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La Grotta dei Cordari e la sua leggenda (SR) Empty La Grotta dei Cordari e la sua leggenda (SR)

Gio 17 Nov 2022 - 18:31

La Grotta dei Cordari e la sua leggenda

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Situata all'interno della latomia del Paradiso, riaperta al pubblico lo scorso anno dopo quarant’anni di chiusura, all’interno del Parco Archeologico Neapolis di fianco all’Orecchio di Dionisio, vi è la Grotta dei Cordari che, per secoli, grazie alla propria lunghezza e alla presenza dell'acqua, ha ospitato l'arte dei fabbricanti di corde, i cordari appunto.

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La Grotta dei Cordari è un enorme cava con un elevato tasso di umidità, con le pareti interne ricoperte di muschio e di felce, immersa in una rigogliosa vegetazione ricca di oleandri, palme, limoni, nespoli e fichi d’India, presenta le volte sorrette da pilastri somiglianti a grandi stalattiti, tra le immense pareti strapiombanti.

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Qui, per ben 300 anni fino al 1984, vi hanno lavorato artigiani che hanno prodotto corde con la ruota a mano, questi furono anche un pezzo di “folklore” della città di Siracusa, poiché questa attività suscitava curiosità e fascino per tutti i visitatori. Un lavoro importante senza dubbio, ma molto faticoso, perché avveniva con l’uso delle mani e seguiva una lunga lavorazione.

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Di amplissime proporzioni, con una successione di pareti e di spazi, dalla volta sorretta da alti pilastri rocciosi, questa grotta è sicuramente la più suggestiva della Latomia del Paradiso. Questi effetti vengono maggiormente esaltati quando il fondo è coperto di acque meteoriche o di falda che provengono da infiltrazioni della volta. Notevoli e distintissimi sono i segni dell'estrazione della pietra, sulle pareti e sui soffitti si osserva la successione dei piani di stacco dei blocchi asportati dal banco roccioso. Segue verso est la grotta del Salnitro la cui imboccatura è in parte coperta da un gigantesco masso crollato dalla volta, sul quale sono visibili, in forma quasi di gradinate, i piani di stacco dei blocchi calcarei.

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Conosciuta in età greca come cava di pietra e prigione, secondo quanto tramandano gli storici, l'area fu trasformata successivamente in giardino, un "paradiso" di alberi di limoni e aranci tipici del paesaggio siciliano.

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Questa grotta ha anche una leggenda: San Paolo e lo scorpione trasformato in granchio

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La leggenda che narra l’episodio della predicazione di Paolo nella Grotta dei Cordari racconta quello dello scorpione. Si sa che uno dei pericoli più gravi per chi si reca in luoghi umidi come le latomie sono gli scorpioni: Sono animaletti velenosi che hanno il capo connesso al torace, la bocca con due chele, la coda con un pungiglione e una vescichetta d’onde schizza veleno.
Ora, mentre San Paolo stava predicando, un uomo sollevò uno dei tanti massi che stavano nella grotta per potervisi sedere e ascoltare più comodamente la predica. Ma, intento a non perdere una parola di quello andava dicendo l’Apostolo, non si accorse che sotto il masso vi era, come appunto abbiamo detto che capita, uno scorpione.
Il velenoso animale, disturbato dal suo tranquillo riposo all’ombra del masso, cominciò a camminare e appena quell’uomo si sedette, lo punse con il suo aculeo e gli schizzò il veleno. Improvvisamente si sentì un terribile urlo di dolore, che fece voltare tutti gli ascoltatori verso quella parte dove il povero uomo si contorceva dal dolore. San Paolo interruppe la sua predica e domandò che cosa fosse successo: “Quell’uomo là in fondo – gli spiegarono – è stato morso dallo scorpione velenoso! Per lui non v’è scampo, oramai!”
San Paolo, come tutti sanno, era ciaraulu, cioè non temeva le vipere e gli animali velenosi. Si dice pure che chi è nato il 25 gennaio, festa di San Paolo, è pure lui ciaraulu e le vipere se le può mettere anche in tasca, come faceva Turuzzo Rizza a Palazzolo, dopo aver loro tolto i denti….
“ Non temere! – disse al pover uomo che già era diventato pallido, bianco come una pezza uscita fresca fresca dal bucato – Abbi fede in Dio, che è solo un morso di granchio!”E piegatosi verso terra, con la più grande meraviglia di tutti, raccolse, che era ancora lì che tentava di nascondersi sotto il masso, nientepopodimenochè un… granchio, un bel granchio di fiume!

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Fonti: balarm.it, ifattisiracusa.it, siracusaturismo.net, siracusatravel.com, comune.siracusa.it

Fotografie: web
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