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I Borghi del Ventennio: Borgo Fazio (Trapani) Empty I Borghi del Ventennio: Borgo Fazio (Trapani)

Dom 4 Giu 2023 - 11:28

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Il borgo si trova in località Guarine, nel territorio del Comune di Trapani, all’epoca notevolmente isolato,  distante  da centri abitati. Fu costruito nel corso dell’anno 1940, su progetto originario dell’architetto Luigi Epifanio, siciliano, nato a Monreale nel 1898. Egli pur essendo in qualche modo un “giovane progettista” (aveva quaranta anni quando gli venne conferito l’incarico) era già noto negli ambienti accademici e professionali, essendo stato, tra l’altro, assistente di Ernesto Basile. Per il progetto, ricorse ad un’architettura fatta da «linee semplici e chiare» che rispecchiava il linguaggio della campagna trapanese, caratterizzata da colline dolci e vaste zone pianeggianti.


Il progetto originario del Borgo, datato 22 gennaio 1940,redatto dall’architetto Luigi Epifanio

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l'assonometria del Borgo

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Il borgo, come altri realizzati durante il Ventennio, era intitolato ad un insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare, Amerigo Fazio, un maggiore marsalese caduto in Etiopia durante la guerra coloniale. Questa la motivazione della concessione dell’onorificenza, il cui testo era riportato sulla targa di denominazione:
"Aiutante di campo del Gruppo Battaglioni CC.NN. d'Eritrea, per quanto notevolmente menomato nel fisico in seguito a recente operazione chirurgica, rimaneva al suo posto per evitare di essere rimpatriato. Nonostante le insistenze del suo comandante, perché non prendesse parte all'azione, si portava di propria iniziativa ove maggiormente ferveva la mischia, sprezzando ogni pericolo.
Durante l'aspro e accanito combattimento, fu di magnifico esempio per calma e serenità. Fedele collaboratore a fianco del comandante del gruppo, incitò con l'esempio e la parola le Camicie Nere, finché, colpito a morte, cadeva eroicamente".


Amerigo Fazio, la M.O.V.M. a cui è intitolato il Borgo

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La denominazione, così come per gli altri sette borghi ECLS (Ente per la Colonizzazione del Latifondo Siciliano, che nel dopoguerra diverrà E.R.A.S., Ente per la Riforma Agraria in Sicilia) del periodo iniziale, venne ufficialmente attribuita con Regio Decreto (nr. 1972), il 9 dicembre del 1940. La lapide dell'ECLS che gli intitola il borgo, probabilmente era — come per Borgo Schirò e Borgo Bonsignore — sull’edificio sede del PNF, ma attualmente non è più visibile.
A completare ed abbellire gli edifici di competenza statale furono coinvolti il noto pittore palermitano Alfonso Amorelli e lo scultore Archimede Campini; quest’ultimo, offrì la propria manodopera per realizzare una statua di San Giovanni per la fonte battesimale ed un’altra della Madonna col Bambino, un tempo posta sulla facciata dell’edificio religioso, della quale rimane traccia grazie ad alcune cartoline dell’epoca.


la Madonna col Bambino dello scultore Archimede Campini

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il prospetto della chiesa e della canonica

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Borgo Fazio rappresenta il primo agglomerato a sorgere nella provincia di Trapani, insieme agli altri centri rurali edificati nelle province siciliane — tranne quella ragusana — ad essere soggette alla colonizzazione del 1939-1940.


di seguito, alcune immagini del Borgo come si presentava subito dopo la realizzazione

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Come consuetudine, anche nei pressi di Borgo Fazio furono istituiti dei poderi dimostrativi e dei campi sperimentali. I primi avevano il compito, come sottolinea Nallo Mazzocchi Alemanni (Direttore dell'ECLS e fra i fondatori dell'Istituto Nazionale di Urbanistica) ne “La redenzione del Latifondo Siciliano”, di fornire “indispensabili direttive tecniche sulla sistemazione dei terreni, sulle piantagioni, sugli allevamenti e sull’ordinamento colturale in genere dei nuovi poderi”. I secondi, invece, avevano un valore prettamente tecnico-scientifico: erano, difatti, pensati per indagini, ricerche e accertamenti sulle colture. La cura di queste aree spettava alla Milizia Nazionale Forestale cosi come l’alberatura attorno ai poderi. Il piano di appoderamento era stato realizzato in modo tale da evitare raggruppamenti di case coloniche.


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L’impianto del borgo è abbastanza originale. Secondo uno schema delle opere presenti nei diversi borghi rurali della Sicilia al 1941, Borgo Fazio avrebbe offerto tutti quei servizi tipici di un centro di tipo A: tra le opere di competenza statale vi era la Casa del Fascio dove erano presenti gli uffici per la GIL, per il PNF, per l’OND, per i sindacati, per la Delegazione Podestarile oltre al salone delle adunanze. La Chiesa, ad unica navata, avrebbe potuto ospitare circa 200 coloni e possedeva la sacrestia e la Casa del Parroco, costituita da quattro vani e servizi.


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Abbinata alla Caserma dei Carabinieri ed al dispensario medico era la Collettoria Postale, istituita in quell’anno ed attiva fino al 16 gennaio 1966. I locali della posta ospitavano l’Ufficio, il posto telefonico ed un alloggio di tre vani e servizi. La Caserma era costituita dall’Ufficio dell’Arma, da una camera di sicurezza e, al primo piano, da mensa e dormitori. Il dispensario medico comprendeva la sala visite e due vani per degenza ed al primo piano era sistemato l’alloggio del medico. La scuola era costituita da due aule con annessi spogliatoi e servizi, dalla casa per la maestra con due camere, cucina e bagno.


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Infine, l’ufficio dell’Ente comprendeva cinque vani e servizi. Le opere di competenza privata, costruite a carico dell’Ente con il sussidio dello Stato, riguardavano le case e le botteghe degli artigiani: trattoria con annessa rivendita generi diversi e monopolio, cucina e magazzino, botteghe del maniscalco, del carradore, del calzolaio, del barbiere e cinque relativi alloggi.


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È sempre presente una piazza centrale, ma questa è aperta su un lato, lungo il quale si trova la principale via d’ingresso, dalla SP45. La strada d'accesso tangente al borgo a Nord, giunge ad una piazza quadrata, aperta verso Nord. Una seconda strada d’accesso, il cui asse è ortogonale alla prima, mette in comunicazione la piazza sempre con la SP45.


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Un sistema viario interno consente un ingresso alternativo alla piazza dalla principale strada d’accesso. Lungo il margine Sud di questa si sviluppa l’edificio sede delle botteghe artigiane, con relativi alloggi; lo sviluppo dell’edificio segue una linea curva, cosicché il prospetto appare convesso ed è questa caratteristica a fornire l’impatto visivo principale all’ingresso del borgo.


le planimetrie delle botteghe artigiane

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e quella della collettoria postale, della caserma e del dispensario medico

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Nessuna fontana era prevista in piazza; all’angolo Nordest è posizionato un pozzo con una copertura a cupola; il pozzo sembra fosse preesistente, mentre la copertura venne realizzata in una fase successiva a quella della costruzione.


la posizione del pozzo a margine della piazza ed un suo particolare

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L’impianto meno usuale del borgo ne rende difforme l’aspetto in confronto alla maggior parte degli altri borghi del periodo. L’aspetto del borgo visto da lontano non ha mai evocato quello del “paesino di campagna”.


il centro di Borgo Fazio come si presenta ai nostri giorni

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L’atmosfera metafisica che ispirava gli altri borghi qui appare meno marcata. Anche qui l’elemento costituito dall’arco è presente, praticamente in tutti gli edifici; ma il risultato d’insieme appare molto diverso da quello di Borgo Schirò o di Borgo Bonsignore. La suggestione del luogo qui si basa su altri elementi, non ultima l’altura con il boschetto posta ad Est, la cui visione, provenendo dalla strada di accesso, non è schermata da alcun edificio.
Forse qui l'aspetto metafisico è fornito dall'immagine che il borgo fornisce, sorgendo, solitario ed isolato, su una landa piatta, sostanzialmente priva di rilievi.


il Borgo, com'era, com'è

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A poche settimane dall’inaugurazione di Borgo Fazio del 18 dicembre 1940, contemporanea a quella degli altri borghi siciliani, il Provveditore agli Studi di Trapani con una nota dell’11 novembre comunicava che il Ministero autorizzava il funzionamento delle due scuole rurali nel centro agricolo, composte da una scuola elementare “con le classi I II e III miste a una scuola del lavoro con le classi IV e V miste”. In breve tempo, si sarebbe proceduto alla nomina degli insegnanti e all’iscrizione “degli alunni obbligati al servizio scolastico”. La lettera si concludeva con la rassicurazione che la nascita della scuola “sarà valido strumento per la bonifica umana e sociale di quelle nuove generazioni”.


piccoli scolari a lezione nella scuola del Borgo

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l'edificio della scuola, ieri e oggi

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Nelle intenzioni dell’ECLS e del suo direttore, esisteva l’intenzione di aggiungere ai diversi centri rurali della Sicilia nuovi edifici e servizi in modo da “assicurare i bisogni indispensabili per una continua permanenza del colono nel podere”.


le botteghe artigiane e relativi alloggi

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Nella sua relazione del 7 ottobre 1940 sul programma di ampliamento dei borghi, Mazzocchi Alemanni sosteneva che “col sorgere ed il moltiplicarsi delle abitazioni in campagna, i compiti che i singoli edifici dei Borghi erano chiamati ad assolvere, non erano più sufficienti. A causa della dipendenza dell’urgenza di approntare subito i progetti dei primi centri, i limiti di spesa imposti costrinsero a limitare la progettazione soltanto ad alcuni edifici”.


l’ufficio postale

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Nella seconda fase, quindi, bisognava pensare al Borgo Rurale come un fulcro di vita, capace di soddisfare i “bisogni immediati” e che sarebbe dovuto “accrescersi col l’accrescersi del numero degli abitanti da servire”. Così, il 10 novembre 1941, lo stesso direttore dell’ECLS affidò nuovamente ad Epifanio la redazione del progetto di ampliamento di Borgo Fazio.


gli uffici dell’ECLS

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Le previsioni del Provveditore di Trapani circa il funzionamento della scuola rurale furono soddisfatte pienamente tanto che il 27 novembre 1941 il già citato Vincenzo Molzani richiese all’Ente di Colonizzazione l’apertura di altre due scuole, una in località Bellusa e un’altra in località Aquila. La prima, distante circa 10km da Borgo Fazio, avrebbe dovuto servire 20 case coloniche, alcune vuote “perché non vi esiste la scuola”. La seconda, invece, distante da Bellusa 7km e 17km dal Borgo, avrebbe dovuto servire altre 26 case. Le due scuole, dipendenti dalla Direzioni Didattica Rurale di Trapani, si sarebbero aggiunte a quelle presenti già a Borgo Fazio, a Xiggiari e a Tamburellara, grazie ai locali concessi rispettivamente dal Notaio Montalto e dall’Ing. D’Alì.


la chiesa e la canonica

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Nel 1942 fu iniziato un ampliamento, relativo alla realizzazione di un ulteriore corpo di fabbrica a completamento dell’edificio che ospitava trattoria e rivendita, e a dei lavori nel podere dimostrativo. I lavori furono sospesi quando in Sicilia venne dichiarato lo stato di emergenza. Alla sospensione, l’ampliamento della trattoria era stato praticamente portato a termine.


la planimetria dei lavori di ampliamento del 1942

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Durante gli anni della Riforma Agraria, il raggio di Borgo Fazio si sarebbe intersecato con la zona di competenza di Borgo Bassi e dei borghi di tipo C previsti nelle C.de Ranchibilotto, Giarretta e Case Caramazza, appartenenti al Comprensorio di Bonifica del Birgi. Nel 1954, a beneficiare inizialmente del piano economico predisposto dalla Regione Siciliana, furono i borghi Schirò, Bonsignore, Cascino e Fazio per i quali fu pianificato il “ripristino o la istituzione exnovo, per un quadriennio, di alcuni servizi pubblici”.


la sede del PNF

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La volontà del Governo regionale di dare un nuovo sviluppo ai 24 borghi costruiti o in fase di costruzione al 31 agosto 1954 mirava a ottenere dei risultati di vasta importanza sociale ed economica; di contro i Comuni sotto i quali ricadevano i borghi rurali non poterono più usufruire delle somme occorrenti per le spese di attrezzature e di funzionamento. Ciò provocò, da parte dei piccoli paesi, il completo abbandono dei borghi, la sospensione di tutti i servizi, compreso quello sanitario e religioso, nonché la mancata custodia dei locali e del costoso arredamento che era stato manomesso e, in parte, sottratto.


il progetto dell'ERAS che negli anni Cinquanta prevedeva l'aggiunta di unità abitative

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la nuova assonometria

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Al 4 settembre 1954, Borgo Fazio garantiva ancora ai coloni trapanesi l’assistenza civile e religiosa, sanitaria e scolastica, la presenza di un fabbro carradore e un calzolaio, l’attività dello spaccio e della trattoria, la tutela dell’ordine pubblico, i collegamenti di persone o cose ed il servizio telefonico e postelegrafonico. Era presente anche l’assistenza ricreative e culturale grazie ad un Cinema e ad una biblioteca circolante.


di seguito, altre immagini delle condizioni odierne del Borgo

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Fino agli inizi degli anni Settanta l’ufficio postale era rimasto in funzione, ed almeno per un’ulteriore decina d’anni la chiesa aveva officiato.


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Attualmente Borgo Fazio è frequentato solo occasionalmente da pastori ed agricoltori della zona, oltreché da qualche appassionato di soft air gun.


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Nonostante le diverse opere di manutenzione, succedutesi nel corso degli anni, Borgo Fazio è uno dei borghi che oggi versa nelle condizioni peggiori. Molte delle strutture hanno subito crolli a causa del devastante terremoto del Belice del 1968, del tempo e dell’incuria: tra il 2006 ed il 2013, in meno di sette anni, sono crollate le sedi dell'ECLS e del PNF, la facciata della chiesa, il cortile della canonica, l'intera trattoria e l'ala Est delle botteghe artigiane.


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Il Borgo fu consegnato al Comune di Trapani con obbligo di utilizzo per scopi di pubblica utilità il primo febbraio 1978 in base a quanto stabilito dalla Legge 890/1942, anche se pensare ad una riconversione e rivalutazione, stando alle condizioni attuali, è decisamente sconfortante: il destino di gran lunga più probabile sembra quello del progressivo disfacimento fino all'oblio.


un video con le suggestive immagini del Borgo Fazio di oggi





(dal web)

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