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Miti e leggende siciliane - 6^ parte La leggenda del vascelluzzu Empty Miti e leggende siciliane - 6^ parte La leggenda del vascelluzzu

Dom 4 Dic 2022 - 15:29

Miti e leggende siciliane - 6^ parte

La leggenda del vascelluzzu



Miti e leggende siciliane - 6^ parte La leggenda del vascelluzzu DfSIYbH



Grazie ai Vespri siciliani Messina e Palermo si liberano dal dominio Angioino chiamando come re della Sicilia, nell’ordine, Pietro III d' Aragona, Giacomo e Federico II d'Aragona. Prima della pace di Caltabellotta, gli Angioini cercarono di riconquistare le città perdute, soprattutto Messina.

San Ludovico da Tolosa incorona Roberto d'Angiò



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Roberto D'Angiò, per conquistare tale città, mandò il suo esercito a Catona e assediò Reggio Calabria, in modo da bloccare gli aiuti per Messina che al momento era governata da Federico II D'Aragona. La città soffriva una grossa crisi alimentare. Nicolò Palizzi suggerì di andare da Alberto da Trapani, già considerato Santo per dei grandi prodigi che aveva effettuato. Il giorno seguente, Federico II e la sua corte si diressero alla Chiesa del Carmine in cui Sant'Alberto celebrava la messa.

Alberto degli Abati, meglio noto come Sant'Alberto di Sicilia



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Egli cominciò a pregare ed alla fine delle sue preghiere una voce dal cielo gli confermò che le sue preghiere erano state esaudite: si videro arrivare tre navi i cui equipaggi scaricarono del grano. I messinesi si convinsero che le navi fossero state mandate dalla Madonna. L’evento determinò la nascita della tradizione del "vascelluzzo". Tutti corsero ai piedi del Santo per ringraziarlo, lui li benedì e lì esortò a credere in Dio e nella Madonna della Lettera.

la Madonna della Lettera



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Qualche giorno dopo arrivarono altre quattro navi cariche di vettovaglie. Roberto d'Angiò capì che non poteva più sconfiggere la città per la fame e si convinse ad arrendersi e stabilì un trattato di pace con Federico II D'Aragona La leggenda narra che in quei giorni accadde un altro prodigio: una signora vestita di bianco passeggiava sugli spalti delle mura con lo stendardo di Messina, un francese lanciò una freccia contro di lei ma la freccia ritornò indietro.

la Dama Bianca nella tradizione messinese



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Anche in questa occasione la Madonna della Lettera difese Messina. Sant'Alberto morì nel 1307. Quando Federico II fece alloggiare i suoi cavalli nel convento del Carmine, trasformando in stalla la chiesa in cui era il Santo era sepolto, un male misterioso portò alla morte i cavalli ed i soldati. Aprendo la tomba di Sant'Alberto, questi fu trovato in ginocchio per chiedere la punizione per i profanatori.

la Processione del Corpus Domini col Vascelluzzo ricoperto di spighe di grano



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Appuntamento importante per i messinesi, è quello della "Festa del Vascelluzzo", durante la Processione del Corpus Domini. Il vascello poggia su una base incisa col motivo ad onde marine ornata con foglie e fiori; sulle facce vi sono raffigurati i volti che secondo la tradizione sarebbero i marinai fondatori della confraternita di S. Maria di Portosalvo. Vi sono inoltre quattro medaglioni con le effigi della Madonna della Lettera, di S. Alberto con la Bibbia e un giglio, S. Placido insieme ai fratelli (secondo la tradizione martirizzati e sepolti a Messina) e la Madonna di Portosalvo con la veduta di Messina. Sull'intera struttura compaiono varie date a partire dal 1644 (le date sulla base, 1767 e 1792, fanno pensare che questa sia successiva al vascello), ma documenti della fine del XVI secolo fanno accenni alla realizzazione dell'opera che la confraternita dei marinai aveva il privilegio di portare in processione. In ricordo dell'episodio sopra menzionato, ancora oggi il Vascelluzzo viene ricoperto di spighe di grano.




(dal web)
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