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'U Mauru, ovvero quando la Trinacria incontra il Sol Levante Empty 'U Mauru, ovvero quando la Trinacria incontra il Sol Levante

Sab 3 Dic 2022 - 14:34

'U Mauru, ovvero quando la Trinacria incontra il Sol Levante



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Noi siciliani in fatto di arte culinaria non siamo sicuramente secondi a nessuno, specialmente quando recuperiamo dei piatti della più antica tradizione della nostra terra. Uno di questi piatti è in realtà un'insalata alquanto particolare che la tendenza al rinnovamento ha riportato sulle tavole di alcune trattorie della Sicilia Orientale, nel rispetto di quella massima gattopardiana che accompagna quasi qutidianamente la vita dei siciliani: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».
Si tratta di un’alga rossa appartenente alla specie "Chondrachantus teedei": il "Mauro", un'erba marina (in Sicilia le alghe si chiamano così) dai lunghi filamenti callosi, un'alga commestibile, che fino a qualche decennio fa cresceva spontaneamente lungo le coste laviche catanesi e della Sicilia orientale, specialmente nei punti di convergenza tra l’acqua salata e quella dolce delle fonti sottomarine. ma che adesso è quasi scomparsa a causa dell'inquinamento; infatti per svilupparsi ha bisogno di acque limpide.
Un tempo, girovagando per i mercati ittici di questa parte di terra sicula, al pari dello street food odierno, la si poteva assaggiare nelle bancarelle improvvisate lungo la strada, a crudo, condita solo con olio e limone.

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L’origine do mauru è antica, povera e nobile al tempo stesso. I catanesi erano soliti raccogliere ‘u mauru dal fondale non profondo e consumarlo proprio sulla riva, insaporendolo solo con una spremuta di limone. U Mauru, all’epoca, era un piatto poverissimo e molto spesso si vendeva nei chioschi della città. I catanesi si fermavano al chiosco, lo condivano con olio e limone e lo gustavano insieme ad un seltz limone e sale. Un’usanza culinaria che era tradizione catanese doc! Se si parla con gli anziani della città dicono che "co mauru si sciacquava a ucca!"

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La ricetta dell’alga rossa mangiata dai catanesi

La ricetta tipica catanese è molto semplice.
Ingredienti per quattro persone: comprate 800 grammi di mauro; due limoni; un buon olio extra vergine d’oliva; pepe. Come si prepara: mettete u mauru in un recipiente senza lavarlo. Conditelo con olio, limone e pepe. Poi mescolate con cura e lasciate riposare la vostra insalata marina per dieci minuti. A questo punto, la vostra insalata al profumo di mauru è pronta.

Dove trovare u mauru
Negli ultimi vent’anni degli anni ’90, però, inizia a circolare la convinzione che le buonissime alghe rosse della Sicilia Orientale racchiudevano tutto lo sporco del mare. Ed, invece, una delle cose che ridusse il germogliare del mauru fu proprio l’inquinamento dei nostri mari. Così si perse questa abitudine e del mauru non si ebbe quasi più traccia.
Oggi ritrovarlo nelle pescherie è complicato. Sono i pescatori dei piccoli porticcioli (tipo quello di Ognina) a rubare al mare ancora oggi questa preziosa alga rossa. Una vaschetta da 100 grammi costa più o meno tre euro. Ben 30 euro al chilo, ma vale per la memoria.
U mauru nella nostra epoca è diventato un piatto gourmet, che viene servito nei ristoranti a 5 stelle e di cui la popolazione giovane delle nostre città non sa nulla. Alcune piantagioni artificiali si trovano addirittura nel mare della Toscana.


(dal web)
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