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mamar
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La leggenda della femmina e del calzolaio. La truvatura dell'Etna Empty La leggenda della femmina e del calzolaio. La truvatura dell'Etna

Mar 6 Dic 2022 - 20:24

La leggenda della femmina e del calzolaio

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La nostra splendida Sicilia rientra nel novero delle terre cariche di mistero e magia. A confermarlo sarebbero numerosi racconti popolari che prediligono come oggetto d’argomento proprio le famose truvature.
“Attruvatura” o “Truvatura” è un vocabolo siciliano che sta a indicare un tesoro dimenticato che è possibile liberare solo grazie a una parola d’ordine prestabilita.
Trovare un tesoro in Sicilia vuol dire anche trovarsi davanti un pircante. Il pircante è il classico gnomo a guardia dei prezioni. Immobile e fisso, incantato, ha poteri magici tali da impedire il ritrovamento, ma tali da confondere anche quelli che fossero riusciti a penetrare nella stanza della truvatura. Il pircante delle leggende è divenuto così familiare che in Sicilia una persona immobile e ferma, si dice che pari u pircanti supra a truvatura (che «sembra lo gnomo a guardia del tesoro nascosto»), mentre una persona imbambolata è rimasta pircantata.

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La truvatura dell'Etna

Il Monte Santa Maria si trova sull'Etna, tra il monte Collabasso e le lave del Passo dei Dammusi. Su di esso vi è una grotta, detta della femmina e del calzolaio, che si ritiene fosse il nascondiglio di un favoloso tesoro. In questa grotta trovavano rifugio ventiquattro briganti con il frutto delle loro ruberie. In essa avevano rinchiuso una donna e un calzolaio a guardia di ventiquattro mucchi d'oro. Accadde che i briganti un giorno vennero catturati dalle guardie della piana di Catania. La povera donna ed il povero calzolaio morirono di fame attendendo il ritorno dei loro carcerieri. Accadde che si trasformarono in pircanti a guardia dei ventiquattro cumuli d'oro.
Molto tempo dopo passò di lì un pastore con le sue pecore. Saccorse che vi era una grossa pietra da dove spuntava un anello. Incuriosito tirò l'anello e... gli apparve una grotta luccicante d'oro. La sorpresa fu enorme quasi quanto l'avidità di portare tutto via. Riempì le bisacce di quanto più poteva e stava per andarsene felice, quando alle sue spalle rintronò una voce femminile d'oltretomba che disse: Viddanu, viddanu, accussì ti nni vai e ti porti li dinari? Il pastore terrorizzato scappò volando dalla grotta lasciando lì anche le preziose bisacce. Chiuse con la grossa pietra quadra. Nella fretta lo fece erroneamente al contrario:l'anello rimase all'interno e non vi fu più modo d'individuare dove si trovasse la grotta. Nessuno sa più dove si trovi la grotta con i suoi preziosi ventiquattro mucchi d'oro. Anche per questa truvatura non vi è uno scopritore. Il tesoro ancora aspetta nelle viscere del Monte Santa Maria sull'Etna.

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Fonti: balarm.it, celeste-ots.it, catania.italiani.it
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