1860, i Carabinieri Reali sbarcano in Sicilia
1860, i Carabinieri Reali sbarcano in Sicilia
Tutto cominciò nel luglio 1860. Garibaldi non aveva ancora concluso la sua operazione e già Luigi La Porta, segretario della dittatura, poneva l'esigenza di costituire un puro ed onorato organo in grado di potere essere salvaguardia e tutela del popolo. «Sarebbe necessario — scriveva — un puro e onorato organo di un'Autorità, che sorretta dal popolo deve potere essere salvaguardia a tutela del popolo. Questo corpo avrà nome come nell'Italia centrale di carabinieri».
il patriota siciliano Luigi La Porta, nel 1860, già presidente del Comitato generale di insurrezione della città di Palermo, seppe guadagnarsi la stima e la considerazione di Garibaldi, che il 27 giugno 1860 lo nominò segretario di Stato per la Sicurezza pubblica
Sbarcato a Marsala l'11 maggio 1860, il Generale Giuseppe Garibaldi, quale Comandante in Capo delle Forze nazionali e Dittatore, emanò da Palermo in data 14 luglio il decreto istitutivo del Corpo di Carabinieri in Sicilia. Al comando di questo Corpo designò il colonnello Angelo Calderari, facente parte del suo seguito e giudicato dal patriota siciliano Luigi La Porta "uomo onorevole (...) che ha dato altrove prova in questa materia di capacità distinta". Esisteva però segreta intesa con il Governo di Torino che un ufficiale del Corpo dei Carabinieri raggiungesse con un nucleo di dipendenti la Sicilia per apportare il contributo della propria capacità ed esperienza all'organizzazione dei Carabinieri siciliani. Per tale incarico venne prescelto il capitano Francesco Massiera, che per eseguirlo accettò anche la condizione di dimettersi dal Corpo dei Carabinieri, imposta dalla necessità che il governo sardo-piemontese apparisse estraneo all'impresa garibaldina. Lo stesso ufficiale aveva però ricevuto assicurazione dal Ministro della Guerra che le dimissioni non avrebbero in alcun modo pregiudicato la sua carriera.
Il 'Corpo dei Carabinieri Reali di Sicilia" venne istituito con il proclama dell'8 ottobre 1860.
Pochi giorni dopo essere sbarcato a Palermo con 30 carabinieri, il capitano Massiera ricevette la seguente lettera, datata 17 agosto 1860 e firmata dal Segretario di Stato della Guerra sig. Paternò: "con decreto del 2 agosto 1860 il Prodittatore si è degnato nominarlo Maggiore dei Carabinieri in Sicilia. Ed io con piacere le partecipo ciò per averne conoscenza e mettersi prontamente nell'esercizio delle Sue funzioni".
il capitano Francesco Massiera
La delicata situazione dei Governo di Torino nei riflessi interni ed internazionali, risulta da una lettera diretta dallo storico ed uomo politico Michele Amari al sig. Emerico Amari, datata Genova 19 agosto 1860, nella quale si legge tra l'altro: "(...) Non ho mancato di sollecitare il Ministro Farini per mandare Carabinieri, denari ed armi in Sicilia e pare che il Prodittatore dovrebbe essere contento, perché 2.000.000 di lire di già sono stati inviati, una trentina di Carabinieri di già sono in Sicilia ed altri ne verranno (...)" .
A tale lettera rispose da Palermo il 28 agosto successivo Emerico Amari: "(...) Depretis si lagna che codesto Ministero non abbia fatto quanto doveva e poteva per aiutare la Sicilia. I due milioni di lire, mi ha detto, furono promessi, egli è vero, ma non si veggono arrivare pur anco; si mandano alcune diecine di carabinieri in luogo di 200 ch'egli ne aveva chiesti".
il Maggiore Generale Giovanni Serpi
Intanto a Palermo il maggiore dei Carabinieri Massiera, oltre che essere agli ordini del colonnello Calderari, riceveva direttamente istruzioni dal suo Comando Generale, come, ad esempio, quella redatta in data 22 settembre 1860: "Potendo occorrere che i Carabinieri stati costì spediti, i quali tuttora fanno parte di questo Real Corpo, sieno richiesti per intromettersi in gare e dissidi politici, mi premuro significare a V.S. Ill/ma che dessi sieno adoperati soltanto ed esclusivamente in servizio d'istituto e che si tengano estranei affatto a tutto ciò che sente di politica (...)".
D’altro canto, il Prodittatore Mordini decretava in data 8 ottobre che in ogni capoluogo di provincia e di circondario venisse costituita una commissione composta di tre "specchiati cittadini" con il compito di promuovere l'arruolamento volontario di giovani "onesti ed istruiti" nel Corpo dei Carabinieri Reali di Sicilia.
L'anomala situazione di questo Corpo, costituito da due complessi non omogenei - quello proveniente dal reclutamento locale e quello costituito dagli effettivi inviati da Torino - venne riferita dal Luogotenente del Re in Sicilia al Governo Centrale nel dicembre 1860, con la proposta di destinare al comando dei Carabinieri sardo-piemontesi già presenti nell'isola un ufficiale generale dell'Arma, che, "(...) prendendo il comando dei due Corpi potrebbe fonderli, sottoporti a eguale disciplina (...) e correggere le anormalità delle condizioni attuali (...)".
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La proposta fu accolta ed al Comando del Corpo dei Carabinieri Reali di Sicilia venne destinato il maggiore generale Giovanni Serpi.
Nel febbraio 1861 il maggiore Massiera, rientrato nell'Arma per decreto sovrano, raggiunse Torino perché assegnato alla Legione Allievi in corso di costituzione.
Il 6 marzo 1861 segnò la data istitutiva della Legione Carabinieri di Palermo, con giurisdizione sull'intero territorio dell' Isola. Di essa fu primo comandante il ten. colonnello Carlo Alberto Basso, lo stesso ufficiale che da capitano aveva ricevuto ed assolto nel settembre 1849 - ironia della sorte - l'incarico di arrestare Garibaldi a Chiavari. L'ordine relativo gli era stato diretto dal maggiore Petittí di Roreto, Capo di S.M. del II Corpo d'Armata.
La 12a Legione di Palermo assorbì molti componenti del Corpo dei Carabinieri Reali di Sicilia, ormai sciolto per aver completato la sua missione nei territori dove ebbe inizio la formazione del nuovo Regno d’Italia.
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Dopo l’istituzione, l’Arma dei Carabinieri Reali si presentava così suddivisa: 1 Comando di Legione (12a) in Palermo, 3 Divisioni (Palermo, Caltanissetta, Messina, ), 9 Compagnie, 30 Luogotenenze e 244 Stazioni.
Monreale (PA), esercitazioni estive degli Allievi Carabinieri Reali.
Il Corpo, con tale disposizione numerica e organica, costituiva già una delle più grandi ed organizzate unità dei Carabinieri nel nuovo Stato Unitario. Venne anche stabilito sul territorio siciliano un “Deposito Provvisorio Allievi Carabinieri Reali”, con Regio Decreto del 13 ottobre1861, una scuola militare composta inizialmente da 600 allievi carabinieri, presso il Comando Legione Carabinieri di Sicilia, per far fronte alla richiesta non ancora cessata di altri militari per fronteggiare il nuovo fenomeno del Brigantaggio, che infuriò sull’isola e nei territori meridionali della terraferma. Le necessità che portarono alla sua apertura, disposta anche per ogni altra Legione del territorio nazionale con l’unica eccezione di quella di Torino poiché ivi esisteva già la Legione Allievi, cessarono nel 1864 e con un Regio Decreto ne fu decisa la chiusura.
Comando Legione Crabinieri Reali di Sicilia. Cortile interno, sede del primo Deposito Provvisorio Allievi Carabinieri.
Carabinieri Reali di pattuglia lungo il fiume Platani
Carabinieri Reali di pattuglia nei pressi del Duomo di Palermo
le Legioni Carabinieri Reali di Palermo e Messina ed il Battaglione Mobile Carabinieri Reali di Palermo
(dal web)
Re: 1860, i Carabinieri Reali sbarcano in Sicilia
L'uccisione di Dalla Chiesa viene evocata come uno dei momenti più significativi di una storia cominciata con il decreto di Garibaldi del 14 luglio 1860 che istituisce il Corpo dei Carabinieri di Sicilia sotto il comando del colonnello Angelo Calderari. Da allora l'Arma ha conosciuto la Rivolta del sette e mezzo del 1866, la calamità del colera, i terremoti di Messina (1908) e del Belice (1968), i bombardamenti del 1943, lo scontro sanguinoso con il banditismo e naturalmente la lotta alla mafia con la catena di crimini che hanno segnato una pagina cupa della storia d'Italia.
«La scelta di un linguaggio giovane e dinamico – spiega la direttrice della Fondazione, Patrizia Monterosso - attraverso l’espressione artistica del fumetto, rende questo volume contemporaneo e con la forza delle immagini a tratto di matita amplifica il significato del sacrificio, della responsabilità civile e del senso delle istituzioni, elementi caratterizzanti della storia dell’Arma dei carabinieri».
«Una storia gloriosa ma silenziosa - aggiunge il comandante della Legione Carabinieri Sicilia, Rosario Castello - In Sicilia i Carabinieri sono stati presenti. Con il cuore, in silenzio, in umiltà hanno fatto un grande lavoro di soccorso e prossimità verso i cittadini siciliani».
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