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Giovanni Di Marco - L'avversione di Tonino per i ceci e i polacchi  Empty Giovanni Di Marco - L'avversione di Tonino per i ceci e i polacchi

Ven 27 Gen 2023 - 18:33
L'autore

Giovanni Di Marco, 47 anni, è nato a Palermo e vive a Marineo, con la moglie e i due figli. Giornalista freelance, collabora con diverse testate. Su Instagram cura il profilo @thebooklover_it. Grande appassionato di letteratura, questo è il suo primo romanzo.
Il libro

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Il giorno in cui si celebra il funerale della madre di Tonino, la gente non parla d’altro che dell’attentato a Karol Wojtyla. Siamo in un paesino dell’entroterra siciliano: Tonino è un bambino di sette anni, curioso, intelligente e vitale, con una passione smodata per la Juventus. Ma la confusione e la rabbia che prova quel giorno, scavano nel suo animo, lasciando cicatrici profonde. Tonino pare destinato al ruolo di vittima: non solo in quanto orfano, ma anche perché da lì a breve riceverà le attenzioni morbose di Padre Alfio. In risposta agli abusi, e quasi obbedendo a un impulso autodistruttivo, Tonino rischia di diventare il carnefice di se stesso. Mentre nel mondo di fuori si ragiona di guerra fredda e si festeggia il Mondiale dell’82, dentro di lui tutto sembra andare lentamente in frantumi: le amicizie, la bellezza dell’amore, la possibilità di un futuro, il rapporto con la famiglia. Del bambino che era non rimane che un’eco lontana, che Tonino crescendo faticherà ad ascoltare, perseguitato dal senso di colpa. La sua speranza di salvezza e` Tania, la giovane vicina di casa che gli farà da seconda madre, una ragazza con uno spirito indomito e un passato burrascoso, nonché l’unica persona disposta a lottare perché Tonino ottenga giustizia. Prendendo come filo conduttore l’esperienza del protagonista, questa storia riesce a far luce sul dramma, reale, delle vittime di abusi da parte di membri del clero e sull’ostinato quanto ingiustificabile silenzio che per anni ha protetto i carnefici abbandonando le vittime al proprio destino. Un romanzo d’esordio potente e coraggioso, capace di raccontare con ironia e leggerezza la perdita dell’innocenza, la ribellione e i tentativi di riscatto di un bambino diventato adulto troppo in fretta.

Il commento

E' sicuramente un libro scritto bene, ha anche parecchi passaggi molto vivaci. Però ho fatto fatica ad andare avanti. Non perchè sia noioso, tutt'altro, per la tematica.
Già l'inizio si apre sul funerale della madre di un bambino di sette anni. Morta di parto. Per il bambino è stat uccisa dal fratellino appena nato. Alla naturale gelosia dei bambini verso i fratelli si aggiunge questo particolare che genera se non proprio odio, qualcosa di molto simile. Poi viene allontanato da casa, affidato ad una zia assai bigotta, assidua frequentatrice della chiesa. Quindi separato dal padre, che vedrà sì e no una volta la settimana, e dalla sorella. E da casa della zia lì alla frequentazione del prete il passo è breve ed inevitabile. La zia è tranquilla di lasciare i nipote in ottime mani, il prete se ne approfitta, lo circuisce, lo induce a fare "cose" con lui e gli fa giurare sulla bibbia di non dirlo a nessuno. Da qui comincia il calvario.
E già questo è abbastanza duro. Il fatto è che, poi, il bambino, anche quando si confida con chi gli vuol bene veramente, continua ad essere ossessionato dall'esperienza e ad inanellare esperienze negative, ad agire con violenza e senza pietà, fino alle scene finali fra un atto atroce, un'ennesima fuga ed una confessione delirante.
Inoltre, ad intervalli nel racconto, ci sono le lettere del fratello di Tania, monaco, che sta portando avanti la sua guerra contro la pedofilia nei seminari, guerra destinata alla sconfitta, per opportunità politica della Chiesa di Roma.
Con tutto questo, nonostante la durezza dei fatti raccontati, è un libro coraggioso, che porta in primo piano i danni che certi adulti causano nei bambini.
Inoltre la scrittura è coinvolgente, spesso brillante. Un bel libro, ma da leggere se si è abbastanza sereni.

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Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi.
(Michel Houellebecq)
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