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Lun 27 Feb 2023 - 22:20
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La fantasia è una delle componenti essenziali di ogni narrazione. La narrativa fantastica è però molto vasta e articolata.
Diversi sono infatti i sottogeneri, la fantascienza ad esempio in cui l’elemento fantastico si unisce a quello tecnologico e l’ambientazione è incastonata in un futuro più o meno lontano da noi.
Un tema “pre-fantascientifico” ricorrente è di certo il viaggio sulla Luna o verso galassie inesplorate. Ma la fantascienza come genere narrativo riesce a farsi spazio solo nella seconda metà dell’Ottocento con le opere di Jules Verne.
La Sicilia è già presente nel suo “Viaggio al centro della terra” ma anche nelle fantastiche “Avventure di Hector Servadac”. Non è però solo il padre della narrativa fantascientifica ad ambientare i suoi romanzi sull’isola.
Luigi Capuana, infatti, catanese per natali scrive “Nell’isola degli automi” una raccolta di racconti fantastici per ragazzi tutti ambientati in luoghi esotici e immaginari che fanno riferimento all’isola.
Racconta così, attraverso i suoi personaggi, i cambiamenti tecnologici, le nuove macchine e i primi robot, così come nei due racconti brevi “Il primo maggio del dottor Piccottini” e “La voluttà di creare” ed in quello che può essere definito la sua prima opera di fantascienza, “Il dottor Cymbalus”.
Capuana è in realtà più conosciuto per essere stato uno dei più importanti importatori della poetica naturalista in Italia. Ma lo scopriamo sperimentatore legato, per lo più, al fascino di discipline scientifiche con una spiccata predilezione per ciò che, ai tempi, veniva definito occulto.


una particolare rappresentazione di Luigi Capuana

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Nella letteratura italiana del secondo Ottocento sono da contarsi sulle dita di una mano i romanzi con ambientazione artificiale e nessuno di questi con riferimento alla Sicilia.
Nel Novecento però è un altro siciliano a sorprenderci, Luigi Pirandello, che nella sua opera teatrale “La Nuova colonia” tenta di indagare le conseguenze dell’utopia sociopolitica di costruire un nuovo mondo “buono e giusto”.
“Un paese meridionale” è la sua ambientazione e nell’epilogo appare un’isola che sprofonda. Che sia anche questa volta la Sicilia?
Successivamente si mettono in evidenza due scrittori palermitani: Eugenio Prandi e Armando Silvestri. Del primo, inviso al regime fascista, ricordiamo un interessante romanzo, Il Sentiero delle Ombre (1933) che tratta temi quali il potenziamento delle facoltà mentali e i viaggi nel tempo. Il secondo, meglio accetto dall’establishment politico italiano degli anni Trenta, ha il merito di proporre la creazione di una rivista di fantascienza italiana, ispirandosi all’americana Amazing Stories. Della sua produzione letteraria va ricordato il romanzo Il Signore della Folgore(1941) ambientato a Palermo. Negli anni ‘50 Silvestri diviene condirettore di Oltre il Cielo, testata di aeronautica e astronautica che ospita racconti di Science Fiction.
Sulle pagine di Urania, nel marzo del 1953, appare L’Astro Lebbroso di Franco Enna, nom de plume assunto da Francesco Cannarozzo per omaggiare la città natale. L’opera rappresenta una felice incursione nella Space Opera da parte di quello che è considerato un bravo giallista.
Due eventi segnano gli anni ’60: il cineasta catanese Ubaldo Ragona dirige nel 1964 il film L’ultimo Uomo della Terra; l’anno successivo viene pubblicato un interessante fumetto di fantascienza, Atoman contro Killer, disegnato dall’eclettico artista siracusano Santo D’Amico.


il secondo numero del fumetto Atoman contro Killer

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Le novità arrivano, nel decennio successivo, da Palermo dove il fandom si sviluppa intorno alle figure di Gian Filippo Pizzo e Pippo Marcianò che dirigono rispettivamente due fanzine destinate a fare epoca: Astralia (1974) e Intercom (1979). Nel capoluogo siciliano si muove anche il mondo accademico e nel 1978 la Cattedra di Estetica dell’Università, all’epoca tenuta dal prof. Luigi Russo, organizza un convegno internazionale, “La Fantascienza e la Critica”, al quale partecipa il Gotha della Science Fiction italiana. Purtroppo, questa lodevole iniziativa rimane isolata e un intero decennio, gli anni ’80, trascorre senza particolari novità di rilievo, a parte l’impegno di Gian Filippo Pizzo come autore di buoni racconti. Ma molto bolle in pentola e una nuova generazione si affaccia alla ribalta della fantascienza nazionale.


la copertina della raccolta dei testi del Convegno internazionale di Palermo del 1978, edita da Feltrinelli

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Il 1992 vede l’affermazione del messinese Francesco Grasso che si aggiudica il Premio Urania con il romanzo Ai due lati del muro. Nello stesso anno un palermitano ventiduenne, Mariano Equizzi, inizia le riprese di un mediometraggio, Syrena, che completerà solo nel 1998. Successivamente dirige alcuni corti molto interessanti come AgentZ e Ginevra Report, quest’ultimo vincitore del Premio Italia. Un agguerrito gruppo di suoi giovani concittadini, nel 1994, dà alle stampe la fanzine Terminus: Emiliano Farinella, Alessandro Borroni, Maurizio Clausie Emanuele Manco. La pubblicazione ha vita breve e conclude il suo ciclo dopo pochi numeri, ma il segno rimane. A Catania, nello stesso periodo, nasce ZAP, fanzine dedicata in primis al fumetto ma molto attenta alla fantascienza. Ne sono animatori Bruno Caporlingua e Nando Messina. La pubblicazione, sia pure in forma aperiodica, dura fino alla fine degli anni ’90. Nel 2000 Francesco Grasso si ripete aggiudicandosi il Premio Urania con 2038: la rivolta. Il nuovo millennio comincia con una nuova iniziativa: il catanese Claudio Chillemi e chi scrive distribuiscono il numero zero (ovvero di prova) di Fondazione, fanzine generalista di fantascienza. Affiancati da un gruppetto di appassionati della Sicilia orientale, cui si aggiunge il collezionista palermitano Emilio Di Gristina, iniziano un’avventura che dura da quindici anni. Fino ad oggi, Fondazione Science Fiction Magazine (nome abbreviato in FSFM) ha vinto cinque Premi Italia ed ha ospitato sulle sue pagine i più bei nomi della fantascienza internazionale.


il numero ventinove della fanzine Fondazione Science Fiction Magazine

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Gli anni successivi vedono i siciliani tra i protagonisti del fantastico italiano. Mariano Equizzi nel 2004 dirige il mediometraggio R.A.C.H.E., trasposizione cinematografica del racconto O Gorica tu sei maledetta di Valerio Evangelisti. Emanuele Manco diventa curatore del seguitissimo portale Fantasymagazine.it mentre Gian Filippo Pizzo si afferma come autorevole saggista. La catanese Rosaria Leonardi viene eletta segretaria della World SF Italia(l’associazione nazionale degli operatori della fantascienza) e la sua concittadina Cinzia Di Mauro si segnala come promettente autrice. Un altro etneo, Francesco Spadaro, diventa uno dei principali punti di riferimento del fandom italiano di Star Trek. I racconti di Claudio Chillemi e del lentinese Fabio Centamore vengono pubblicati negli Stati Uniti. Infine, la redazione di FSCM organizza nel 2010 la prima Aetnacon, convention siciliana del fantastico che, con scadenza annuale, è ormai giunta alla sesta edizione.


le locandine delle edizioni del 2010 e del 2022 dell'Aetnacon

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Attualmente la Sicilia può essere considerata a buon diritto uno dei terreni fertili della fantascienza italiana alla quale continua a dare molti attivi e influenti protagonisti.



Viaggio al centro della terra, Jules Verne, 1864

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“Oltre la roccia abbattuta, esisteva un abisso”
Viaggio al centro della Terra è la mirabolante spedizione nelle viscere del mondo intrapresa dal professor Otto Lidenbrock, scienziato noto in tutta la Germania, dal nipote Axel e da Hans, la guida che li accompagnerà per l’intera durata dell’avventura. All’origine di tutto quanto, la scoperta da parte dello scienziato di una vecchia pergamena in cui, in linguaggio cifrato, venivano fornite precise indicazioni per raggiungere il centro della Terra attraverso l’entrata posta in un vulcano islandese. Le avventure che il gruppo vive per arrivare al cuore del pianeta sono straordinarie e non a caso al libro arriderà una tale fama da renderlo fin da subito uno dei più letti di Jules Verne. Una storia destinata ad accendere la fantasia dei suoi contemporanei, anche per merito delle splendide incisioni di Édouard Riou, che accompagnavano le prime edizioni del volume, qui riprodotte. Il libro si è guadagnato un posto di rilievo anche tra i romanzi del cosiddetto ciclo “alla scoperta del mondo perduto”. Ma anche negli anni a noi più vicini è diventato uno dei testi di riferimento del “genere steampunk”. Da questo romanzo sono stati tratti innumerevoli film, serie televisive e videogame.




Le avventure di Ettore Servadac, Jules Verne, 1877

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Si tratta di un’avvincente avventura dove i protagonisti, inizialmente ignari dell’inspiegabile fenomeno che li vede coinvolti, intraprendono un viaggio esplorativo per il Mediterraneo per capire cosa sia accaduto: tutto è cambiato intorno a loro, i punti di riferimento geografici non corrispondono più! Dopo parecchie domande e diverse ipotesi capiscono di non trovarsi più sulla Terra. Ecco che il viaggio diventa spaziale! Una cometa, infatti, dopo un “leggero” urto con la Terra, ne ha portato via con sé un pezzetto con a bordo 37 persone.
Tra queste, il capitano Ettore Servadac e il burbero e distratto professor Palmyrin Rosette, il quale deciderà di chiamare la sua cometa Gallia e assumerà il compito di scrutare col suo telescopio i corpi celesti incrociati durante quel viaggio interplanetario, per calcolarne orbite, misure e distanze.
Questi casuali viaggiatori devono stabilire la traiettoria di Gallia, capire di quali materiali è fatta, quale la sua densità, il suo peso, la sua temperatura. Dati fondamentali per sapere se, quando e dove la cometa avrebbe nuovamente incrociato l’orbita terrestre! I calcoli elaborati dal professore sembrano esatti finché…




Il dottor Cymbalus, Luigi Capuana, 1887

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Luigi Capuana interpreta il mistero; analizza l’essere umano, polemizzando sull’assenza di coesione sociale. Il suo metodo verista viene elaborato con la volontà di fare emergere realtà primigenie. Uno studio impassibile di un documento di vita, di un caso umano. Il protagonista, inventore di un metodo in grado di eliminare qualsiasi tipo di sofferenza, riflette nella sua pratica, quella dello scrittore naturalista: egli è in grado di osservare clinicamente, con atteggiamento puramente scientifico il paziente, senza lasciar affiorare il minimo trasporto, così come l’autore, con i personaggi che animano le sue opere. Al dottore interessa decifrare i moti interiori che muovono l’uomo a compromettere equilibri personali e sociali. E così lo scrittore naturalista, che scruta, interpreta, studia, analizza. Tesi, antitesi e sintesi. Una vicenda amaramente autobiografica: lo stesso autore è vittima della violenza delle convenzioni. Innamorato di una domestica analfabeta, Giuseppina Sansone, non può godere di tale unione: che scandalo deriverebbe da un matrimonio fra i due! Simili con simili, ordina la legge sociale. Uno scritto quasi di denuncia ad una mentalità gretta.




Nell'isola degli automi, Luigi Capuana, 1900

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Nino, naufrago su un'isola sconosciuta, si mette subito alla ricerca del padre, ma il mondo che ben presto scoprirà va oltre la sua più fervida immaginazione.
Una storia breve di Luigi Capuana sugli automi e i robot che si colloca all’incrocio tra la letteratura per ragazzi e la science fiction. In queste pagine, solo apparentemente disimpegnate, Capuana mostra di rimanere a una cauta distanza dal mito dell’uomo-macchina di larga circolazione a inizio Novecento; qui egli sembra guardare con preoccupata diffidenza al sopravvento del «meccanico», così come alla possibilità di una scienza che non si mette al servizio dell’umano.




La nube purpurea, Matthew Phipps Shiel, 1901

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Un vapore mortale – dall'inquietante luce purpurea e dall'inebriante profumo di fiori di pesco – spazza il mondo e annienta tutte le creature viventi. Rimane un unico uomo, Adam Jeffson, medico, reduce da una missione esplorativa nell'Artico. Come un Robinson Crusoe apocalittico, Adam inizia la sua epopea per la sopravvivenza. Ma, a differenza di Robinson, non è relegato su un'isola: a sua disposizione ha l'intero pianeta, un mondo silenzioso e devastato. E se l'eroe di Defoe faceva ricorso a tutte le più sottili doti del raziocinio e dell'intelligenza, Adam sprofonda invece nella follia, passando per i deliri e le allucinazioni della solitudine più profonda. Tuttavia una lucidità visionaria si fa lentamente strada nella sua mente, ed egli diventa infine consapevole che la sua sopravvivenza non è casuale e che il suo destino – e quello della razza umana – fa parte di un piano più vasto. Pubblicato agli albori del Ventesimo secolo, "La nube purpurea" è riconosciuto come uno dei grandi capolavori della fantascienza: un grandioso racconto emblematico dei più sinistri incubi novecenteschi, ma anche un'epica vicenda di rovina e rinascita, fine e principio.




La nuova colonia – Mito con Prologo e tre atti, Luigi Pirandello, 1928

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Il mito in tre atti fu rappresentato per la prima volta, con protagonista Marta Abba, al Teatro Argentina di Roma nel marzo del ’28. La trama figurava già come testo teatrale di Silvia Roncella, la scrittrice protagonista del romanzo Suo marito, pubblicato da Pirandello nel 1911.
Un gruppo di diseredati, relitti della società, decide di lasciare la città per fondare, su un’isola vulcanica disabitata, una comunità più libera e più giusta senza costrizioni né privilegi.
Alla guida di questa miserevole accolita di derelitti sì pone Currao, al cui fianco è La Spera, una prostituta redenta dalla maternità.
L’esperimento, che pur in un apparente successo iniziale contiene smagliature e tensioni, si sfalda completamente quando sull’isola, sospinto dal desiderio di novità e sicuro di potervi immettere i germi dell’egoismo e della brama dell’avere, sbarca Padron Nodo con denaro e donne. Il ruolo di La Spera a questo punto scade di nuovo a quello di una prostituta che tutti possono avere, mentre Currao, il capo dell’ordine alternativo, allettato dal matrimonio con Mita, la figlia di Padron Nodo, soggiace alla vecchia logica. Il pessimismo politico-sociale sembra non lasciare spiragli; una rivolta, sia pure animata da purezza e da desiderio di giustizia, è fatalmente votata allo scacco. Il reticolato di interessi e di egoismi attanaglierà qualsiasi tentativo, spuntandone le armi non con lo scontro diretto, ma con la strisciante corru­zione.
Currao e Mita, per essere una coppia perfetta, hanno bisogno di un figlio; un erede già bello e pronto è il figlio illegittimo che Currao ha avuto da La Spera; basterà prenderlo e inserirlo nella legittimità del matrimonio. La Spera non lo permette; è disposta a proteggere questo legame fino al limite estremo del sacrificio. Le forze della natura sono con lei e si ribellano a que­sto sacrilegio, scatenandosi in un terremoto che ringoia l’isola, lasciando viva solo La Spera con il figlio. Il vincolo della maternità è sacro, di una sa­cralità inattaccabile e indistruttibile perché dettata direttamente dalla natura.



Il sentiero delle ombre, Eugenio Prandi, 1933

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Narra della straordinaria invenzione di uno scienziato italiano, grazie alla quale è possibile moltiplicare all'infinito le risorse intellettuali dell'essere umano, il che fa sì che sia possibile viaggiare con la mente indietro nel tempo, oltre il remoto passato dell'umanità.




L’astro lebbroso, Franco Enna (Franco Cannarozzo), 1955

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Tra i pochi autori italiani inseriti nella collana “Urania”, Franco Enna è considerato uno dei maestri della letteratura di genere. Sceneggiatore, drammaturgo e scrittore, Enna ha firmato alcune delle pagine più originali del dopoguerra, prime fra tutte quelle dedicate al Commissario Sartori, un poliziotto siciliano disincantato e sensuale che anticipa le vicende di Montalbano. Ma Enna è stato anche uno dei più importanti narratori di fantascienza del dopoguerra. Ne L’astro lebbroso, grande classico della letteratura italiana di fantascienza, un terribile virus sta uccidendo una pattuglia di rivoltosi terrestri che hanno il loro quartier generale su Saturno. Intendono organizzare un attacco contro i marziani e i seleniti, ma non hanno fatto i conti con questa misteriosa malattia. Un’astronave parte dalla Terra  per fermare i loro propositi criminali e neutralizzare il devastante effetto dell’epidemia. Ma qualcuno, confuso con gli altri occupanti del K-21 Wash, lavora per il nemico. Dopo una serie di colpi di scena, l’equipaggio atterra su Saturno. E ad aspettarli c’è un inaspettato colpo di scena…




Il signore della folgore, Armando Silvestri, 1955

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romanzo ambientato a Palermo, la cui trama prende l' abbrivio da un testo giovanile dell' autore palermitano, intitolato "Il rapitore della Folgore" e pubblicato sul "Giornale illustrato dei Viaggi" il 6 dicembre del 1925. In esso Silvestri raccontava il tentativo di isolare l' elettricità, fatto da uno scienziato italiano, e del furto di tale scoperta, da parte di un tedesco; trasposizione drammatica del duello per la paternità della scoperta.




I condannati di Messina, Ben Bova, 1971

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Il governo mondiale ha preso la grave decisione di esiliare gli scienziati più importanti della Terra dal pianeta. Il loro lavoro viene considerato troppo pericoloso per l’umanità, perciò, è stato deciso di inviarli su una stazione spaziale dove non potranno interferire con la società.
Questa la descrizione del libro sul sito della casa editrice: «Farà piacere ai nostri lettori siciliani sapere che in un futuro più o meno lontano Messina è destinata a diventare sede del super governo mondiale. La città, certo, non sarà più la stessa. Torri e palazzi fantascientifici domineranno lo stretto; uomini dotati d’immenso potere e carichi d’immense responsabilità guarderanno pensosi verso la Calabria; e celebri scienziati di tutto il mondo si ritroveranno, sbigottiti, a Messina, trasportati qui con le buone e con le cattive insieme alle loro famiglie. Una gravissima decisione è stata presa al più alto livello: ancora una volta la scienza sta per mettere in pericolo mortale non solo la società ma l’umanità stessa. E la scienza deve essere messa in condizioni di non nuocere. L’ordine spietato (o pietoso?), necessario (o criminale?) partirà da Messina».




Ai due lati del muro, Francesco Grasso, 1992

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Siete soli, disarmati, e vi hanno picchiato. Quando riprendete i sensi, vi trovate in una cella buia, umida, in compagnia di un vecchio che è in carcere da una vita. La prospettiva è: rassegnarsi a languire nella prigione più sicura che sia mai stata costruita al mondo o progettare l'evasione. Ma nessuno è mai fuggito da quel carcere speciale, nessuno sa cosa si nasconda dall'altra parte del muro. E tuttavia voi tentate, come chi non ha nulla da perdere e, forse, nulla da guadagnare. Ma vi aspettano grosse sorprese, sviluppi assolutamente imprevedibili: la realtà si fa agghiacciante... Questo romanzo, vincitore del Premio URANIA, fonde mirabilmente suspense e nuove frontiere della tecnologia, ricordandoci l'amara lezione americana del cyberpunk.




2038: La rivolta, Francesco Grasso, 2000

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Questa non è solo la storia di una rivolta. È una cronaca del prossimo secolo e comincia oggi in una città carica di dinamite, Napoli. Poi l'azione si proietta nel futuro con il suo misterioso protagonista, un uomo mascherato che si fa chiamare con un nome anacronistico, impossibile.
"""-Perché porti la maschera? - gli chiesi. Lui smise subito di sorridere. - Vuoi davvero saperlo? - Oh, sì - l'assicurai. Non sapevo perché avesse deciso di fidarsi di me, una giornalista sconosciuta e ficcanaso, piombata senza preavviso nel suo rifugio a tempestarlo di domande... Avrebbe potuto gettarmi sul letto, strapparmi i vestiti di dosso e violentarmi, far scomparire il mio corpo e mantenere così inviolati i suoi segreti. Ma, dentro di me, sapevo che non lo avrebbe fatto. - La mia maschera è un simbolo, non un nascondiglio - proseguì. - Il mio viso non ha importanza. È il viso della gente, del popolo, di ogni abitante di questa città... - Chi sei tu, dunque? - chiesi. - Come dobbiamo chiamarti? - E me lo chiedi? Io sono Masaniello."""
Da In cerca di Masaniello, saggio ipertestuale di Lara Mastrantuono, gennaio 2040.




Anna, Niccolò Ammaniti, 2015

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In una Sicilia diventata un'immensa rovina, una tredicenne cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un'isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono più, dovrà inventarne di nuove. Con "Anna" Niccolò Ammaniti ha scritto il suo romanzo più struggente. Una luce che si accende nel buio e allarga il suo raggio per rivelare le incertezze, gli slanci del cuore e la potenza incontrollabile della vita. Perché, come scopre Anna, la "vita non ci appartiene, ci attraversa".




Il nemico, Emanuele Manco, 2021

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Il nemico è un pezzente, un immigrato indesiderato e un po' patetico. Il nemico è un essere sconosciuto, incomprensibile e inutile. Il nemico va isolato, cacciato… a dirla tutta, va eliminato. Peccato che non sia così semplice. Dallo scrittore e saggista Emanuele Manco, una fantascienza militare attuale, problematica e, purtroppo, più vicina a noi di quanto vorremmo ammettere.




Trinacria Station, a cura di Gian Filippo Rizzo,  2022

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La tradizione della fantascienza in Sicilia ha solide basi e ricchissime espressioni, che attraversano le generazioni e le province. Dai racconti fantascientifici di Luigi Capuana alle prime esperienze di fanzine, a Palermo con Astralia – proprio curata da Gian Filippo Pizzo – e Intercom fino alla più recente, catanese Fondazione SF. In questa antologia Gian Filippo Pizzo ha raccolto testi di quasi tutti i più riconosciuti autori dell'isola, residenti o emigrati. Ne viene fuori in quadro variegato che testimonia la ricchezza e la vitalità di un genere non sempre facile ma sempre affascinante.




Distopia vs utopia. Quattordici racconti dell'Italia che verrà, a cura di Valeria Barbera,  Delos Digital, 2022

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Quattordici racconti dell'Italia che verrà. Come sarà l'Italia di domani? Peggiore o migliore di quella attuale? Una cosa è certa: siamo in bilico da troppo tempo e ora dobbiamo decidere alla svelta. Potremmo dare libero sfogo ai più bassi istinti e annegare in una società da incubo, un inferno persino peggiore degli scenari pessimisti prospettati dai futurologi. Oppure potremmo evolverci e donare ai nostri discendenti un'Italia diversa, della quale essere soltanto fieri. Quali conseguenze scaturiranno dalle nostre azioni? Ce lo svelano i racconti che state per leggere. Schierati in fan del lato oscuro e inguaribili ottimisti, gli autori di questa antologia hanno dato forma alle realtà potenziali che occhieggiano fra le pieghe del presente per mostrarci le loro visioni del futuro. Tecnologia, lavoro, scuola, politica, sanità, ambiente, cultura. I temi classici della fantascienza sono affrontati con lo sguardo di chi li traspone nel contesto del nostro Paese. Il risultato è un affresco terrificante e meraviglioso, un arcobaleno di luci e ombre. Un mosaico di storie nelle quali i protagonisti sono gli Italiani, nel bene e nel male.




Wohpe, Salvatore Sanfilippo, 2022

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Fine del XXI secolo. L'intelligenza artificiale forte è vietata da vent'anni, ma ora i cambiamenti climatici sono inarrestabili, la civiltà in pericolo. Asako e Michel, due esperti di intelligenza artificiale, fanno gli ultimi controlli prima dell'avvio del progetto Wohpe: l'enorme rete neurale a cui porre le domande decisive. Sarà la salvezza o la fine di tutto.




Hurricane, Noemi Privitera, 2022

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Il governo mondiale ha preso la grave decisione di esiliare gli scienziati più importanti della Terra dal pianeta. Il loro lavoro viene considerato troppo pericoloso per l’umanità, perciò, è stato deciso di inviarli su una stazione spaziale dove non potranno interferire con la società. Una storia di rivalsa, d’amore, di riscatto, che vede come protagonista la giovane Arianne. Un percorso non solo di avventura, ma umano, in cui la protagonista, alla fine, scopre che per cambiare le cose è necessario cambiare, innanzitutto, se stessi.




Diamanti, Mauro Bennici, 2023

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Una Sicilia futura e distopica, un arzillo nonno che custodisce la memoria di un mondo antico… un mondo in cui la natura non era stata avvelenata e gli esseri umani conservavano un rapporto di simbiosi con essa. Ma è davvero tutto perduto? O c’è qualcosa che il Nonno sa e che cambierebbe tutte le carte in tavola? Qual è la reale identità dell’anziano protagonista di questa storia? Un racconto spiritoso e malinconico ambientato in una delle terre più belle d’Italia.



“Il libro è una cosa: lo si può mettere su un tavolo e guardarlo soltanto, ma se lo apri e leggi diventa un mondo.”

(Leonardo Sciascia)





(dal web)

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Et si omnes, ego non
A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio
La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli
Stupidi si nasce, ma ridicoli ci si diventa
Wenn meine Großmutter Räder hätte, wäre sie ein Fahrrad
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