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Le terme della Rotonda (CT)
Gio 9 Feb 2023 - 17:19
Le Terme della Rotonda
Il complesso della Rotonda conserva testimonianze archeologiche e monumentali di primaria importanza per la ricostruzione della storia della città.
Il complesso termale delle Terme della Rotonda è ubicato a nord del Teatro romano, nei pressi della parte alta della collina Montevergine, acropoli della città antica. La struttura risale al I-II secolo d.C. e conobbe poi un periodo di monumentalizzazione in epoca tardo imperiale, ovvero intorno al III secolo d.C. Si tratta di uno dei pochi edifici che resistette alla furia del terremoto del 1693. Più avanti però venne in parte danneggiato dai bombardamenti aerei nel corso della Seconda Guerra Mondiale; tuttavia oggi nel complesso termale sono visibili diversi conduttori dell’acqua, calidari e frigidari; i tepidari invece, sembrano essere stati costruiti in una seconda fase, intorno al III secolo.
Il soprannome “La Rotonda” trae origine dalla conformazione strutturale della chiesa e, in particolare, da una poderosa copertura a forma di cupola che si scorge sull’edificio principale. Per tale ragione, non a caso, fu denominata anche “Pantheon”. Nel XVIII secolo, infatti, alcuni intellettuali dell’epoca erano soliti paragonarla al celebre Pantheon di Roma. Tuttavia, ben presto tale ipotesi venne severamente confutata. A tal proposito, merita esplicita menzione la teoria avanzata dal principe Ignazio Biscari, amante dell’arte, della letteratura e soprattutto dell’archeologia. Fu proprio lui a dedurre che la struttura fosse una stazione termale di fattura romana.
Di lì a poco, inoltre, essa divenne oggetto di fervido interesse da parte degli studiosi. Rimasta invariata fino al VI secolo, risulta essere composta da un vasto complesso che racchiude aree quadrangolari e circolari interconnesse tra loro.
Secondo altre interpretazioni, però, la costruzione potrebbe essere stata edificata su un “fabbricato termale” che si attribuisce al periodo ellenistico. Trattasi di una congettura che si fonda sull’individuazione di alcuni reperti ascrivibili all’età greca. Ad ogni modo, intorno al VI secolo, le terme furono radicalmente modificate sotto la sovranità dei bizantini.
L’edificio principale presenta una pianta circolare sormontata da una cupola: qui, attraverso le opere di scavo, sono state inoltre rinvenute otto vasche di marmo. La grande cupola, sorretta da possenti contrafforti e posta su un ambiente quadrato, ha fatto sì che al complesso venisse dato il nome di Rotonda. Ma in seguito ad opere di scavo più recenti è emerso che il complesso si estendeva per un’area molto più vasta e sono stati individuati ben nove ambienti. L’impianto termale rimase inattivo per oltre due secoli e durante il periodo bizantino (intorno al VII secolo d.C.) divenne sede di una chiesa, dedicata a Santa Maria della Rotonda, e dunque la struttura venne utilizzata per scopi liturgici. Per la chiesa vennero utilizzati i materiali recuperati dalle rovine. Qui sorse anche un’ampia area cimiteriale rimasta attiva fino al XVI secolo. L’adattamento dell’edificio a chiesa cristiana si identifica nella presenza di esedre nell’altare maggiore e nelle cappelle. Questo ambiente si caratterizza per una pianta quadrangolare e due accessi, uno a sud con un portale in calcare risalente al Cinquecento, ed uno ad ovest caratterizzato da un portale in pietra lavica risalente al Duecento. Attraverso le opere di scavo sono stati rinvenuti degli affreschi raffiguranti immagini sacre; molti sono andati perduti, altri invece sono ancora visibili, tra questi quelli dei vescovi San Leone e San Nicola, San Gregorio il Taumaturgo e la Madonna con Gesù Bambino. Anche nel presbiterio si sono conservati degli affreschi: tra questi si riconoscono l’Annunciazione, la Natività. La maggior parte di questi affreschi sono di età normanna e sveva, databili tra il XII e XIII secolo. Ma attraverso i diversi dati raccolti si è sviluppata una nuova ipotesi, ovvero che la Rotonda sia un edificio costruito dopo il VII secolo con l’obiettivo di realizzare un edificio di culto cristiano. Il vano circolare, infatti, sembra essere un elemento alquanto distante dallo sviluppo planimetrico delle precedenti terme romane. Difatti, l’edificio circolare con cupola ripropone le caratteristiche del sepolcro della Vergine a Gerusalemme.
Di grande pregio anche l’iscrizione latina posta alla base della cupola, che recita: “Ciò che la pietà dei Catanesi aveva eretto all’inutile superstiziosa venerazione di tutti gli dèi, questo stesso, tolto l’errore della falsa religione negli stessi primordi della nascente fede San Pietro Principe degli Apostoli, consacrò nell’anno di grazia 44 a Dio Ottimo Massimo e alla sua genitrice ancora vivente nell’anno II di Claudio Imperatore".
Negli anni 2004-2008, un intervento di scavi e di restauro finanziato dalla Comunità europea ha permesso il recupero alla pubblica fruizione. Ciò nonostante l'apertura al pubblico è stata limitata dalla scarsità dei fondi e di personale. Nel 2016 è stato nuovamente reso accessibile per merito dell’iniziativa promossa dall’ "Associazione Etna ‘ngeniousa".
Il complesso termale delle Terme della Rotonda è ubicato a nord del Teatro romano, nei pressi della parte alta della collina Montevergine, acropoli della città antica. La struttura risale al I-II secolo d.C. e conobbe poi un periodo di monumentalizzazione in epoca tardo imperiale, ovvero intorno al III secolo d.C. Si tratta di uno dei pochi edifici che resistette alla furia del terremoto del 1693. Più avanti però venne in parte danneggiato dai bombardamenti aerei nel corso della Seconda Guerra Mondiale; tuttavia oggi nel complesso termale sono visibili diversi conduttori dell’acqua, calidari e frigidari; i tepidari invece, sembrano essere stati costruiti in una seconda fase, intorno al III secolo.
Il soprannome “La Rotonda” trae origine dalla conformazione strutturale della chiesa e, in particolare, da una poderosa copertura a forma di cupola che si scorge sull’edificio principale. Per tale ragione, non a caso, fu denominata anche “Pantheon”. Nel XVIII secolo, infatti, alcuni intellettuali dell’epoca erano soliti paragonarla al celebre Pantheon di Roma. Tuttavia, ben presto tale ipotesi venne severamente confutata. A tal proposito, merita esplicita menzione la teoria avanzata dal principe Ignazio Biscari, amante dell’arte, della letteratura e soprattutto dell’archeologia. Fu proprio lui a dedurre che la struttura fosse una stazione termale di fattura romana.
Di lì a poco, inoltre, essa divenne oggetto di fervido interesse da parte degli studiosi. Rimasta invariata fino al VI secolo, risulta essere composta da un vasto complesso che racchiude aree quadrangolari e circolari interconnesse tra loro.
Secondo altre interpretazioni, però, la costruzione potrebbe essere stata edificata su un “fabbricato termale” che si attribuisce al periodo ellenistico. Trattasi di una congettura che si fonda sull’individuazione di alcuni reperti ascrivibili all’età greca. Ad ogni modo, intorno al VI secolo, le terme furono radicalmente modificate sotto la sovranità dei bizantini.
L’edificio principale presenta una pianta circolare sormontata da una cupola: qui, attraverso le opere di scavo, sono state inoltre rinvenute otto vasche di marmo. La grande cupola, sorretta da possenti contrafforti e posta su un ambiente quadrato, ha fatto sì che al complesso venisse dato il nome di Rotonda. Ma in seguito ad opere di scavo più recenti è emerso che il complesso si estendeva per un’area molto più vasta e sono stati individuati ben nove ambienti. L’impianto termale rimase inattivo per oltre due secoli e durante il periodo bizantino (intorno al VII secolo d.C.) divenne sede di una chiesa, dedicata a Santa Maria della Rotonda, e dunque la struttura venne utilizzata per scopi liturgici. Per la chiesa vennero utilizzati i materiali recuperati dalle rovine. Qui sorse anche un’ampia area cimiteriale rimasta attiva fino al XVI secolo. L’adattamento dell’edificio a chiesa cristiana si identifica nella presenza di esedre nell’altare maggiore e nelle cappelle. Questo ambiente si caratterizza per una pianta quadrangolare e due accessi, uno a sud con un portale in calcare risalente al Cinquecento, ed uno ad ovest caratterizzato da un portale in pietra lavica risalente al Duecento. Attraverso le opere di scavo sono stati rinvenuti degli affreschi raffiguranti immagini sacre; molti sono andati perduti, altri invece sono ancora visibili, tra questi quelli dei vescovi San Leone e San Nicola, San Gregorio il Taumaturgo e la Madonna con Gesù Bambino. Anche nel presbiterio si sono conservati degli affreschi: tra questi si riconoscono l’Annunciazione, la Natività. La maggior parte di questi affreschi sono di età normanna e sveva, databili tra il XII e XIII secolo. Ma attraverso i diversi dati raccolti si è sviluppata una nuova ipotesi, ovvero che la Rotonda sia un edificio costruito dopo il VII secolo con l’obiettivo di realizzare un edificio di culto cristiano. Il vano circolare, infatti, sembra essere un elemento alquanto distante dallo sviluppo planimetrico delle precedenti terme romane. Difatti, l’edificio circolare con cupola ripropone le caratteristiche del sepolcro della Vergine a Gerusalemme.
Di grande pregio anche l’iscrizione latina posta alla base della cupola, che recita: “Ciò che la pietà dei Catanesi aveva eretto all’inutile superstiziosa venerazione di tutti gli dèi, questo stesso, tolto l’errore della falsa religione negli stessi primordi della nascente fede San Pietro Principe degli Apostoli, consacrò nell’anno di grazia 44 a Dio Ottimo Massimo e alla sua genitrice ancora vivente nell’anno II di Claudio Imperatore".
Negli anni 2004-2008, un intervento di scavi e di restauro finanziato dalla Comunità europea ha permesso il recupero alla pubblica fruizione. Ciò nonostante l'apertura al pubblico è stata limitata dalla scarsità dei fondi e di personale. Nel 2016 è stato nuovamente reso accessibile per merito dell’iniziativa promossa dall’ "Associazione Etna ‘ngeniousa".
Fonti: balarm.it, parchiarcheologici.regione.sicilia.it, turismoct.myhostingweb.com
Fotografie: web
Filmato youtube di Salvo Puccio
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Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi.
(Michel Houellebecq)
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