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La Sicilia dei Castelli - 1^ parte Empty La Sicilia dei Castelli - 1^ parte

Gio 12 Gen 2023 - 18:46

La Sicilia dei Castelli - 1^ parte


In origine erano fortezze inespugnabili costruite per difendere la città, oggi il loro fascino espugna i cuori dei turisti. Un’emozione che in Sicilia ci conquista con la spettacolarità dei castelli medievali, dalle alte torri ai saloni di antichi banchetti.
Nella terra siciliana, vero e proprio fulcro storico del mediterraneo nonchè terra di conquista di diversi popoli, si contano più di 200 castelli, di cui i più famosi sono quelli di origine Sveva, ma si trovano anche edifici anticamente costruiti dai nobili dell’epoca, come la famiglia Ventimiglia o Chiaramonte.
I ponti elevatoi sono stati abbassati, ora non vi resta che entrare nell’incredibile atmosfera che questi luoghi sanno imprimere nella memoria dei turisti.


Licata (AG) - Castel Sant'Angelo


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Situato sul litorale di Licata, Castel Sant’Angelo è una fortezza seicentesca costruita dagli Spagnoli sull’omonimo monte a guardia e custodia del corso del fiume Salso. Tale funzione veniva, in precedenza, assolta, da una torre di avvistamento, costruita tra il 1583 e il 1585 e opportunamente incorporata nel castello di nuova costruzione.
Castel Sant’Angelo stupisce per il suo aspetto austero e per la vista di un panorama incantevole, lasciando piacevoli tracce negli occhi e nella mente dei visitatori. All’interno si è accolti in un'atmosfera da sogno: gli ambienti, ben curati, trasmettono emozioni e suggestioni. Attira subito l’interesse e l’ammirazione dei visitatori la scala che conduce alla torre e l’ampio cortile che dà luce alle stanze circostanti, nelle quali sono esposti cannoni e arnesi antichi.


Piazza Armerina (EN) - Castello Aragonese


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La costruzione del Castello Aragonese è datata dal 1392 al 1396. La fortezza fu voluta dall'allora Re di Sicilia Martino I il Giovane da una parte per scopi prettamente difensivi, dall'altra quale sede per un suo preposto; essendo infatti un castello demaniale, la nomina del castellano era riservata al re. Quest'ultimo, quale detentore del potere politico e militare aragonese, doveva tenere a bada le mire anarchiche dei feudatari.
Il castello fu anche protagonista della scena economica della città, visto che il castellano imponeva pesanti tasse (diritti di castellania) alla popolazione. Dal 1438 in poi non si hanno più notizie storiche riguardo il castello fino al 1812, data in cui fu varata la legge di soppressione delle castellanie e la fine del sistema feudale. Dopo tale data il castello venne adibito a carcere. Da pochi decenni è passato in mano a privati.
Dal punto di vista prettamente architettonico il castello Aragonese appare piuttosto tozzo e poco slanciato; questo perché mancante dell'ultimo piano (di cui restano solo alcune testimonianze). Della sua costruzione trecentesca rimangono solo alcune tracce delle fondazioni.
La pianta è quadrangolare, ai cui angoli sono poste quattro torri anch'esse quadrangolari. Una di queste torri è stata interamente ricostruita, spicca infatti per la sua posizione decentrata rispetto alle altre. L'unico portale è quello rivolto a sud; si stenta a credere che questo abbia avuto funzione di portale principale, visto che è situato nel lato dove sarebbero dovuti avvenire gli ipotetici attacchi da parte degli aggressori. Il fianco meridionale risulta l'unico lato spezzato nella sua continuità da finestre e merli posticci, mentre le restanti superfici murarie si presentano lisce e prive di aperture.
Quando fu adibito a carcere il castello fu oggetto di modifiche soprattutto nella parte interna.


Sciacca (AG) - Castello dei Luna


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L’imponente castello medievale di Sciacca fu fatto costruire nel 1382 da Guglielmo Peralta, conte di Caltabellotta, che diventò uno dei quattro vicari del regno di Sicilia dopo la morte del re Federico III.
Il Castello passò in mano ai conti Luna quando, morto Nicolò Peralta (figlio di Gugliemo), Margherita, una delle sue tre figlie, andò in sposa al conte Artale de Luna, catalano e zio di re Martino.
Il Castello sorge in posizione dominante, nella parte alta e orientale della città, ed è inserito nel perimetro delle antiche mura, che esistono in parte ancora oggi.
Esso è legato al “caso di Sciacca”, la secolare lotta sanguinosa tra la famiglia dei Luna (catalana) e quella dei Perollo (normanna), in conflitto per un amore segreto, quello di Giovanni Perollo per Margherita, moglie di Don Artale Luna, ma anche per interessi politici ed economici.


Aci Castello (CT) - Castello di Aci


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Il borgo marino di Aci Castello, distante pochi chilometri da Catania, è famoso per la rupe basaltica in cima alla quale sorge il castello turrito e merlato che da il nome alla città. La composizione della roccia sulla quale sorge l’edificio è estremamente rara e ne esistono pochi altri esempi.
Si è originata da un’eruzione vulcanica basaltica marina di oltre 500.000 anni fa, la pietra lavica è ricoperta da una crosta vetrosa (generata dalle alte temperature del magma) e divisa all’interno in prismi. Questa particolare forma e struttura è dovuta alla presenza di sabbia e argilla nel fondale originario e dal raffreddamento repentino del magma, causato dal contatto con l’acqua fredda del mare.
Il castello fu costruito nel 1076, in epoca normanna, in pietra lavica nera. Ospitò Ruggero di Lauria e nel 1297 divenne la residenza di Federico II d’Aragona.
Il castello è inaccessibile su tre lati e l’entrata alla fortezza è possibile da ovest, attraverso un ponte in muratura, che adesso sostituisce l’antico ponte levatoio in legno.
Nelle stanze della fortezza è stato istituito un museo civico che oltre le esposizioni archeologiche permanenti periodicamente ospita anche mostre itineranti ed eventi culturali. Il museo custodisce reperti storici che vanno dalla preistoria all’età medievale e possiede un’interessante area dedicata alla mineralogia, all’esterno è stato realizzato un orto botanico che espone diverse varietà di piante tra le quali val la pena di prestare particolare attenzione a quelle grasse di notevole valore naturalistico.


Agira (EN) - Castello San Filippo D' Argiro'


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Nel periodo sicano forse esisteva già il Palazzo sulla cima del monte Teja (poi divenuto Castello), nel quale abitavano i Capi dei primi Agiri e nel quale abitarono successivamente i principi-tiranni siculi. Oltre al Castello si narra esistesse una fortificazione muraria munita di porta ciclopica.
Durante il periodo greco, romano e bizantino, il Castello rivestì soltanto un ruolo di rappresentanza ad uso delle varie autorità della città. Con gli arabi, invece, riacquistò il ruolo originario, tornando nuovamente fortezza e costruzione di interesse primario.
La fortificazione della città era formata da tre cinte murarie: la prima girava ad anello attorno al monte subito sotto il castello; la seconda circoscriveva una quota più bassa del monte; la terza, molto irregolare perché seguiva l'andamento delle rocce, si sviluppava all'altezza delle Rocche di S. Pietro.
La porta, detta Eraclea, doveva trovarsi in prossimità di via Adamo. Nel 1354 il Castello ospitò Ludovico d'Aragona. Nei secoli XVI e XVII, perduta la propria funzione militare, cominciò a decadere sino a diventare una rovina già nel secolo XVIII.
Durante il terremoto del 1693 il mastio del castello crollò e la torre centrale ottagonale fu gravemente danneggiata.
Nel 1778 Vivant-Denon annotava che sulle fondamenta delle antiche mura erano state costruite le nuove case. Il Castello è, oggi, un rudere (frammenti di mura perimetrali, della torre ottagonale sveva, di una torre a due piani pericolante; una torre a piano terra, una stanza sotto il livello attuale del terreno, brevi tratti di gallerie sotterranee, due pareti) e delle antiche mura rimane solo la torre di nord-est, detta di S. Nicola.

Bivona (AG) - Castrum Bibonae


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Il castello di Bivona(torre di Bivona; castrum o turris Bibonae) è ubicato nel centro urbano, tra la via Panepinto e la via Benedettini.
Il castello sarebbe stato fondato nella prima metà del XIV secolo.
Era un palazzo situato a Bivona, nella città di Sicilia. È stato costruito durante il quattordicesimo secolo ed in parte è stato polverizzato mentre è stato saccheggiato durante il 1529. Il Palazzo è attualmente in resti, e un paio di resti possono in ogni caso essere visualizzati.
Una rappresentazione del maniero è vista nel atti della città di Palermo da Domenico Gnoffo e fedele Pollaci Nuccio.
In Bivona, la prova primaria solida del feudalesimo risale all’anno 1299, dove il re è Napoli, Roberto d’Angiò, concedeva i manici di Calatamauro e Bivona a Giacomo de Catania. La roccaforte di riferimento in questa dichiarazione era probabilmente una torre di guardia che era stata costruita come un aspetto importante dei divisori di Bivona intorno alla stagione della battaglia dei Vespri siciliani.
il Palazzo ha iniziato ad essere costruito nella metà principale del XIV secolo. Più tardi, Francesco Ventimiglia e Guido quasi lo decimarono, eppure fu rifatto da Corrado Doria intorno allo stesso tempo. Il Palazzo e la terra di Bivona furono trasferiti a Nicola Peralta. Da 1406, Francesco Castellar ha preso il posto. Il Palazzo fu saccheggiato e incompleto annientato durante il 1529, in mezzo alla contesa che sorse tra le famiglie onorate di Perollo e de Luna.
Nel 1355 ca., la terra Bibone è annoverata in una lista di terre e castelli siciliani.
Nel 1359, la terra è quasi distrutta da Francesco e Guido Ventimiglia e la torre ibi de novo rehedificata ad opera di Corrado de Aurea, Sicilie admirato, quam proposuit custodire.
Nel 1397, Nicolò Peralta riceve la terra e il castello di Bivona e nel 1406, Francesco Castellar è titolare della terra di Bivona.
Oggi i resti sono inglobati in strutture successive, che rendono non rilevabile l’impianto planimetrico.
La proprietà è pubblica.




(dal web)

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