L'isola del giorno dopo
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

Andare in basso
mamar
mamar
Admin
Messaggi : 1089
Data di iscrizione : 01.11.22
Località : l'isola che non c'è

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) Empty Borgo Storico Pantano, Rometta (ME)

Dom 1 Gen 2023 - 15:36

Borgo Storico Pantano

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) RSS3DHJ]



Arroccato su di una collina, immerso nel silenzio e colmo di segreti ancora da scoprire: è descritto così Borgo Storico Pantano, situato a Rometta, provincia di Messina.
Presenta una storia molto particolare e, ancora oggi, la sua storia è in parte avvolta dal mistero.

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) UQkRT2e]



Borgo Pantano ricade nel Comune di Rometta e si trova a circa 6 km dallo svincolo dell’Autostrada Messina Palermo (A20). Un piccolo borgo, creato in un territorio di circa 17 ha di superficie, con una trentina di edifici, distribuiti su due schiere, che si sviluppano lungo due linee di livello del terreno.

Si può raggiungere da Roccavaldina passando per Rometta e proseguendo lungo la Strada Provinciale 54bis. Arrivati a Rapano Inferiore, piccolo borgo del Comune di Rometta, si prosegue per circa 465 m sino a raggiungere Borgo Pantano.

Molti si chiederanno il motivo di questo collegamento con Roccavaldina dato che Borgo Pantano ricade nel Comune di Rometta. Il borgo presenta un collegamento storico con la spezieria/farmacia di Roccavaldina.

Aspetti Storici ed Esoterici

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) QiXn4er



Le fonti storiche sul sito sono scarse e la sua vita è avvolta dal mistero. Sembra quasi che alcuni momenti di vita storica del borgo siano stati cancellati.

Le origini risalirebbero al 1296 quando il monastero delle Suore Latine della Diocesi di Messina s’insediò nei fondi di Pantani fino al 1304. In quell’anno sembra che le religiose siano state costrette ad abbandonare il luogo perché troppo isolato e pericoloso.

Il monastero traeva il sostentamento economico grazie alla coltivazione delle piante officinali spontanee di cui il territorio era ricco. È probabile che questa attività sia stata in qualche modo sostenuta dalla presenza nel territorio di un monaco eremita, un esperto conoscitore di erboristeria, di probabile origine ebraica-spagnola. Il suo sapere fu probabilmente fondamentale per la conoscenza e la divulgazione delle proprietà delle piante officinali.

Si narra infatti che questo eremita avesse un suo particolare approccio con la medicina riuscendo a combinare elementi medici ed olistici tenendo anche in considerazione sia la complessità della natura umana sia l’ambiente dove l’uomo viveva.



Nel 1347 la città di Messina fu colpita dalla peste nera. L’epidemia fu portata a bordo di navi genovesi provenienti dall’Asia centrale. A Pantani si trasferì una comunità di origine ebraico-spagnola proveniente dalla città di Pisa e già presente nella città di Messina dal lontano anno 1000. I pisani esercitavano il commercio ed avevano in città numerosi banchi di pegno. I medici del tempo ignoravano la causa del morbo e attribuivano la malattia alla qualità dell’aria, ai miasmi diffusi dai venti o alle congiunzioni astrali.

Gli unici rimedi erano la fuga dai luoghi colpiti e sovraffollati e il ricorso a salassi. Pantano, vicino Rometta, aveva le condizioni ambientali necessarie per una efficace profilassi: aria buona, scarsamente abitato e la vasca salubre necessaria per fare i salassi con le sanguisughe. La vasca era fornita delle tacche che servivano ad indicare i gradi necessari per calcolare le varie fasi lunari e per evitare i collassi dei pazienti che venivano messi a testa in giù. La vasca era posizionata ad est e raccoglieva la rugiada su teli posti sulle aste e inseriti nelle tacche… si anticipavano i principi esposti nel “Mutus liber”, un libro di alchimia del 1677.

Qui s’insediò la comunità ebraica e praticò la medicina spagirica con un intreccio tra alchimia ed erboristeria in collegamento con la famosa spezieria/farmacia di Roccavaldina alla quale venivano fornite le erbe e forse anche distillati. Spezieria di Roccavaldina presente già nel 1587 come “Apotecas armatarie” e Don Pietro Guidara, della Terra di Rocca, era lo speziale. Una farmacia che doveva essere quindi già presente da tempo.

La Medicina Spagirica era nata nel 1500 ed era legata al principio che “nell’uomo/donna sano/a le forse dense e sottili sono in perfetto equilibrio, si ammala quando l’equilibrio è rotto”.

Il termine ha due radici greche: “spaein” (estrarre) e “ageirein” (riunire).
Il fondatore fu Paracelso (nato in Svizzera nel 1493)

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) LuRa2Hs



Nel 1492, con l’editto di espulsione emanato da Ferdinando il Cattolico e dalla moglie Isabella di Castiglia, regnanti di Spagna e di Sicilia, si decise di cancellare la presenza ebraica dai domini spagnoli. S’instaurò un clima d’inquisizione e questo potrebbe fare spiegare perché si è cancellata la memoria storica di quel tempo per certi versi legato a manifestazioni che furono definite dalla chiesa eretici (come l’alchimia e certi aspetti della professione medica) e che erano alla base dell’economia fiorente del luogo.

Il borgo si trasformò gradualmente in borgo rurale e molti marrani mantennero però le loro tradizioni ancestrali professandosi pubblicamente cattolici ma restando in privato fedeli all’ebraismo.

La comunità ebraica continuò a vivere nel borgo dedicandosi all’agricoltura e rimanendo sempre fedele alla medicina spagirica. Era presente una figura femminile… definita “medichessa”.. Una figura enigmatica di cui non si sa molto. Fu perseguitata dal Tribunale dell’Inquisizione?

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) ANvB5Af



Non si sa…secondo la chiesa la sua arte medica era vista come un “maleficio e sortilegio che con arti superstiziose tentava di danneggiare il prossimo “ e la sua stessa figura come un “astrologo giudiziario, divinatrice e maga, molto più se questa abbia fatto patti con il demonio…” Il Borgo continuò la sua vita agricola nel silenzio. Le fonti storiche nei periodi successivi sono assenti e con lo sviluppo del polo industriale di Milazzo nel 1960, si verificò il flusso demografico della popolazione verso la costa e il piccolo borgo si svuotò… contava allora circa 77 abitanti. Lo spopolamento del borgo causò la fine delle produzioni delle attività e della vita e, come per ironia della sorte, questo influì nella sua conservazione… un caso di archeologia rurale.

Le Costruzioni, aspetti unici

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) VNxNouN



Naturalmente il patrimonio edilizio nel corso del tempo ha subito qualche deterioramento, più o meno grave, però l’assenza dell’uomo ha risparmiato il villaggio dagli orrori e dalle devastazioni che si sono verificati in altri borghi della Sicilia.

In questo piccolo borgo è quindi possibile leggere e comprendere le logiche e il funzionamento dei meccanismi sociali ed economici del tempo.

Il borgo sorge su una depressione dei Peloritani a circa 200 metri s.l.m. e risale al basso medioevo. Malgrado le sue piccole dimensioni, sembra che abbia avuto un ruolo importantissimo nelle dinamiche sociali del tempo in tutta l’area tirrenico-peloritana. La chiesetta dedicata a Santa Maria delle Grazie è una delle più antiche del circondario anche, se come sembra, posteriore a quella del vicino borgo di Rapano.

La comunità era in contatto con i centri vicini in virtù di rapporti economici e sociali rilevanti. Il borgo, come già detto, è costituito da una trentina di edifici che si sviluppano lungo le linee di livello altimetriche. Le abitazioni furono costruite secondo precisi canoni architettonici legati alla cultura e alla tradizione ebraica dei residenti. L’impianto urbanistico del borgo risulta posizionato sull’asse Nord-Sud e le case presentano degli aspetti architettonici o delle componenti che sono insolite per il territorio. Alcuni aspetti costruttivi sono piuttosto rari e si riscontrano invece nelle costruzioni in pietra e coccio della Toscana, in particolare nella Versilia e nella Lucchesia. Giungendo da monte si entra nel borgo per un vicolo stretto, volto a nord, fiancheggiato da case poste sui due fianchi, con piccole finestre e doppie porte di uscita, una sul vicolo e l’altra sul retro che dava sull’orto domestico di ciascuna abitazione.

Giunti alla chiesa, centro del culto religioso della piccola comunità, la strada si biforca.

I due viottoli abbracciano un’insula che comprende edifici di maggiore dimensioni per poi ricongiungersi sul fianco Nord dello sperone roccioso su cui sorge il borgo.

Qui sorgeva la torre “Bagliva” affiancata da altre due costruzioni poste tutte sul lato esterno del viottolo e contrapposte all’insula. Questa torre, non può giustificarsi con il numero esiguo degli abitanti del borgo, e rappresenta quindi un vero e proprio enigma storico.

Il borgo ha mantenuto intatto il suo fascino grazie al fatto che l’uomo non è intervento e speriamo che non intervenga….

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) Ri7z4Qz



Le unità abitative, secondo uno schema tipico delle abitazioni medievali, avevano dimensioni minime e rispondevano alle esigenze abitative essenziali delle singole famiglie.

Il superfluo è assente e si notano aspetti che potrebbero essere proprie delle case più lussuose.

Ogni abitazione aveva la propria cisterna per l’approvvigionamento idrico. L’acqua in parte arrivava dal sottosuolo e in parte attraverso un sapiente impianto di raccolta delle acque piovane che venivano convogliare dai tetti delle abitazioni verso le relative cisterne. Venivano utilizzate condotte realizzate con manufatti in cotto. Attraverso l’uso di georadar si è potuto stabilire che prima della costruzione dei fabbricati esisteva già una rete idrica che delimitava i siti dove sarebbero sorte le case (una fase prima della realizzazione del progetto costruttivo). Ogni abitazione sfruttava al meglio l’energia passiva, sia per la ventilazione sia per il riscaldamento. Particolari accorgimenti costruttivi garantivano infatti l’accumulo, la distribuzione e la conservazione dell’energia solare.

L’utilizzo di piccole superfici vetrate, esposte ad est ed ad ovest, garantivano la migliore illuminazione degli ambienti evitando l’eccessivo soleggiamento estivo.

Le pareti verso sud erano prive di aperture e quando le avevano erano piccolissime per migliorare la ventilazione ed il raffreddamento naturale dell’aria. In questo modo si creavano delle correnti convettive per differenza di temperatura tra l’aria fresca in basso e quella calda più in alto. Inoltre per la ventilazione si utilizzavano anche delle condotte d’aria interrate che prelevano l’aria, raffreddata e carica di umidità, proveniente dalle cisterne

Questi accorgimenti consentivano di avere case calde in inverno e fresche in estate, soleggiate durante le ore diurne e dotate di acqua corrente. La ventilazione naturale garantiva la salubrità degli ambienti. Un livello di comfort sicuramente inusuale per l’epoca, soprattutto considerando gli standard del territorio circostante. Evidentemente le capacità e le abilità tecniche della comunità insediata non erano quelle tipiche delle semplici società contadine. A tal proposito un dato concreto che fa scartare l’ipotesi dell’origine rurale del Borgo è la mancanza, nelle costruzioni originarie, di ambienti riconducibili a funzioni di magazzinaggio e/o a stalle per l’allevamento di animali.

Un altro riscontro che conferma la peculiarità del costruito si ricava dalla presenza, in ogni casa, di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana dal tetto – di cui si è già detto sopra. Si può ipotizzare che questa agiatezza e soprattutto questo bagaglio di conoscenze siano tipiche di una società artigiana e mercantile, piuttosto che rurale o comunque di un agricoltura specializzata con produzione di piante di pregio come quelle officinali. Ciò giustificherebbe anche la presenza nel borgo della torre “Bagliva”.

Ci sono dei documenti storici e delle tradizioni che si sono in parte tramandate nel tempo, delle attività e dei personaggi del quotidiano degli ultimi duecento anni. Si evidenziano soprattutto i rapporti sociali e religiosi, spesso controversi, attraverso corrispondenze epistolari tra gli abitanti del luogo e la Curia Arcivescovile di Messina, nell’epoca a cavallo tra il 1879 e il 1887. Altre ricerche mettono in risalto l’associazione degli aspetti filosofici ed esoterici del luogo partendo dalle sue origini ebraiche e collegandole con il profilo storico-naturalistico e con i concetti archeo astronomici.

Lo sviluppo planimetrico del borgo viene citato nei documenti dell’epoca come “…lungo più di cento canne e largo la metà….”

(La “canna” è un antica unità metrica di misura e varia da località a località. Per la Sicilia una canna equivale a circa 2,06 m….100 canne = 206 m ….”lungo più di 206 m e largo 103 m..”… una comunità di circa 100 persone dato che nel 1960 gli ultimi abitanti, prima dell’abbandono definitivo, erano 77.

La Chiesa

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) GBhtaAc



Il Borgo si sviluppò attorno alla chiesa e la sua datazione è alquanto incerta e potrebbe essere anche anteriore alla Chiesa di Rapano del 1604 e dedicata a San Domenico.

La presenza di autorità religiose nel territorio è confermata da una Bolla di Clemente VII del 1534 con cui la “grangia” di Rometta fu elevata ad abazia. L’abate, già arciprete di Rometta, diventò priore dell’intera comunità ed ebbe concesso l’uso della mitra e del pontificale. Simboli che sono presenti sull’altare della chiesa di Pantano, con la figura del priore che appare sul quadro posto sull’altare.

Un esempio di architettura rurale e costituì il primo nucleo religioso dell’intero comprensorio romettese dato che è anteriore al 1600.

Per risalire alla sua datazione storica si è fatta una ricerca sia bibliografica, sia presso musei e sono state considerate anche le cornici in pietra della finestra che si trova sopra l’ingresso. Simili aspetti architettonici risalgono al 1400 – 1500. Un caso simile è quello della Chiesa di Sant’Eustochia a Messina.

La Chiesa è un tipico esempio dell’architettura religiosa, molto semplice, del XV secolo nelle aree vallive ed appartiene alla parrocchia dei Santi Andrea e Domenico della frazione S. Andrea del Comune di Rometta.

All’interno oltre ad una statua in gesso raffigurante la Madonna che allatta il Bambino Gesù e risalente al 1800, è presente un quadro della fine del’ 600. Quadro che fu trafugato… dalla mafia d’arte e sostituito da una copia.

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) LRsFVgU



Nel quadro (del 1700) è raffigurato il famoso “Collegium Studiorum” di Rometta in quanto dimostrava che l’attività di studio del collegio, raffigurata nel dipinto, era antecedente a quella data.

Di particolare pregio sono l’altare e le colonne in pietra locale.

Dal punto di vista catastale, l’immobile è individuato alla particella B del foglio di mappa 8 del Comune di Rometta. La forma della costruzione in pianta è essenziale e lineare: una figura formata da rettangoli regolari. Il rapporto tra le dimensioni maggiori in pianta dell’edificio non supera il valore critico 2.50.

La Chiesa è dedicata SS. Maria delle Grazie.

La muratura della chiesa è costituita da pietra grezza e zeppe di frammenti di laterizi e presenta una buona fattura. La costruzione ha rappresentato sin dalla sua nascita la meta dei pellegrinaggi dai paesi vicini e, nonostante il vecchio stato di degrado, ogni anno il 2 luglio si riempiva di fedeli devoti alla Madonna. L’iconografia della Madonna che allatta è riconducibile all’ambiente rurale in cui la statua è inserita: essa aveva lo scopo di avvicinare il popolo al mistero della divina maternità della Vergine.

Agli inizi degli anni ’80, lo stato di conservazione della Chiesa presentava segni negativi: la risalita capillare di umidità dal suolo aveva creato diffusi deterioramenti alle superfici dei paramenti interni e rischiava di compromettere anche le storiche tele e l’altare.

Inoltre la copertura a solaio in legno della navata principale aveva manifestato significativi dissesti strutturali i quali permettevano l’infiltrazione di acque meteoriche. Infine si registrava la formazione localizzata di cedimenti strutturali delle fondazioni e dei setti murali.

Nell’agosto 2006 furono avviati i lavori di manutenzione della seicentesca chiesa della Madonna delle Grazie. Furono anche predisposti gli interventi per la realizzazione di una sala Multifunzionale destinata a pratiche sostenibili.

Dall’analisi dello stato delle opere e delle cause di degrado si sono quindi stabilite le diverse fasi dell’intervento, che fu il meno intrusivo possibile per salvaguardare la struttura originale, attraverso interventi di consolidamento.

Il restauro fu attuato utilizzando tecniche innovative che consentivano il ripristino delle strutture originali evitando la sostituzione degli elementi originari danneggiati.

Tale restauro fu eseguito sotto il costante controllo dei competenti uffici della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Messina, allo scopo di restituire al manufatto la sua integrità originaria messa alla prova da numerosi decenni di incuria e dagli agenti atmosferici.

LA TORRE DEL BALY

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) NGSAtPf



Nel 1396 fu istituito a Palermo il “dayan kelay” cioè il giudice universale di tutte le comunità ebraiche di Sicilia. Una carica create dalla corona aragonese per avere un controllo diretto sulle fiorenti attività delle comunità ebraiche. Il “dayan kelay”, nei documenti è spesso riportato con il termine “dienchelele”, aveva il potere di nominare gli amministratori delle singole giudecche con l’arbitrio di delegare propri vicari nei luoghi in cui mancava la figura. Per questo motivo sorsero le figure dei “Proti” che delegavano a loro volta, nelle piccole comunità, ai “Baly” che esercitavano la giustizia ed esigevano le tasse.

Nella torre tra il 1400 - 1600 veniva quindi amministrata la giustizia alla presenza dei Giurati di Palermo e del Baiuolo di Rometta.

POZZI DI COMUNITA’

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) QCIjbQe



Ogni abitazione era dotata di cisterna di accumulo idrico che sfruttava sia canali sotterranei (realizzati addirittura prima dei fabbricati del borgo), sia un sapiente impianto di raccolta delle acque piovane che convogliava da ciascun tetto l'acqua alla propria cisterna.

Alle cisterne si associavano i pozzi, luogo di ritrovo dove le donne andavano ad attingere l'acqua fresca e scambiare quattro chiacchiere, dove le donzelle fortuitamente incontravano l'innamorato o gli uomini parlavano di affari all'ombra del pergolato. Da tale tratto emerge la forte coesione sociale basata sui principi di reciproco bisogno e fiducia.

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) JNrFKfb



Dopo aver percorso una ripida discesa con la cesta dei panni sulla testa, fino al lavatoio nel Torrente Formica, le donne facevano il bucato con la cenere, circondate da alberi che davano ombra e refrigerio.

Un luogo di lavoro ma anche di incontro, momento di riunione femminile ove si scambiavano consigli, si trovavano accordi per svolgere lavori in comune e, soprattutto, si facevano pettegolezzi. Intanto i bambini erano intenti a pescare nel torrente i "ranciaciumi" ( granchi di acqua dolce), un tempo molto diffusi ed oggi scomparsi a causa dell’inquinamento.

“U GIACATU” IL PERCORSO DEL LAVORO

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) 6Jw0T7u



Era il sentiero più breve per raggiungere il borgo dai campi.

La trazzera corrispondeva ai canoni originari tracciati dalla comunità nativa del borgo, la quale dava particolare attenzione alla cura del paesaggio naturale. Un territorio agricolo valorizzato accostando zone ombrose a terreni coltivati e viti allevate in pergole, ponendosi così in contrasto con il nudo e secco paesaggio dei latifondi vicini.

La grandezza e l'autorevolezza del Borgo si fondava anche sulla cura del paesaggio e su uno stile di vita molto attento ai canoni dell'estetica e della cultura.

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) KXPyIXG



L’Arte Tessile

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) 4fAWODC



A Pantano veniva praticata l'attività serica. Parte della seta veniva lavorata per le esigenze della famiglia, il resto veniva portato a Rometta per la vendita. Quando arrivava la primavera le donne avviavano un modesto allevamento di bachi da seta, che si acquistavano a Saponara o a Rometta.

Nel mese di aprile si raccoglieva il lino, altro filato importante per il sostegno dell'economia del piccolo borgo.

Per alcune delle famiglie del borgo la tessitura della tela di seta e di lino per le esigenze domestiche veniva affidata a "u' papinu", il tessitore itinerante, che si metteva all'ombra del dammusu a cardare e filare per tutte le donne del borgo.

Uno stretto legame perpetuato nel tempo, che coniuga le tradizioni culinarie con le arti tessili femminili, entrambi carichi di significati ormai dimenticati, risultato di complesse sedimentazioni culturali.

Una volta al mese si portava un sacco di grano al mulino di Santo Pietro e si preparava la farina per il prossimo mese. Non era possibile tenere in casa il grano a lungo, perché c'era il rischio che si rovinasse. Per mezz'agosto si ammazzava "u' iadduzzu" (il galletto), allevato appositamente tutto l'anno. A S. Martino si spillava il vino novello. Dalla vinaccia, cioè i residui dell'uva pestata, si ricavava l'acqua tina, una sorta di vinello molto leggero da consumare subito. Gli abitanti del Borgo non si facevano mancare nulla, infatti a quel tempo si concedevano il piacere della granita, preparata da Mastru Giuseppi Papinu (originario di Saponara) che portava il ghiaccio da Dinnamare (distante circa 18 km e il tempo impiegato per compiere il tragitto era di circa 6 ore). In inverno si recava a Dinnamare e metteva la neve in dei fossi; in estate prendeva il ghiaccio, scendeva a Pantano, e vendeva le granite e i gelati al limone, all'arancia e al mandarino. Per andare a Dinnamare si partiva la mattina presto e il segnale era il suono della brogna, una grossa conchiglia che soffiandoci dentro emana un suono di richiamo. Non esistevano la panna e il burro in quanto il paese viveva di agricoltura e non di pastorizia. Al loro posto si usava preparare la sugna con il grasso di maiale, molto utilizzata per fare i biscotti.

Nel Borgo c’era anche un “Pammentu”.

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) 7BWYF0m



Un edificio, di origine cinquecentesca, a due elevazioni posto nel schiera di case ad ovest del vicolo principale ed oggi sede del “CIT”. Ubicato al centro del borgo è quindi di indubbio valore architettonico e testimonianza delle ricca produttività locale.

Sono presenti anche i resti di antichi “forni a legna” comuni sparsi tra le case.

Tutti aspetti che mostrano come il borgo fosse un luogo ricco per l’epoca. Un agiatezza e una cultura che sono anche l’espressione non solo di un fermento commerciale e artigianale ma anche di una forte aggregazione e condivisione sociale tra i pochi esponenti della comunità.

ALCUNI ASPETTI MISTERIOSI

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) Wv9m0uo



Il borgo ha tanti misteri ancora da scoprire. All’interno della Chiesa le immagini dipinti sull’altare meritano una grande attenzione. Guardando le immagini sembrerebbero l’opera di un modesto decoratore di campagna, di un dilettante.

Alcuni aspetti presentano uno stile molto ornato mentre altri dimostrano una realizzazione schematica quasi infantile.

La presenza di queste contraddizioni legate agli aspetti topografici e allo stesso termine “Pantano”, sembrano confermare la volontà della comunità di dissimulare sia la conformazione del borgo, sia il nome del luogo per non farlo risalire alle sue origini ebraiche.

Il luogo sembrerebbe avere una sua “energia”. Le antiche popolazioni consideravano la Terra come un organismo vivente ed erano a conoscenza dell’importanza del luogo, anche come caratteristiche nascoste, per l’edificazione dei templi. Un collegamento con la scienza moderna del XX secolo che riguarda la geobiologia. La presenza in perfetta corrispondenza con la Chiesa di Santa Maria delle Grazie delle antiche vasche per i salassi, con nove aste di pietra esposte ad est, seguendo i principi dell’antico libro “Mutus Liber”, fino a quelli legati alle Acque di Luce che entrano in risonanza con l’energia cosmica.

Una tradizione orale parla del ritrovamento del libro del cinquecento, ritenuto dalla Chiesa Cattolica il libro del diavolo, della presenza nel borgo della Medichessa, dopo il 1500 dichiarata strega, di aree con collegamenti archeo-astronomici collegati alla costellazione di Orione e di altri segnali, rilevati e riscontrati con un indagine condotta con il geo-radar.

Questi misteri e per certi versi enigmi ancora non risolti, appartengono alla storia del borgo e confermano l’alto livello culturale di questa comunità capace di lasciare un grande segno nella tipologia costruttiva, delle case e del sistema idrico, ed anche culturale, enigmistico-misterico in quei segni, quasi nascosti, di cui per secoli hanno mantenuto il segreto.

Segni che ancora oggi sono in fase di studio e di decodificazione per la creazione di una mappa.

LA VIA DEL MELOS
U RIIDDU


“Melos”..Canto, Melodia…; ”.. mele scrissero Alceo e Saffo”(Carducci)

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) N5oUU8M



Il “melos” era il canto popolare che si è unito e mescolato con la poesia popolare trasmessa oralmente.

“I canti popolari – dice Herder – sono gli archivi del popolo, il tesoro della sua scienza, della sua religione, della vita dei suoi padri, dei fasti della sua storia, l’espressione del cuore, l’immagine del suo interno, nella gioia e nel pianto, presso il letto della sposa ed accanto al sepolcro”.

Un canto che si è trasmesso oralmente.

Le cantanti (“capuane)” prendono il nome dal comune di Saponara e i loro canti svolgevano vari funzioni: alleviare le fatiche, passare il tempo e comunicare per un arrivo imminente. I versi, tipicamente femminili, erano legati al contesto lavorativo dei “ghiummi”, cioè gruppi di sei-sette donne, che si dedicavano al trasporto di varia merce (fieno, paglia, carbone). Il termine “ghiummo” potrebbe derivare dal termina ciurma ma potrebbe anche collegarsi a una derivazione del verbo siciliano “agghiummari” (aggomitolare) e in questo caso, riunire. Infatti nella prima metà del XX secolo le donne di Saponara e delle frazioni di Scarcelli e Cavaliere erano delegate, oltre al lavoro della campagna, anche al trasporto di carbone sui Monti Peloritani e a quello di paglia e del fieno a Rapano e a Pantano.

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) Vjta8ks



In questo canto c’era un elemento caratteristico, “u riiddu”, in cui ad un tono o voce bassa facevano eco gli altri richiami spesso utilizzati per avvisare del proprio arrivo. Dall’altra parte della valle facevano eco altre voci che rispondevano al richiamo fino a trovare una melodia comune. Le donne partivano da Saponara verso le tre del mattino, riunite in ghiummi. Già a quell’ora i canti chiamavano l’adunata e spesso alcuni paesani si rivolgevano ai carabinieri per quel canto in strada, nelle vie del paese, che svegliava i compaesani.

Attraversavano il torrente Saponara e s’incamminavano per la ripida salita, la trazzera di contrada Martinetto, ricca di flora spontanea, una macchia mediterranea composta in prevalenza da erica arborea, elychrysum, rosmarino, satureja fruticulosa, euphorbia dendroides.

In contrada Martinetto raggiungevano la sommità della collina.

Le lavoranti intonavano “U riiddu” un richiamo a più voci (scricchiolo), una specie di vocalizzo glissato (u-uu oppure ai-ai) molto gioioso che preannunciava il loro arrivo nei campi di Pantano. A questo canto le donne del Borgo di Pantano rispondevano per confermare che avevano sentito ed erano in attesa del loro arrivo.

Nei loro canti erano spesso accompagnate da un tamburello..
“Duemila carezzi mi facisti
Tutti ddi baciateddi chi mi dasti.
Passau mezzanotti ti n’aisti
Cu na pena o me cori mi lassasti.
Passau mezzanotti ti n’aisti
Cu na pena o me cori mi lassasti.


(Duemila carezze mi hai fatto tanti baci mi hai dato. Passata la mezzanotte te ne sei andato mi hai lasciata con la pena nel cuore)

Il canto veniva eseguito esclusivamente all’interno di un contesto lavorativo cioè durante il trasporto della merce. Un canto che aveva la funzione di alleviare la fatica, far passare il tempo e anche come aggregazione nel gruppo.

La vegetazione, una volta raggiunto l’altopiano di contrada Lagunovu (luogo nuovo) andava pian piano cambiando e si caratterizzava per la prevalenza di vigneti e frumento e di alberi di olivi, agrumi e fichi. C’erano inoltre arbusti di mirti, corbezzoli, lauri, accompagnati da varie erbe aromatiche (menta, lavanda, rosmarino, timo).

Dall’altopiano di Lagunovu si intravedevano da una parte le luci del Comune di Saponara e dall’altra quelle del Borgo Pantano.

Una delle ragazze raccontava che arrivati in questo luogo appena si metteva a cantare il fidanzato, che ancora dormiva a Saponara, si alzava, accendeva la luce e si fumava una sigaretta alla finestra mentre lei da lassù vedeva la luce e gli cantava le canzoni.

Dall’altopiano di Lagunovu, dopo essersi rinfrescati alla sena (sorgiva d’acqua), le ragazze sempre cantando “u’ riiddu” intraprendevano la discesa per i campi del borgo.

Durante la discesa, a seconda della attività da svolgere, u ghiummu costeggiava il torrente lagunovu, fino ad arrivare alla zona detta “tana delle volpi” dove si caricava la paglia o il fieno. Una volta sul posto, ogni donna sistemava 50/60 kg di paglia o fieno nelle butane (lenzuoli spessi legati ai quattro estremi con delle corde) e riprendeva la strada del ritorno.

Nel mese di settembre c’era la vendemmia, e allora u ghiummu era delegato alla raccolta e al trasporto dell’uva. Giunti a Lagunovu si intraprendeva la discesa nei campi, questa volta verso contrada Pozzo, dove all’ombra dei maestosi cipressi, si partecipava alla vendemmia.

C’era molta allegria, era un lavoro facile, e ogni tanto si mangiava un rappu (grappolo) tanto per controllare se l’uva era buona. Ogni tanto, durante le pause di lavoro, le donne aiutate dai bambini si immergevano nell’adiacente carruggio (ruscello) per pescare i ranciaciumi (granchio di fiume). L’uva raccolta veniva caricata o a dorso di mulo, condotto dai contadini, o in grossi panieri sulla testa delle donne, che la trasportavano cantando fino al palmento di Pantano, dove gli uomini a piedi nudi la pestavano.

La vendemmia era anche una festa di aggregazione: c’era bisogno di molte braccia che all’ora di pranzo si ritrovavano. Le donne preparavano u sugu e u piscistoccu a ghiotta (pesce stocco cucinato in maniera tipica) e Cinniredda, il musicista girovago, cantava e suonava la fisarmonica

Interessante sarebbe ricostruire il percorso delle “capuane” da Scarcelli, Saponara per giungere sino a Borgo Pantano e Rapano.

L’ATTIVITA’ AGRICOLA

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) 5ooER77



I terrazzamenti presenti lungo i versanti che circondano la collina, sulla cui sommità si trova il Borgo, sono la più chiara testimonianza dell’antica coltivazione di piante eduli ed officinali che ha contraddistinto quest’area per secoli.

L’abbandono delle suddette colture ha offerto la possibilità alla flora spontanea di ricolonizzare il territorio e attualmente tale processo è testimoniato dalle formazioni arbustive dominate dalle ginestre lungo i versanti delle colline e dalla presenza di ben oltre 200 specie di piante spontanee che tappezzano l’area.

L’area su cui sono stati effettuati i rilievi comprende circa 15 ha di superficie e si sviluppa intorno all’antico borgo Pantano e sulle colline antistanti ad un’altitudine che si attesta mediamente intorno ai 200 m s.l.m..

In seguito ad un’analisi approfondita del territorio è stato tracciato un sentiero didattico (marcato in rosso nell’immagine) lungo il quale è possibile osservare numerose specie di notevole interesse naturalistico e officinale; il percorso segue i versanti della collina fino ad arrivare, nella sua porzione più bassa, ad intercettare un torrente e 2 piccoli stagni artificiali in corso di naturalizzazione (tramite immissione di specie vegetali idrofile autoctone del territorio a cura dell’Orto Botanico P. Castelli di Messina), vere oasi di biodiversità e luogo di elezione per la riproduzione di numerose specie di anfibi ed insetti.

Una riqualificazione agricola del territorio che si fonda sui principi della ArcheoAgriCultura, vale a dire un modello di agricoltura naturale e sostenibile, che prende spunto dagli studi archeo-botanici (resti vegetali, impronte di radici nel terreno, semi carbonizzati e memorie orali) per coltivare la terra e trasformare i prodotti secondo antichi trattati, come facevano gli antichi romani, gli etruschi ed altri popoli storici.

Un'archeo-agricultura, che sostiene la conservazione del patrimonio genetico vegetale, l'utilizzo di tecniche agricole tradizionali, la fertilizzazione naturale nel rispetto della biodiversità e dell'antico sapere, parte integrante delle nostre radici.

In questo ambito trova, una particolare collocazione, la Fitoterapia. I nativi del borgo, di estrazione ebraica, diedero vita a questa arte della cura delle malattie, e non solo, con le piante. Partendo da tali origini viene confermata, anche la stretta correlazione con la farmacia di Roccavaldina, dove vari elementi storici e architettonici accostano Pantano alla farmacia, l’architettura dell’edificio, i materiali edilizi utilizzati, il portale cinquecentesco in stile toscano, ricordano le abitazioni della vicina Pantano. Inoltre, la documentata appartenenza al viceré Castagna dei casali di Rocca e “Pantani” e la necessità che un balì amministrasse questi casali inseriscono Pantano in un gioco geo-economico di rilevanza non solo locale. È probabile che il borgo fosse un elemento essenziale della filiera della produzione farmaceutica legata a Rocca. In esso, si producevano plausibilmente le piante officinali, indispensabili per la farmacia, attività nella quale eccellevano gli ebrei. In questo senso è stata condotta una ricerca scientifica-naturalistica, in collaborazione con l’Orto Botanico “P. Castelli” dell’Università di Messina.

Si è creato l’”Hortus Simplicium Pantano” cioè l’”Orto dei Semplici di Pantano” con l’Itinerario delle Piante officinali e dei profumi. Un percorso consapevole nella natura per evocare nei fruitori emozioni e percezioni dimenticate o forse mai sperimentate o provate. Il tutto è stato organizzato attraverso il C.I.T. (Centro di Interpretazione del Territorio), con un museo-sala congressuale e didattica che sovrintende e coordina tutte le attività, con l’ausilio di strumenti digitali e di tecnologie sofisticate.

IL RECUPERO EDILIZIO

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) A0Msyqy



Il recupero architettonico, già avviato, è stato di tipo filologico, con la conservazione della cubatura originaria, del numero e delle dimensioni delle aperture (porte e finestre), delle partizioni interne e, ove possibile, della originaria organizzazione domestica. Per l’esecuzione dei lavori si è fatto ricorso prevalentemente a materiale di recupero e, quando non possibile, a materiale proveniente dalla stessa area oggetto di corretta riproposizione deducibile da diversi studi tipologici su quella parte di patrimonio architettonico giunta integra. Sono state conservate, infine, anche le tracce del vissuto delle genti rilevabili negli intonaci e nelle stratificazioni del costruito, le quali rappresentano parte integrante, secondo la filosofia d’intervento, dell'identità di questo luogo. L’obiettivo del recupero è legato alle tecniche edilizie di carattere conservativo adottate per il ripristino dei fabbricati che si sono avvicinate il più possibile a quelle originali dell'epoca, non volendo cancellare i segni del tempo e disegnando un quadro significativo per la comprensione della tradizione e dell’identità locale. Ovviamente sono state fatte piccole concessioni al comfort attraverso alcuni interventi, ma senza mai denaturare l’anima del borgo. È importante la precisa volontà di riportare alla luce l'identità culturale restituendo al borgo il suo aspetto più autentico e forse mai perduto anche se era in abbandono. Per questo motivo sono stati reintrodotti anche i patrimoni della tradizione tessile, artigianale e dell'arredo domestico.


Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) U4ppIEG

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) 3yIIwol

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) 1Sl7rYV

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) Yj5pJ2D

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) TmF1kdE

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) F7ZJQxq

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) QvDnBxN

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) Ca0IsCw

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) BA9Y5JC

Borgo Storico Pantano, Rometta (ME) EvDDpwa





Fonti: Sicilia Natura e Cultura blogspot, normanno.com, siciliafan.it

Fotografie: web

Filmato YouTube: Nino Pracanica - Ode a Borgo Pantano
Torna in alto
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.