I Chiaramonte, la famiglia del Gotico in Sicilia
Mer 19 Apr 2023 - 14:13
Lo stile gotico giunse in Sicilia dalla Francia nel XIII secolo, durante la dominazione sveva quando, sotto forma di architettura fortificata, furono costruiti: il Castello Maniace di Siracusa, il Castello Ursino di Catania e quello di Augusta, così come le fortificazioni del castello di Enna. Questi edifici si caratterizzavano per una pianta fortemente geometrica con torri angolari o mediane, portali o finestre ad arco a sesto acuto, muri spogli e austeri, dominati da feritoie e merloni.
Se i sovrani del XIII sec. avevano avuto un ruolo preponderante nella nascita in Sicilia del gotico nordico, le grandi famiglie feudali che regnano negli anni successivi, e in particolare quella dei Chiaramonte, sviluppano tale movimento dimostrando un evidente talento nella costruzione di palazzi urbani e di chiese. Palazzo Chiaramonte, detto Lo Steri in piazza Marina, dimora palermitana di questa importante famiglia, ne costituisce un tipico esempio con la sua facciata di raffinata bellezza, coronata da feritoie ed unicamente adorna di splendide finestre con archi a sesto acuto.
I Chiaramonte, che mantengono la loro egemonia durante tutto il XIV sec. a causa dell'indebolimento del potere reale, sono all'origine della costruzione e del restauro di numerosi edifici: da Mussomeli a Racalmuto e da Montechiaro a Favara, si contano almeno una decina di castelli ed edifici. Introdussero un proprio stile distintivo nei numerosi edifici civili e religiosi di cui furono committenti che successivamente prese il nome di gotico-chiaramontano, o stile chiaramontano.
Si trattava di applicazioni in pietra con modanature a zig-zag di derivazione anglo-normanna (bastoni rotti), incastonate nelle ghiere merlettate di portali e bifore a sesto acuto, introdotte al fine di rendere più suggestive e caratteristiche le facciate esterne. Tale sigillo artistico, divenuto poi un vero e proprio marchio di famiglia, ebbe la sua massima applicazione ad Agrigento e Palermo, ma anche in parecchi altri centri delle due provincie, territori a lungo sotto il diretto controllo dei Chiaramonte. Infatti, ad Agrigento e in parecchi centri della stessa provincia, questo stile ebbe una presenza maggiore rispetto agli altri siti siciliani; questo perché la città demaniale di Girgenti, per un certo periodo, si trovò sotto la giurisdizione diretta proprio della famiglia Chiaramonte, che la fece diventare la perla dell’architettura trecentesca.
Nell’agrigentino ne sono un esempio:
Nel Palermitano:
Numerose altre costruzioni, anche in altre parti dell’isola, come ad esempio Palazzo Mergulese-Montalto, costruito nel 1397 a Siracusa, vennero realizzati sulla scorta di tali esempi, caratterizzati da bifore e trifore, sormontate da archi di scarico sia traforati che ornati da motivi geometrici policromi.
Il breve ciclo dello stile chiaramontano, seguendo il ridimensionamento politico della potente casata che lo ispirò, sarà presto superato dal successivo sviluppo delle modalità costruttive “alla catalana” del XV secolo.
(dal web)il Castello Ursino a Catania
Se i sovrani del XIII sec. avevano avuto un ruolo preponderante nella nascita in Sicilia del gotico nordico, le grandi famiglie feudali che regnano negli anni successivi, e in particolare quella dei Chiaramonte, sviluppano tale movimento dimostrando un evidente talento nella costruzione di palazzi urbani e di chiese. Palazzo Chiaramonte, detto Lo Steri in piazza Marina, dimora palermitana di questa importante famiglia, ne costituisce un tipico esempio con la sua facciata di raffinata bellezza, coronata da feritoie ed unicamente adorna di splendide finestre con archi a sesto acuto.
I Chiaramonte, che mantengono la loro egemonia durante tutto il XIV sec. a causa dell'indebolimento del potere reale, sono all'origine della costruzione e del restauro di numerosi edifici: da Mussomeli a Racalmuto e da Montechiaro a Favara, si contano almeno una decina di castelli ed edifici. Introdussero un proprio stile distintivo nei numerosi edifici civili e religiosi di cui furono committenti che successivamente prese il nome di gotico-chiaramontano, o stile chiaramontano.
Si trattava di applicazioni in pietra con modanature a zig-zag di derivazione anglo-normanna (bastoni rotti), incastonate nelle ghiere merlettate di portali e bifore a sesto acuto, introdotte al fine di rendere più suggestive e caratteristiche le facciate esterne. Tale sigillo artistico, divenuto poi un vero e proprio marchio di famiglia, ebbe la sua massima applicazione ad Agrigento e Palermo, ma anche in parecchi altri centri delle due provincie, territori a lungo sotto il diretto controllo dei Chiaramonte. Infatti, ad Agrigento e in parecchi centri della stessa provincia, questo stile ebbe una presenza maggiore rispetto agli altri siti siciliani; questo perché la città demaniale di Girgenti, per un certo periodo, si trovò sotto la giurisdizione diretta proprio della famiglia Chiaramonte, che la fece diventare la perla dell’architettura trecentesca.
Nell’agrigentino ne sono un esempio:
la chiesa e il monastero delle Vergini del S. Spirito dei cistercensi (Hosterium di Agrigento)
il Seminario vescovile del piano della cattedrale di Agrigento (Hosterium Magnum)
La Chiesa di Santa Maria dei Greci di Agrigento
I Conventi di San Domenico e San Francesco di Agrigento
la chiesa di Santa Maria Mater Salvatoris di Bivona
i castelli di Naro, Favara, Palma di Montechiaro e Racalmuto
Nel Palermitano:
l palazzo dello Steri di Palermo
le Chiese di Sant’Agostino e San Francesco d’Assisi di Palermo
il Chiostro di San Domenico di Palermo
il Castello di Caccamo
la Chiesa di Maria Santissima Assunta di Castelbuono
Numerose altre costruzioni, anche in altre parti dell’isola, come ad esempio Palazzo Mergulese-Montalto, costruito nel 1397 a Siracusa, vennero realizzati sulla scorta di tali esempi, caratterizzati da bifore e trifore, sormontate da archi di scarico sia traforati che ornati da motivi geometrici policromi.
Il breve ciclo dello stile chiaramontano, seguendo il ridimensionamento politico della potente casata che lo ispirò, sarà presto superato dal successivo sviluppo delle modalità costruttive “alla catalana” del XV secolo.
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