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Per Santa Lucia, la cuccìa Empty Per Santa Lucia, la cuccìa

Dom 11 Dic 2022 - 20:27

La cuccìa

Un dolce da preparare per Santa Lucia


Per Santa Lucia, la cuccìa FP8RPyd



La cuccia è una ricetta siciliana. È un dolce preparato per Santa Lucia (il 13 dicembre) e rappresenta un vero rito in tutta l’isola. La si mangia in occasione di questa ricorrenza, insieme alle arancine (a base di riso e fritte). Questi piatti traggono origine da alcuni fatti storici e anche da alcune leggende legate alla fede. Si rinnova, dunque, un legame con il passato che continua a mantenersi vivo più che mai.

Il fatto storico
È stato tramandato da Giuseppe Capodieci nelle Memorie di S. Lucia, dove annotava: «Occorre in quest’anno (1763) una grande carestia sino al 9 gennaio, in cui suole esporsi il Simulacro di S. Lucia, per la commemorazione del terremoto del 1693. Nel farsi al solito la predica, esce di bocca al predicatore che S. Lucia poteva provvedere al suo popolo col mandare qualche bastimento carico di grano. In effetti, il giorno dopo, arriva dall’Oriente nel porto una nave carica di frumento e sul tardi un bastimento, che era stato noleggiato dal Senato; poscia un vascello raguseo, seguito ancora da altri tre, sicché Siracusa, con tale abbondanza che appare a tutti miracolosa, può provvedere molte altre città e terre di Sicilia. Il padrone di una delle dette navi dichiarò che non aveva intenzione di entrare in questo porto, ma vi fu obbligato dai venti e seppe che era in Siracusa dopo aver gettato l’ancora; aggiungendo che, appena entrato in porto, si era guarito di una malattia agli occhi che lo tormentava da qualche tempo».

La Leggenda

Dopo l’arrivo al porto di Siracusa (Palermo secondo altri, ma la leggenda – fatta propria anche da altre città della Sicilia – cita altre località), seguente il periodo di carestia in Sicilia, le navi furono prese d’assalto e ognuno poté portare a casa la sua razione di grano e, per non perdere tempo per macinarlo e trasformarlo in farina e poi in pane o pasta, lo cucinò semplicemente così com’era e senza ingredienti.
La popolazione nell’elaborare l’accaduto provò doppio segno di riconoscenza, poiché era 13 dicembre, dedicando questo giorno a S. Lucia, sia come protettrice della vista dopo la guarigione del padrone di una di quelle navi e sia come artefice del miracolo operato con la fine della carestia a favore del popolo di Siracusa, di cui lei era concittadina, diventandone “patrona”. Da quel momento in poi fu deciso, ogni anno in quel giorno, che si mangiasse solo cuccìa e legumi, evitando farinacei (pane e pasta).

Questo antica usanza, che proibiva il consumo di farinacei (pane e pasta) per il giorno di Santa Lucia anche a Palermo, è confermata da Giuseppe Pitrè, famoso studioso di tradizioni popolari, nel suo libro di proverbi siciliani in cui scrive : “Santa Lucia pani vurria, pani nu nn’hauiu, accussì mi staiu” (Santa Lucia vorrei del pane, ma pane non ho, digiuno mi sto). Da qui nel palermitano l’uso ormai codificato di mangiare il 13 dicembre di ogni anno la cuccia, accompagnando ad essa – rispettando l’uso di non mangiare pane e pasta – abbuffate di panelle, arancine, sformati di riso, gattò di patate e tante altre specialità.

Da dove deriva la parola cuccìa?

Se la creazione di questo mito serve a spiegare un rito ben preciso, è altrettanto vero che la cuccìa non solo è ad esso preesistente, ma la ritroviamo parimenti a svolgere la funzione di cibo rituale in occasioni diverse anche se sempre legata a qualche festa di santo o commemorazione, come in alcune località della Basilicata, dove è propria della Commemorazione dei Defunti, assumendo così, secondo l’uso orientale, l’aspetto di pasto funebre. La cuccìa come origine risulta strettamente imparentata alla kóllyva greca, una vivanda a base di «grano cotto, spesso mescolato con chicchi di melograno, di uva passa, farina, zucchero in polvere, ecc., che si porta su un vassoio in chiesa alla fine di una messa di requie e si distribuisce ai presenti a glorificazione dei defunti», e alla kutjà russa, che era a base di grano (o miglio, orzo, riso) bollito. Troviamo per la prima volta l’esistenza del termine Cuccìa nel Vocabolario siciliano e latino di Lucio Scobar, datato 1519, dove cuchia (il digramma ch era pronunciato c in antico siciliano) è spiegata “triticum decoctum” (grano bollito).

Nella seconda metà del 1700 il termine greco cóccos ha lo stesso significato di granum, mentre il nome “cuccia” viene derivato dalla voce siciliana “cocciu” (granello), chiamata appunto così perché «è fatta di granelli di frumento». Nell’800 viene proposta come derivante dal basso greco kokkía, aggiungendo in seguito che era chiamata cucchià in Arcadia. Gli studiosi moderni hanno definitivamente accertato la derivazione di Cuccìa dal greco ta ko(u)kkía (i grani), vedendovi la sopravvivenza del culto pagano di Demetra-Cerere, dea delle messi e quindi del grano, che in epoca cristiana fu sostituita dal culto di Santa Lucia.

Concludendo in tutti questi casi, in cui il nome “cuccia” viene fatto derivare dal sostantivo “cocciu”, chicco, o dal verbo “cucciari”, cioè mangiare un chicco alla volta, la sua etimologia è comunque indissolubilmente legata al chicco di grano, alimento base della cuccia. La tradizione vuole che questo dolce, che rappresenta uno dei piatti più antichi della nostra cultura, sia distribuito a familiari, amici e vicini di casa. Le briciole si lasciano su tetti per essere catturate dagli uccellini.

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La ricetta

Può essere gustata con crema di ricotta o con crema di latte.

Ingredienti

Cuccia siciliana con crema di ricotta per 6/8 persone

- 500 g di grano
- 600 di ricotta
- 100 g di zucchero semolato
- 50 g di cioccolato fondente
- cannella
- sale.

Preparazione

Tre giorni prima della preparazione della cuccia mettete in acqua il frumento (grano) cambiando l’acqua ogni giorno. Al termine della macerazione scolate il frumento e mettetelo in un tegame ricoprendolo d’acqua e aggiungendo un pizzico di sale. Procedere alla cottura per circa 8 ore a fiamma bassissima, poi lasciate riposare nell’acqua di cottura il frumento coperto per tutta la notte. Quando il grano sarà molto tenero, sgocciolatelo e lasciatelo raffreddare.

Procedimento

Setacciate la ricotta.
Ponetela in una terrina, aggiungete lo zucchero, la cannella, il cioccolato fondente a scaglie e lavorate mescolando il tutto fino ad ottenere una crema omogenea.
A questo punto mescolate il grano alla crema di ricotta, lasciate riposare qualche ora e servite.

Cuccia con crema di latte per 6/8 persone

Ingredienti

- 500 g di grano
- 1 litro di latte
- 80 g di amido per dolci
- 200 g di zucchero semolato
- 100 g di cioccolato fondente a scaglie
- sale
- cannella

Procedimento

Stemperate l’amido in un poco di latte freddo.
Incorporate, quindi, lo zucchero e il latte rimasto e, mescolando, lasciate addensare la crema, sul fuoco a fiamma moderata.
A fine cottura, lasciate intiepidire e mescolate al grano.
Cospargete il tutto con il cioccolato a scaglie e cannella e servite.

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Fonte: sicilafan.it articolo di Giuseppe Russo

Fotografie: web
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