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L’ultimo caffè liberty di Sicilia Empty L’ultimo caffè liberty di Sicilia

Lun 27 Mar 2023 - 18:02
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“Il caffè Galante era un vero cenacolo. Era una sorta di Pedrocchi o di Florian nostrano (…) con i suoi tavolinetti dal ripiano di marmo di Carrara leggiadramente sostenuto da tralicci floreali in ferro battuto, le poltroncine di legno nero sobriamente avvolgenti, i lampadari dalla luce soffusa come abat-jour e le grandi specchiere alle pareti…”.
Così scriveva il professore Michele Angelo Mancuso nel volume “Una lontananza di anni luce”, ricostruendo atmosfere sofisticate e rammentando i personaggi che animavano quello straordinario “salotto letterario” di Patti (Me).
Il caffè Galante è l’ultimo caffè storico siciliano che conserva ancora gli arredi liberty degli anni ’20: nel piccolo e accogliente locale tutto è rimasto identico a quando l’attività commerciale è stata inaugurata nel 1929, al civico 15 di Via Regina Margherita.


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Fino al 1992 venne gestito dalla famiglia Galante, che ne è ancora proprietaria, e sin dall'apertura fu un'apprezzata, e per questo frequentata, caffetteria, pasticceria e gelateria in cui era possibile gustare i rinomati prodotti tipici della gelateria e della pasticceria locali (tra cui i celebrati gelati e le granite, i ricercati ed esclusivi pasticciotti di carne e i cardinali).
Giuseppe Galante, il proprietario, fece realizzare quasi cento anni fa, dalle migliori maestranze cittadine, i tavolini in ferro battuto, la boiserie bianca, gli infissi in legno con semplici intarsi, le vetrinette, il lampadario a più bracci, il comodo bancone dove servire i clienti e sul fondo della parete la grande scaffalatura per i liquori, i bicchieri, piattini e tazzine.
Diversi anni dopo il locale si era spostato di qualche metro, nella stessa strada, ma più sopra, e i proprietari lo avevano dotato di arredi e decori in stile liberty.


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In realtà la fondazione della ditta Galante, che produceva specialità di pasticceria, è ancora più antica, risale al 1901: Peppino Galante, cuoco mistrettese, aveva sposato Giovanna Manfrè, che proveniva da una famiglia di "pignatari" pattesi.
Da ragazza, Giovanna aveva imparato l’arte di far dolci aiutando le suore del monastero di clausura di Santa Chiara. Grazie alle ricette delle monache i coniugi Galante avevano potuto avviare un forno e poi nel 1918, nei locali di fronte al forno, avevano aperto il primo caffè, al numero 17.
Diversi anni dopo il locale si era spostato di qualche metro, nella stessa strada, ma più sopra, e i proprietari lo avevano dotato di arredi e decori in stile liberty.


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L’inaugurazione del "nuovo" caffè dei Galante fu un importante avvenimento per tutta la città di Patti: il maestro Tindaro Panissidi compose persino un’ode, nel 1929, per celebrare il “nuovo magnifico caffè”.
Eccone alcuni versi: "A voi, o caro Don Peppin Galante, instancabile e buon lavoratore…A voi che co’ squisiti pasticciotti, solleticate tanto e tanto il gusto dei distinti paesani signorotti innalzeremo un dì un mezzo busto. A voi che, dell’està, ne’ l’ore afose, rinfrescate con splendidi gelati, con granite, cassate ed altre cose la bocca arsa degl’innamorati... ".
Alle pareti del caffè oggi fanno bella mostra di sé alcuni ritratti dei fondatori e un diploma incorniciato, che riporta la data del 28 Ottobre 1927 e che attesta che i pasticciotti di carne e i cardinali erano specialità tipiche della ditta Giuseppe Galante e figli.
I pasticciotti e i cardinali nascono tra le mura del monastero di Santa Chiara di Patti: le monache vi rimasero per quasi cinquecento anni, fino al 1891, quando a causa delle leggi eversive il monastero venne soppresso.
Le suore accoglievano spesso in convento alcune giovinette pattesi, che in tal modo ebbero l’opportunità di apprendere la preparazione di molti dolci e di tramandare in famiglia le antiche ricette della pasticceria conventuale. I cardinali sono dolci di pasta frolla, dalla forma allungata, ripieni di mandorla tritata; i pasticciotti, dalla forma tondeggiante sono dolcetti di pasta frolla (pasta tenera) ripieni di carne bovina tritata e di mandorle.
Sia i cardinali che i pasticciotti vengono ricoperti di zucchero a velo e poi vengono decorati in cima con un po’di zucchero cristallino di colore rosso. Il periodo d’oro del Caffè Galante abbraccia circa un ventennio: dalla fine degli anni Venti alla seconda guerra mondiale.


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Divenne da subito luogo d'incontro eletto dagli intellettuali del posto che vi fondarono un giornale, "Vita Nostra", che oltre alla cronaca locale, ospitò tra le proprie pagine le poesie del premio Nobel per la letteratura (nel 1959) Salvatore Quasimodo, che pure frequentò il Caffè Galante, ospite degli amici pattesi della "lieve brigata" di "Vento a Tindari" (una delle sue liriche più celebri), e di Vann'Antò, poeta ed esponente del Futurismo siciliano, nonché i saggi di estetica del celebre umanista e giurista Salvatore Pugliatti, anch'essi amici fraterni di Quasimodo e parte della "lieve brigata" (Pugliatti fu anche uno dei più influenti mentori del Nobel Salvatore Quasimodo). Fu frequentato anche dal drammaturgo Beniamino Joppolo, che fu tra i padri dello Spazialismo, di cui Lucio Fontana fu l'esponente più autorevole e, alla fine degli anni sessanta, dal giovane filosofo Salvatore Natoli.


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Dal 2005, dopo avverse vicende, il Caffè Galante è chiuso e viene aperto, dal 2008, solo per ospitare occasionalmente eventi socio-culturali (comunque più di un centinaio in questi dieci anni) che hanno visto il passaggio di molti personaggi autorevoli, tra cui citiamo, Alberto Cottica, ex musicista dei Modena City Ramblers, economista, autore del saggio Wikicrazia e fondatore della prima comunità italiana che si occupi di open data e trasparenza, Fabio Fornasari, architetto museale, coprogettista, insieme ad Italo Rota, del Museo del Novecento di Milano, Antonio Presti, mecenate e fondatore del parco d'arte contemporanea Fiumara d'Arte, Antonio Calabrò, scrittore e giornalista, attuale direttore della Fondazione Pirelli, Melo Freni, anch'egli famoso e apprezzato scrittore e giornalista, e molti altri ancora. Caffè Galante è stato negli ultimi dieci anni anche luogo di sperimentazioni innovative nel campo del digitale (con i primi collegamenti in streaming, già nel 2008, sulla rete internet e l'utilizzo degli ambienti virtuali tridimensionali), dell'attivismo civico (a favore dell'ambiente, della tutela del patrimonio culturale, della trasparenza in campo politico e amministrativo), della diffusione degli open data (prima summer school in Sicilia, nel 2015, e sede di uno dei raduni della comunità regionale Open Data Sicilia, nel 2017), della promozione dell'imprenditorialità tra i giovani creativi (sede in Italia del primo Kublai in Campo, nel 2013, organizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico).


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A gestire il caffè, dopo il signor Giuseppe Galante, fu il figlio Carmelo (1909–1996) che già ad 8 anni aveva cominciato ad aiutare il padre nell’attività di famiglia.
Nel locale si avvicendavano tanti clienti: al mattino arrivavano gli avvocati (il tribunale era poco distante) per sorbire il caffè espresso, che a quei tempi era nel circondario una rarità; mentre gli intellettuali, erano soliti arrivare alle 17 per andare via verso le 20; infine i facoltosi commercianti della zona, si presentavano dopo cena e trascorrevano le serate giocando al “tocco” e bevendo birra.
Tutti indistintamente si deliziavano con i dolci: non solo pasticciotti e cardinali, ma pure friciuletti, zuccarati, cuddureddi, ossa di morto, biscotti Umberto, cannoli, cassate, poncio al rum e all’arancia (molto richiesto soprattutto per i matrimoni), gelati al gelsomino e alla rosa e il famoso “riso di Paradiso”.
Dal 31 Dicembre 1992 il bar e la pasticceria del caffè Galante purtroppo non sono più attivi, ma il caffè rimane un punto di riferimento per la cultura pattese, grazie all’impegno profuso in questi anni da Antonino Galante (nipote del fondatore Giuseppe), che è riuscito a mantenere aperto il locale come luogo della memoria, come caffè letterario e come centro culturale.
Il 25 Novembre 2016 si è costituito il Comitato Pro Caffè Galante: obiettivo del Comitato è testimoniare con forza l’amore per il Caffè Galante, nella necessità di difenderne il valore e di salvaguardarne l’esistenza, per le sue caratteristiche storico culturali. Il caffè Galante, secondo alcune ricerche svolte dal proprietario, potrebbe infatti essere l’ultimo caffè in stile liberty rimasto in Sicilia.
Forse esistono altri caffè storici, anche più antichi, ma nessuno è riuscito a mantenere gli arredi liberty fino ai giorni nostri. A Caltanissetta c’era il caffè romano, aperto nello stesso periodo del caffè Galante, ma è stato sacrificato e trasformato in un negozio d’abbigliamento.
Il sogno del signor Antonino e di tanti cittadini di Patti rimane comunque quello di far rinascere il caffè Galante quale ritrovo di prelibatezze, tornando a produrre con le antiche ricette i dolci della tradizione pattese. L’attività dolciaria, che potrebbe attrarre visitatori e turisti, si inserirebbe inoltre in un progetto più vasto, di rinascita e valorizzazione del centro storico di Patti.

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Fonti: balarm.it, fondoambiente.it

Fotografie: web

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Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi.
(Michel Houellebecq)
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