di questo né è testimonianza il detto in dialetto Si sona a campana i Rrisa e megghiu non pigghiari ppi fora (se suona la campana di Risa è meglio non uscire al largo). C'è anche chi sostiene che la campana venga suonata dalla principessa Risa la quale, bella e inquieta, non trova pace.
Il lago del Faro, secondo alcune testimonianze, fu scambiato per il cratere di un vulcano spento, o fu forse il luogo di un tempio innalzato al dio del mare Poseidone, che i Romani chiamarono Nettuno. Il ritrovamento di alcuni reperti, nei fondali fangosi del laghetto, farebbero supporre che il luogo sia stato frequentato sin forse dall’età classica. Certo è che gli Arabi ne fecero un riparo per ormeggiare le proprie imbarcazioni. La leggenda può essere messa in rapporto con le fantasiose storie portate dai Normanni in Sicilia all’epoca medioevale. Risa già nel nome rimanda a Ys, città sommersa, al centro di molte leggende, che forse un tempo dominava il mare di Bretagna. Questa città fu costruita sotto il livello del mare (Ys significa appunto “bassa”) protetta da una diga per volere del re di Cornovaglia Gradlon, che aveva una figlia, Ahes, dotata di poteri magici e soprannominata Dahud (la strega buona). Un bel giorno Ahes si innamorò di un giovane cavaliere di Ys, ma Gradlon, contrario alla relazione, la tenne lontana da quella città. Ahes, una notte, per raggiungere l’amato via mare, rubò al padre la chiave della chiusa e, aprendola, causò la distruzione di Ys, invasa dalle acque. Da quel momento Dahud vive in un palazzo sottomarino e aspetta l’occasione di riapparire in superficie. Solo allora Ys potrà tornare una città terrestre.


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E qui il mito incontra (come spesso capita) la realtà: come molti sapranno i laghi di Messina sono due, quello di Ganzirri e quello del Faro, entrambe di acqua salata. I Laghi infatti, sono direttamente collegati al mare grazie a canali fatti costruire dagli inglesi attorno al 1830. Vi è il canale catuso che è coperto ed è situato nella zona sud del lago, l’altro è chiamato Due Torri è scoperto e si trova nella zona nord. Il lago piccolo comunica direttamente con il Mare Tirreno attraverso il Canale degli inglesi e con lo stretto di Messina mediante il Canale Faro o Canalone,

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ma ci sono dei riferimenti storici che riguardano la presenza di un terzo lago. Secondo fonti di Historia Naturalis, quelli che oggi conosciamo come Il Pantano grande (Lago di Ganzirri) e il Pantano piccolo o Pantanello (Lago di Faro) non erano gli unici laghi salati esistenti. Innanzi tutto, per dare un’idea di quanto siano antichi, basti pensare che secondo Plinio (50 d.C.) si sono originati dai movimenti sismici che separarono la Sicilia dal continente, avvenuti circa 5000 anni fa, fra il 3000 e il 2500 a.C..
Dovevano quindi essere indubbiamente diversi da come siamo abituati a vederli. Solino, nel III secolo dopo Cristo, riporta con precisione che fra i due laghi ne esisteva un terzo che si trovava tra quello di Ganzirri e quello di Faro e occupava gran parte della località oggi denominata “Margi”, che significa, non a caso, “zona paludoso-lacustre”.

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Inoltre, nel Lago Margi si dice sorgesse il Tempio di Nettuno, di cui abbiamo testimonianza grazie al ritrovamento di alcune colonne emerse intorno al 1810, durante gli scavi del canale degli Inglesi, che, secondo la leggenda, sarebbero state impiegate nella costruzione della Cattedrale di Messina.

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(dal web)
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