Siracusa e il suo mito delle sorelle Kallipugoi
Lun 17 Apr 2023 - 15:59
Anche gli antichi apprezzavano le armonie delle natiche formose. Il racconto di Ateneo di Naucrati, risalente al 192 d.C., tratto dal XII libro della sua opera "I Deipnosofisti o I dotti a banchetto", ci narra della competizione tra due sorelle sulle fattezze del loro fondoschiena, grazie alle quali riuscirono a far innamorare due ricchi giovani di Siracusa.
L'aneddoto di Ateneo riporta la storia di due sorelle, dal corpo bellissimo ma dal carattere un po’ litigioso, una bruna (la sorella maggiore) e l’altra bionda (la più giovane), appartenenti ad una famiglia contadina che viveva in una fattoria vicino a Siracusa.
Tra di loro, a causa del carattere, battibeccavano continuamente sulla rispettiva bellezza. Facendo a gara su chi delle due avesse le natiche più formose, un giorno avvicinarono un giovane passante affinché fosse lui a giudicare; si mostrarono al viaggiatore, figlio di un uomo ricco, e lui votò per la sorella maggiore. In seguito, l'uomo si innamorò di lei e si ammalò di mal d'amore.
Venuto a conoscenza dell'accaduto, il fratello minore dell'uomo andò a vedere le ragazze e si innamorò, a sua volta, della sorella minore.
Da allora i fratelli si rifiutarono di prendere in considerazione altre spose: infine, il padre fece in modo che le sorelle venissero a sposarli. I cittadini soprannominarono le sorelle "Kallipugoi" ("Donne dalle belle chiappe") e i giovani, con la loro ritrovata prosperità, dedicarono un tempio ad Afrodite, chiamandola "Kallipygos".
Questo episodio è talmente radicato nella cultura siracusana da essere stato trascritto su una parete del salone di rappresentanza, oggi Salone Borsellino, di Palazzo del Vermexio, attuale sede del Comune di Siracusa.
(dal web)L'aneddoto di Ateneo riporta la storia di due sorelle, dal corpo bellissimo ma dal carattere un po’ litigioso, una bruna (la sorella maggiore) e l’altra bionda (la più giovane), appartenenti ad una famiglia contadina che viveva in una fattoria vicino a Siracusa.
Le sorelle Callipigie in un lavoro a loro dedicato da Donatello Grassi
Tra di loro, a causa del carattere, battibeccavano continuamente sulla rispettiva bellezza. Facendo a gara su chi delle due avesse le natiche più formose, un giorno avvicinarono un giovane passante affinché fosse lui a giudicare; si mostrarono al viaggiatore, figlio di un uomo ricco, e lui votò per la sorella maggiore. In seguito, l'uomo si innamorò di lei e si ammalò di mal d'amore.
Venuto a conoscenza dell'accaduto, il fratello minore dell'uomo andò a vedere le ragazze e si innamorò, a sua volta, della sorella minore.
La Venere Landolina, custodita nel Museo archeologico di Siracusa.
Da allora i fratelli si rifiutarono di prendere in considerazione altre spose: infine, il padre fece in modo che le sorelle venissero a sposarli. I cittadini soprannominarono le sorelle "Kallipugoi" ("Donne dalle belle chiappe") e i giovani, con la loro ritrovata prosperità, dedicarono un tempio ad Afrodite, chiamandola "Kallipygos".
La Venere Callipigia, o anche Afrodite Callipigia, custodita nel Museo archeologico nazionale di Napoli
Questo episodio è talmente radicato nella cultura siracusana da essere stato trascritto su una parete del salone di rappresentanza, oggi Salone Borsellino, di Palazzo del Vermexio, attuale sede del Comune di Siracusa.
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