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Gesualdo Bufalino e la sua Sicilia Empty Gesualdo Bufalino e la sua Sicilia

Sab 10 Dic 2022 - 18:27

Gesualdo Bufalino e la sua Sicilia

(una terra che più cercava di allontanare più rappresentava il suo riparo)




Gesualdo Bufalino e la sua Sicilia DL8W9VA



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Gesualdo Bufalino nasce a Comiso, in provincia di Ragusa, il 15 novembre del 1920. Appassionato di arte e libri sin da piccolissimo, grazie agli interessi del padre e la sua biblioteca, frequenta il liceo classico a Ragusa e Comiso. I suoi interessi spaziano dalla letteratura al cinema ai poeti simbolisti francesi. Nel 1940 Bufalino si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Catania ma, soltanto due anni dopo, è costretto ad interrompere gli studi a causa della chiamata alle armi. Dal Friuli all’Emilia è un periodo veramente difficile. Nel 1944 si ammala di tisi e viene ricoverato nell’ospedale di Scandiano.

Qui avrà modo di coltivare i suoi interessi letterari e nel 1946, trasferito in un sanatorio della Conca d’Oro di Palermo vivrà le emozioni che troveremo nel romanzo Diceria dell’untore. Appena guarito si laurea in lettere all’Università di Palermo per poi dedicarsi all’insegnamento. Le sue parole rimangono inedite e segrete per diversi anni.

Nel 1978 Sellerio pubblica un volume fotografico dal titolo Comiso ieri, Bufalino ne scrive l’introduzione che suscita la curiosità non solo di Elvira Sellerio ma anche di Leonardo Sciascia. Nel 1981, ormai sessantunenne, Gesualdo vede pubblicato il suo capolavoro Diceria dell’untore che vince, nello stesso anno, il premio Campiello. Una rivelazione. Inizia così la sua frenetica attività letteraria che lo porta nel 1988 a vincere il premio Strega con il romanzo Le menzogne della notte, pubblicato da Bompiani.

Grande amico di Leonardo Sciascia ma anche di Fiume, Guccione, Battiato, scrive riguardo l’attività artistica del compositore:

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Il 14 giugno 1996 Gesualdo Bufalino muore in un incidente stradale nella strada da Comiso e Vittoria. Uomo molto riservato, non lasciò mai la sua città né la sua Sicilia, terra della luce e dalle mille contraddizioni, terra di poeti e di mafia, terra perduta e di vita.

La Sicilia, ricordata, sognata, raccontata come se fosse una favola, prima di ogni altra cosa. Isola senza tempo che richiama sempre a se, dove il pensiero della morte è vissuto in maniera dolorosa, quasi fosse una colpa.

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Narratore, poeta, saggista, moralista, traduttore, cantore della Sicilia e dei siciliani pubblicò nel 1982 Museo d’ombre e L’amaro miele, nel 1984 Argo il cieco, nel 1985 Cere Perse, nel 1986 L’uomo invaso, nel 1987 Il malpensante, nel 1988 La luce e il lutto, nel 1990 Saldi d’autunno, nel 1991 Qui pro quo, nel 1992 Calende Greche, nel 1993 Il Guerrin meschino, nel 1944 Bluff di Parole, nel 1995 Il fiele Ibleo, nel 1996 Tommaso e il fotografo cieco.

Per Gesualdo Bufalino la funzione della scrittura, così come della letteratura, è salvifica; vista come nutrimento dell’animo e dello spirito, come sublimazione dell’attimo, tanto da affermare:

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Letteratura che possiede anche un alto valore etico e morale, che aiuta a sconfiggere il marcio della società. È innegabile, infatti, come le parole abbiano una forza spesso trascurata, come la conoscenza e quindi la l’istruzione delle nuove generazioni siano l’unico spiraglio per un mondo migliore.

E non a caso Gesualdo Bufalino diceva che addirittura <<>>.




(dal web)
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