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La Montagna di Castelvetrano
Ven 24 Feb 2023 - 20:40
La Montagna di Castelvetrano
Castelvetrano è la città degli ulivi, dei tre fiumi, dei mulini, la storia, l'ambiente, la cultura, delle trentasette chiese, dell'Efebo, dei feudi, l'archeologia e la posizione florida all'interno della provincia. Nonostante sia un paese collinare vicino al mare, nel suo contorno territoriale mostra un punto panoramico di gran bellezza paesaggistica.
Il suo nome è la "Montagna" (270 mt. d’altezza). Essa racchiude quell'innata vigoria naturale, visibile con una passeggiata intensa e determinata. La storia del luogo è circoscritta nella vallata della Montagna (al confine con gli ex feudi di Besi, Torretta, Furone e Giallonghi) e ci spinge a rivivere il periodo dei feudi.
Dalle registrazioni effettuate dallo storico Noto - (la Montagna) insieme ai territori di Delia, Margio e Mandranuova facevano parte del Priorato di Delia. Anticamente, era priva di vegetazione ed utilizzata per i pascoli e la macerazione del lino. Grazie all'intervento della forestale per la posizione strategica del luogo, nei primi anni Novanta avvenne la forestazione.
Divenne insieme all'area attrezzata Trinità - Marcita zona di demanio. Giunti alla sommità della salita impervia (con soddisfazione) s'affaccia un' immensa oasi naturale. Sorprende la quantità di luoghi che si possono osservare dalla cima. Dai paesini di Santa Ninfa, Partanna e Salemi fino a Montagna Grande.
Poi, Madonna Bona, la diga Delia e un affluente del fiume Delia. Si sente “lu scrusciu” dell’acqua e del suo passaggio. Nasce probabilmente dal "vicino" feudo di Torretta. Nei periodi di maggiore siccità sparisce completamente. Senza dimenticare la vivacità dettata dai colori delle diverse colture. Una passeggiata immersa tra pini, eucalipti, palme nane e specie botaniche incontaminate.
L’itinerario proposto non è ampio e quindi, bastano un paio di ore per addentrarsi all’interno e scoprire dei minerali di gessite. Sembrano cristalli illuminati dal sole. Si trovano in quantità non indifferenti e costituiscono un certificato sulla datazione delle rocce presenti. Difatti, nelle vicinanze si trovano alcune cave di gesso ormai in totale stato di abbandono.
A pochi passi dal bosco e visibile a occhio nudo, una fila di 11 pilozze (abbeveratoi) incuriosisce. Si cela una storia, un mistero, un percorso anche di fatica e oggi, non è stata fornita l'esatta datazione storica. Potrebbe rappresentare in futuro un monito di studio e approfondimento per rilanciare e pubblicizzare un luogo ancora poco conosciuto.
Non esistono i servizi garantiti da altre strutture boschive e aree attrezzate. Non distanti dalla vetta, una torretta d'avvistamento conferma la presenza del corpo forestale. Un’area pulita, fresca e genuina nella sua essenza naturalistica.
Giunti alla sommità della salita impervia, s'affaccia un' immensa parentesi naturale, estendendo l'occhio osservatore ai paesini limitrofi. S'immerge uno scenario di cotanta bellezza verde, lontana dall'incessante attività quotidiana.
Castelvetrano andrebbe valorizzata nei suoi punti salienti, poiché nasconde angoli paradisiaci e colma con alcune assenze infrastrutturali. La Montagna è un passaggio obbligato per chi, vive in funzione e costante presenza della natura.
Il suo nome è la "Montagna" (270 mt. d’altezza). Essa racchiude quell'innata vigoria naturale, visibile con una passeggiata intensa e determinata. La storia del luogo è circoscritta nella vallata della Montagna (al confine con gli ex feudi di Besi, Torretta, Furone e Giallonghi) e ci spinge a rivivere il periodo dei feudi.
Dalle registrazioni effettuate dallo storico Noto - (la Montagna) insieme ai territori di Delia, Margio e Mandranuova facevano parte del Priorato di Delia. Anticamente, era priva di vegetazione ed utilizzata per i pascoli e la macerazione del lino. Grazie all'intervento della forestale per la posizione strategica del luogo, nei primi anni Novanta avvenne la forestazione.
Divenne insieme all'area attrezzata Trinità - Marcita zona di demanio. Giunti alla sommità della salita impervia (con soddisfazione) s'affaccia un' immensa oasi naturale. Sorprende la quantità di luoghi che si possono osservare dalla cima. Dai paesini di Santa Ninfa, Partanna e Salemi fino a Montagna Grande.
Poi, Madonna Bona, la diga Delia e un affluente del fiume Delia. Si sente “lu scrusciu” dell’acqua e del suo passaggio. Nasce probabilmente dal "vicino" feudo di Torretta. Nei periodi di maggiore siccità sparisce completamente. Senza dimenticare la vivacità dettata dai colori delle diverse colture. Una passeggiata immersa tra pini, eucalipti, palme nane e specie botaniche incontaminate.
L’itinerario proposto non è ampio e quindi, bastano un paio di ore per addentrarsi all’interno e scoprire dei minerali di gessite. Sembrano cristalli illuminati dal sole. Si trovano in quantità non indifferenti e costituiscono un certificato sulla datazione delle rocce presenti. Difatti, nelle vicinanze si trovano alcune cave di gesso ormai in totale stato di abbandono.
A pochi passi dal bosco e visibile a occhio nudo, una fila di 11 pilozze (abbeveratoi) incuriosisce. Si cela una storia, un mistero, un percorso anche di fatica e oggi, non è stata fornita l'esatta datazione storica. Potrebbe rappresentare in futuro un monito di studio e approfondimento per rilanciare e pubblicizzare un luogo ancora poco conosciuto.
Non esistono i servizi garantiti da altre strutture boschive e aree attrezzate. Non distanti dalla vetta, una torretta d'avvistamento conferma la presenza del corpo forestale. Un’area pulita, fresca e genuina nella sua essenza naturalistica.
Giunti alla sommità della salita impervia, s'affaccia un' immensa parentesi naturale, estendendo l'occhio osservatore ai paesini limitrofi. S'immerge uno scenario di cotanta bellezza verde, lontana dall'incessante attività quotidiana.
Castelvetrano andrebbe valorizzata nei suoi punti salienti, poiché nasconde angoli paradisiaci e colma con alcune assenze infrastrutturali. La Montagna è un passaggio obbligato per chi, vive in funzione e costante presenza della natura.
Fonti: balarm.it, castelvetranonews.it
Fotografie: web
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(Michel Houellebecq)
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