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La Sicilia che scrive: Simonetta Agnello Hornby e la trilogia siciliana Empty La Sicilia che scrive: Simonetta Agnello Hornby e la trilogia siciliana

Ven 9 Dic 2022 - 20:24

La Sicilia che scrive: Simonetta Agnello Hornby e la trilogia siciliana HOHS5wF



Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo nel 1945.
Vive dal 1972 a Londra ed è cittadina italiana e britannica.
Laureata in giurisprudenza all’Università di Palermo, ha esercitato la professione di avvocato aprendo a Brixton lo studio legale “Hornby&Levy” specializzato in diritto di famiglia e minori. Ha insegnato diritto dei minori nella facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Leicester ed è stata per otto anni part-time Presidente dello Special Educational Needs and Disability Tribunal.
La Mennulara, il suo primo romanzo, pubblicato da Feltrinelli nel 2002 è stato tradotto in tutto il mondo. Da allora ha pubblicato diversi libri tra cui La zia Marchesa (Feltrinelli, 2004), Boccamurata (Feltrinelli, 2007), Vento scomposto (Feltrinelli, 2009), La monaca (Feltrinelli, 2010), Camera oscura (Skira, 2010), Il veleno dell’oleandro (Feltrinelli, 2013), Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni; Feltrinelli, 2013), Via XX Settembre (Feltrinelli, 2013), Caffè amaro (Feltrinelli, 2016) e, con Massimo Fenati, la graphic novel de La Mennulara (Feltrinelli, 2018).
Ha inoltre pubblicato libri di grande successo legati alla cucina con una fortissima componente narrativa: Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La cucina del buon gusto (con Maria Rosario Lazzati; Feltrinelli, 2012), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello; Slow Food, 2012) e Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014).
Ha anche pubblicato La mia Londra (Giunti, 2014), una guida/memoir personalizzata di Londra e il racconto per ragazzi Rosie e gli scoiattoli di St. James (con George Hornby; Giunti, 2018).
Tutti i suoi libri sono stati best seller e hanno venduto in Italia più di un milione di copie.
È frequente ospite alla radio, alla televisione e sulle maggiori testate giornalistiche italiane.
Simonetta Agnello Hornby ha sempre cercato di legare la professione di avvocato e la sua scrittura all’impegno per sostenere le cause dei minori, delle vittime di violenza domestica e degli emarginati.
Il 2 giugno 2016 Il Presidente della Repubblica le ha conferito l’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Grande Ufficiale.
Nel 2014 è stata protagonista, con sua sorella Chiara Agnello, della trasmissione “Il pranzo di Mosé”, su Real Time. Nel 2015 è apparsa con il figlio George Hornby, su Raitre, nel documentario reality show Io & George, un viaggio da Londra alla Sicilia per aumentare la consapevolezza dei problemi affrontati dai disabili.
Ha girato un docu-film per laeffe, Nessuno può volare, titolo anche del nuovo libro uscito per Feltrinelli nel 2017.
Nel 2017 ha contribuito con un racconto alla raccolta Un anno in giallo, Sellerio, insieme a Andrea Camilleri, Esmahan Aykol, Gian Mauro Costa, Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Santo Piazzese, Francesco Recami, Alessandro Robecchi, Gaetano Savatteri, Fabio Stassi.
Il 17 luglio del 2018 ha ricevuto dal Centro Regionale di Sant’Alessio, istituzione che fin dall’ottocento realizza attività volte all’inclusione sociale dei ciechi e degli ipovedenti, la Stella di Sant’Alessio “per aver saputo valorizzare, con il suo documentario Nessuno può volare, il mondo della disabilità e della disabilità sensoriale, attraverso l’incontro con le persone e le testimonianze storiche conservate negli archivi del Centro Regionale Sant’Alessio di Roma”.
Simonetta, figlia di un disabile e madre di George affetto da Sclerosi Multipla Primaria Progressiva, lo considera il premio più importante e significativo che le sia stato conferito.

La Sicilia vista con gli occhi delle donne. Con quelli di Maria Rosalia Inzerillo, Costanza Safamita, zia Rachele: le protagoniste dei romanzi di Simonetta Agnello Hornby.

Mennulara (2002), La zia marchesa (2004), Boccamurata (2007) hanno un doppio comune denominatore: la Sicilia e le donne. La Sicilia popolare degli anni Sessanta, quella nobile della seconda metà dell’Ottocento, quella inquieta dei nostri giorni. Dalla Mennulara a Boccamurata le donne della Hornby si muovono in un contesto sociale e storico ostile. Ha definito i suoi primi tre romanzi una trilogia “perché pur non essendo strettamente collegati, sono tre libri che raccontano la Sicilia dal 1860 a oggi. Certi elementi vengono sviluppati da uno all’altro, per esempio il rapporto delle persone di servizio con i padroni, il paesaggio, le relazioni tra figli e genitori”.

La Mennulara

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È il primo romanzo di Simonetta Agnello Hornby. Pubblicato nel 2002, racconta la vita e la morte di Rosalia Inzerillo, detta la Mennulara (la raccoglitrice di mandorle), nella cornice di una Sicilia stretta nelle sue contraddizioni. Bestseller tradotto in 19 lingue, il libro ha ricevuto il 7 giugno 2003 il Premio Letterario Forte Village; nello stesso anno, ha vinto il Premio Stresa di Narrativa e il Premio Alassio Centolibri - Un Autore per l'Europa, ed è stato finalista del Premio del Giovedì "Marisa Rusconi".

Il romanzo inizia il 23 settembre 1963, con la morte di Rosalia Inzerillo, detta la Mennulara, per essere stata in gioventù raccoglitrice di mandorle. La Mennulara, domestica a servizio della famiglia Alfallipe fin dall'età di 13 anni, aveva in realtà ricoperto, grazie alla sua brillante intelligenza, un ruolo ben più importante di quello di cameriera: era stata anche l'amministratrice dei beni della famiglia. Infatti, nonostante non fosse in grado di scrivere ma solo di leggere, la Mennulara era diventata il cardine centrale della famiglia Alfallipe sia dal punto di vista affettivo che da quello economico: le sue capacità nel gestire i beni della famiglia Alfallipe avevano consentito ad ogni componente della famiglia di continuare a fare ciò che ognuno preferiva, senza preoccupazioni materiali. Allo stesso tempo, l'intelligenza e la caparbietà della Mennulara erano riuscite nel tempo a sfruttare le non-occasioni della sua vita, trasformando in elementi positivi e a suo favore tutte le grandissime disgrazie da lei incorse fin dalla fanciullezza. Queste tragedie, dalla morte del padre, alla responsabilità di mantenere la sorellina e la mamma malate, alla violenza che aveva subìto, avevano fatto sì che fosse circondata da una cappa di apparente freddezza che incuteva timore e rispetto reverenziale. Tutti in paese parlavano di lei, favoleggiando sulla ricchezza che avrebbe accumulato in modo non chiaro, forse addirittura grazie ai suoi rapporti con un mafioso. E proprio attraverso le opinioni degli abitanti del paese, si sviluppa il resoconto della misteriosa vita di Rosalia: di capitolo in capitolo, il racconto si svolge attraverso un diverso io narrante, in cui la figura della Mennulara emerge al di sopra degli altri personaggi. Le passioni, la violenza, la malattia, le amanti, la vita e la morte ma anche il pettegolezzo che tutto porta e tutto trasforma, impregnano il romanzo con una vis leggera e vivace. Il romanzo, attraverso una struttura di piccoli capitoli con titoli quasi di sapore boccaccesco, porta ad una successione di colpi di scena che sempre più trascolorano la figura della Mennulara da carnefice a vittima.

La zia marchesa

La Sicilia che scrive: Simonetta Agnello Hornby e la trilogia siciliana LAvfeBu



La zia marchesa è il secondo romanzo di Simonetta Agnello Hornby edito nel 2004 da Feltrinelli.

Dopo La Mennulara, La zia marchesa rappresenta per certi versi un altro spaccato della storia della Sicilia e quindi il secondo romanzo della Trilogia Siciliana che si conclude con Boccamurata. Se con La Mennulara siamo negli anni Sessanta, con La zia marchesa si torna indietro dal punto di vista storico: alla Sicilia di fine Ottocento. Il romanzo offre almeno tre piani di lettura: quello dello svolgimento della vicenda, quello storico e quello sociale.

È la storia di una famiglia aristocratica siciliana, quella dei Safamita ritratta attraverso tre generazioni con tutti i suoi privilegi e ricchezze, ma anche con tutti i suoi vizi: arroganza, adulteri, invidie, incesti, ricatti: una famiglia destinata inevitabilmente a sfaldarsi sulla spinta dell'evoluzione sociale dei “burgisi” e della forza che acquista sempre di più la mafia che impone con maggiore determinazione le proprie regole. La vicenda narrativa ha inizio nel 1898, appena tre anni dopo la scomparsa della protagonista, della "Zia Marchesa", Costanza Safamita. A narrare è Amalia Cuffaro, la balia della Marchesa che adesso vive alla Montagnazza accudendo una sua nipote: Pinuzza. Ma c'è anche un'altra voce narrante che offre ulteriori dettagli su vicende che neppure Amalia conosce. Si comincia con la nascita di Costanza nel maggio del 1859 e la narrazione procede fino alla morte della Marchesa a soli 36 anni, si arriva quindi al 1895. In questi anni il lettore impara a conoscere i componenti principali della famiglia Safamita: Il Barone Guglielmo padre di Caterina, madre di Costanza; il Baronello Domenico, fratello di Guglielmo, che sposa la nipote più giovane di lui, dalla quale nascono: Stefano il figlio maggiore, Costanza e Giacomo.
La Baronessa Assunta Safamita rimasta nubile e dedita alle preghiere con le sue fimmine mistiche; la sua aspirazione maggiore è quella di essere “beata” dopo la sua morte. La Baronessa Carolina Safamita Scravaglio, mal sopportata dai fratelli e della quale si diceva che fosse cleptomane. La protagonista è Costanza, secondogenita di Caterina e Domenico Safamita, che dopo la nascita viene rifiutata dalla madre che avrebbe voluto dare al marito un altro maschio e invece era nata lei, Costanza, fimmina e per giunta coi capelli rossi e piena di lentiggini. Così l'infante allontanata dalla madre si affeziona sempre di più alla sua balia e alle donne di servizio in mezzo alle quali cresce. Sente affetto anche per i fratelli, soprattutto per Stefano, il più grande, e per il padre che invece ha per lei una notevole predilezione perché è quella che sente più vicina a lui e più adatta a gestire il patrimonio del casato. Il Baronello non si sbaglia: infatti i figli maschi così voluti e desiderati si rivelano una completa delusione: Stefano viene allontanato da casa perché si innamora di una donna non nobile, figlia di un firraru e si intestardisce a volerla sposare contro il volere del padre. Giacomo, il più piccolo dei figli sposa Adelaide Lattuca e si dimostra invidioso dello stato patrimoniale ereditato dalla sorella alla morte del padre: non solo la minaccia, la chiama “'u malu pilu” e poi “bastarda” ma le mette le mani intorno al collo e solo l'intervento del marito di Costanza evita il peggio. Il matrimonio di Costanza è piuttosto tormentato, anche se, contrariamente agli usi della nobiltà, è stata proprio lei a decidere di sposare il marchese Pietro Patella di Sabbiamena, attratta dai suoi modi gentili e dal suo fascino. Il Marchese accetta di sposare Costanza per la sua dote ma, almeno i primi anni non la ama, il matrimonio non viene consumato se non dopo qualche anno, e il marchese tradisce continuamente la moglie anche dentro le mura del loro palazzo. Da una relazione con una donna di servizio nascerà un figlio che Costanza cercherà di proteggere.

Boccamurata

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“Boccamurata” è il terzo romanzo della cosiddetta trilogia, come l’autrice stessa l’ha definita. Una trilogia, per la verità, senza punti in comune con i romanzi precedenti: “La Mennulara” e “La zia marchesa”. Ma trilogia la dobbiamo chiamare. Pur diversi per personaggi, ambienti sociali, situazioni ma così simili per le passioni, la sensualità prepotente degli “attori” che Simonetta Agnello Hornby mette in scena, costruiti con la solita e riconoscibilissima maestria, la “parlata siciliana”, i paesaggi sempre descritti da suscitare nostalgia ai siciliani che ne sono lontani.

Chi è stata la madre di Tito? Una poco di buono, come dicono certe voci cattive? O una signora di buona famiglia costretta a “sparire”, come ha sempre detto il padre Gaspare? Tito è alla guida di un pastificio, fonte non solo di ricchezza ma anche di conflitti, tensioni e invidie in seno a una famiglia allo sbando. È soltanto la sua autorità a tenerla insieme, a volerla unita, con il sostegno forte della mite presenza della vecchia zia Rachele: la zia ha vegliato su Tito e poi sui figli di lui e non ha perso la capacità di intuire anche quello che le si vorrebbe tener nascosto, ma nel suo sguardo cominciano ad affiorare a poco a poco ricordi confusi e brandelli di segreti custoditi tenacemente per più di mezzo secolo.
A smuovere ulteriormente le acque torbide, insieme alla bellissima Irina, spregiudicata e intraprendente, arriva all’improvviso Dante, figlio di una ex compagna di collegio della zia. E c’è chi sospetta oscuri moventi.Quanto più la storia si apre a inattesi sviluppi nel presente, tanto più il passato viene folgorato da una nuova luce e il mistero che nascondeva si dischiude lentamente con la forza di una grande storia d’amore. Ancora una volta, sono al centro della scrittura di Simonetta Agnello Hornby la famiglia come covo di sentimenti innominabili, la lotta per la roba, la sensualità di uomini e donne. Sullo sfondo, modernissima e viva, una Sicilia che cambia,inesorabilmente.


Una lettura di anni fa, ma la consiglio a chi non l'avesse ancora letta. La scrittura di Agnello Hornby è pulita, scorrevole, coinvolgente, sensuale e mai ovvia o scontata. Un'autrice interessante, da conoscere.


Fonti: wikipedia, amazon, amicidellabiblioteca, enciclopediadelledonne.

Immagini: web
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