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Castello Monte Tauro, Taormina
Mar 28 Mar 2023 - 16:29
Soprannominato “Castello di Monte Tauro”, il maniero di Taormina rappresenta uno dei monumenti più maestosi del versante territoriale.
Castello Arabo-Normanno di Taormina (detto anche Castello di Monte Tauro) sorge in posizione elevata e domina l'omonima cittadina. Questa sua posizione lo connota certamente, assieme al Teatro Antico, come una delle due acropoli che fin dai tempi remoti costituivano punti strategici di controllo delle vie di passaggio da Catania a Messina (fino al 1830 infatti, con la costruzione della strada litoranea, la direttrice nord-sud passava obbligatoriamente per il territorio di Taormina).
Sappiamo, per di più, che la pianificazione edilizia risale al periodo bizantino. Alcuni studiosi,però, suppongono che originariamente esistevano pure degli insediamenti di età protostorica. Ad ogni modo, sotto il dominio dei bizantini, fu un vero e proprio avamposto di difesa contro le incessanti incursioni arabe.
Con l’avvento dei normanni, invece, l’intero edificio fu sottoposto a delle poderose e radicali ristrutturazioni. Per tale ragione, infatti, si suole indicarlo come “entità edilizia” federiciana o normanna. Il fortilizio è, altresì, raggiungibile mediante una lunga scalinata perfettamente intagliata nella roccia.
Partendo dalla piccola chiesa dedicata alla Madonna della Rocca, si inerpica gradualmente in direzione della porta principale del castello. Il portale d’ingresso risulta essere preceduto da un avancorpo scoperto, a sua volta presidiato da camminamenti di ronda posti a protezione dell’ambiente.
Attualmente il castello si presenta come una struttura a cortile cieco, le cui mura “normanne” si innalzano all'esterno mediamente per più di 4 metri sul piano di campagna, mentre all'interno, presumibilmente a seguito dei crolli, emergono per circa 1 metro. Entro il recinto murario si identificano, peraltro, alcune giaciture delle pristine strutture murarie. Ancora oggi si possono notare le cisterne per la raccolta delle acque piovane ed un corridoio sotterraneo per il deposito di vettovaglie ed armi.
La conformazione strutturale del complesso edilizio, di forma trapezoidale, è rinforzata da una poderosa torre che in principio assurgeva a funzione di vedetta.
Tuttavia, allo stato attuale, il “fabbricato difensivo” è caratterizzato da un circuito murario che all’esterno, sul piano di campagna, supera i quattro metri di altezza.
Di converso, sul lato interno, probabilmente a causa dei crolli, emerge per circa un metro. Dentro lo spazio circondato dalle mura, a seguito di numerose ricognizioni in situ, sono state localizzate alcune giaciture delle preesistenti tracce murarie.
Di un certo rilievo anche le cisterne adibite alle raccolte piovane che, ancora oggi, sono perfettamente visibili. È stato rinvenuto anche un corridoio sotterraneo che, quasi certamente, fungeva da deposito di vettovaglie ed armi. Ciò malgrado, come ben si saprà, questa perla monumentale è rimasta inaccessibile al pubblico per decenni.
I primi lavori di restauro, avvenuti tra il 2005 e il 2006, furono realizzati con il proposito di annunciarne l’imminente apertura.
Ciononostante, al termine delle operazioni di cantiere, l’obiettivo di renderlo pubblicamente fruibile sfumò del tutto. Non di rado, almeno così si vocifera, i turisti hanno manifestato il vivo interesse di esplorarlo.
Addirittura, secondo alcune testimonianze, i viaggiatori stessi esprimevano un certo stupore di fronte allo stato di abbandono dell’antica roccaforte. Basti pensare, oltre a ciò, al risentimento di parte degli abitanti locali per la scarsa valorizzazione assegnata ad un bene storico di così grande portata.
A giudizio dei più, la riqualificazione del medesimo sarebbe stato un ulteriore valore aggiunto alla propria città comunemente definita “ Perla dello Jonio”.
In ogni caso, di recente, il fatidico castello è stato dichiarato accessibile. Si tratta, indubbiamente, di un importante traguardo per il quale si è dovuto attraversare un lungo e avventuroso ventennio.
Così, finalmente, dopo tanto tempo ci si potrà immergere nel cuore, a lungo inespresso, di questa meraviglia architettonica.
Castello Arabo-Normanno di Taormina (detto anche Castello di Monte Tauro) sorge in posizione elevata e domina l'omonima cittadina. Questa sua posizione lo connota certamente, assieme al Teatro Antico, come una delle due acropoli che fin dai tempi remoti costituivano punti strategici di controllo delle vie di passaggio da Catania a Messina (fino al 1830 infatti, con la costruzione della strada litoranea, la direttrice nord-sud passava obbligatoriamente per il territorio di Taormina).
Sappiamo, per di più, che la pianificazione edilizia risale al periodo bizantino. Alcuni studiosi,però, suppongono che originariamente esistevano pure degli insediamenti di età protostorica. Ad ogni modo, sotto il dominio dei bizantini, fu un vero e proprio avamposto di difesa contro le incessanti incursioni arabe.
Con l’avvento dei normanni, invece, l’intero edificio fu sottoposto a delle poderose e radicali ristrutturazioni. Per tale ragione, infatti, si suole indicarlo come “entità edilizia” federiciana o normanna. Il fortilizio è, altresì, raggiungibile mediante una lunga scalinata perfettamente intagliata nella roccia.
Partendo dalla piccola chiesa dedicata alla Madonna della Rocca, si inerpica gradualmente in direzione della porta principale del castello. Il portale d’ingresso risulta essere preceduto da un avancorpo scoperto, a sua volta presidiato da camminamenti di ronda posti a protezione dell’ambiente.
Attualmente il castello si presenta come una struttura a cortile cieco, le cui mura “normanne” si innalzano all'esterno mediamente per più di 4 metri sul piano di campagna, mentre all'interno, presumibilmente a seguito dei crolli, emergono per circa 1 metro. Entro il recinto murario si identificano, peraltro, alcune giaciture delle pristine strutture murarie. Ancora oggi si possono notare le cisterne per la raccolta delle acque piovane ed un corridoio sotterraneo per il deposito di vettovaglie ed armi.
La conformazione strutturale del complesso edilizio, di forma trapezoidale, è rinforzata da una poderosa torre che in principio assurgeva a funzione di vedetta.
Tuttavia, allo stato attuale, il “fabbricato difensivo” è caratterizzato da un circuito murario che all’esterno, sul piano di campagna, supera i quattro metri di altezza.
Di converso, sul lato interno, probabilmente a causa dei crolli, emerge per circa un metro. Dentro lo spazio circondato dalle mura, a seguito di numerose ricognizioni in situ, sono state localizzate alcune giaciture delle preesistenti tracce murarie.
Di un certo rilievo anche le cisterne adibite alle raccolte piovane che, ancora oggi, sono perfettamente visibili. È stato rinvenuto anche un corridoio sotterraneo che, quasi certamente, fungeva da deposito di vettovaglie ed armi. Ciò malgrado, come ben si saprà, questa perla monumentale è rimasta inaccessibile al pubblico per decenni.
I primi lavori di restauro, avvenuti tra il 2005 e il 2006, furono realizzati con il proposito di annunciarne l’imminente apertura.
Ciononostante, al termine delle operazioni di cantiere, l’obiettivo di renderlo pubblicamente fruibile sfumò del tutto. Non di rado, almeno così si vocifera, i turisti hanno manifestato il vivo interesse di esplorarlo.
Addirittura, secondo alcune testimonianze, i viaggiatori stessi esprimevano un certo stupore di fronte allo stato di abbandono dell’antica roccaforte. Basti pensare, oltre a ciò, al risentimento di parte degli abitanti locali per la scarsa valorizzazione assegnata ad un bene storico di così grande portata.
A giudizio dei più, la riqualificazione del medesimo sarebbe stato un ulteriore valore aggiunto alla propria città comunemente definita “ Perla dello Jonio”.
In ogni caso, di recente, il fatidico castello è stato dichiarato accessibile. Si tratta, indubbiamente, di un importante traguardo per il quale si è dovuto attraversare un lungo e avventuroso ventennio.
Così, finalmente, dopo tanto tempo ci si potrà immergere nel cuore, a lungo inespresso, di questa meraviglia architettonica.
Fonti: balarm.it, icastelli.it
Fotografie: web
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(Michel Houellebecq)
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