Caravaggio, il messinese
Gio 2 Mar 2023 - 10:55
Credo che poche persone nella nostra Penisola (e forse anche qui in Sicilia), siano a conoscenza del fatto che la città dello Stretto ospita, all’interno del proprio Museo Regionale (MuMe), due capolavori di quel Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, che proprio a Messina trascorse un breve periodo di permanenza nel corso della sua turbolenta esistenza: "La resurrezione di Lazzaro" e "L’adorazione dei pastori".
Il passaggio di Caravaggio a Messina è documentato tra il 1608 e il 1609. Dopo la perigliosa fuga dall’isola di Malta ed un primo periodo passato a Siracusa, Caravaggio - fuggiasco con una condanna per omicidio che gli pendeva sopra la testa - si trasferisce nella città dello Stretto. Qui il priore dell’Ordine di Malta è Antonio Martelli, fiorentino, legato a Casa Medici ed in rapporti con il cardinal del Monte (ambasciatore dei Medici a Roma) antico protettore dell’artista. I due si conoscevano bene come dimostra il ritratto di Martelli del Caravaggio oggi a Palazzo Pitti.
Non è dato sapere chi abbia garantito al Merisi la necessaria protezione in questa città, se proprio il Martelli o fra’ Bonaventura Secusio, vescovo di Messina fino al 10 giugno 1609, a sua volta in rapporti stretti con il cardinale Alessandro de’ Medici (1535-1605), poi papa con il nome di Leone XI. Resta il fatto che quando prima Secusio e subito dopo Martelli lasciano Messina, Caravaggio si trasferisce a sua volta a Palermo.
Come già detto, l’artista lombardo, nel 1609 dipinse proprio a Messina una delle rappresentazioni più suggestive della Natività: “L’adorazione dei pastori”, realizzata su commissione del Senato cittadino per essere destinata alla chiesa dei Padri Cappuccini. Vanto del Museo Regionale di Messina, al cui interno è custodita tutt’oggi, rappresenta una delle opere più importanti dell’autore stesso e può considerarsi tra le raffigurazioni più pregnanti del Merisi stesso, che qui realizza e concentra, alla fine della propria esistenza, quella che è stata l’esperienza di una vita travagliata, dando vita a una concezione della Natività innovativa, moderna, caratterizzata da un taglio di luce straordinario che rende unico questo capolavoro.
Di contro, La resurrezione di Lazzaro, commissionata dal mercante genovese (residente a Messina) Giovanni Battista de’ Lazzari per la locale chiesa dei Padri Crociferi, è un’opera che – sebbene dipinta in un momento psicologicamente difficile – mostra la grande maturità raggiunta dal Caravaggio. È una scena straordinariamente convulsa. Caravaggio la sceglie, probabilmente, per assonanza con il cognome dei committenti e da una grande prova di saper ritrarre le emozioni più diverse. In questa tela vi è, come sempre, la capacità di trovare un’unica, originalissima, chiave d’interpretazione del tema: basta guardare la Resurrezione di Lazzaro di Rubens per capire la differenza.
Per chi volesse avere ulteriori informazioni sulle due opere del Caravaggio e sul MuMe, di seguito il link:
(dal web)due vedute esterne del Museo Regionale di Messina (MuMe)
la sala del MuMe ove sono custodite le due tele del Caravaggio
Il passaggio di Caravaggio a Messina è documentato tra il 1608 e il 1609. Dopo la perigliosa fuga dall’isola di Malta ed un primo periodo passato a Siracusa, Caravaggio - fuggiasco con una condanna per omicidio che gli pendeva sopra la testa - si trasferisce nella città dello Stretto. Qui il priore dell’Ordine di Malta è Antonio Martelli, fiorentino, legato a Casa Medici ed in rapporti con il cardinal del Monte (ambasciatore dei Medici a Roma) antico protettore dell’artista. I due si conoscevano bene come dimostra il ritratto di Martelli del Caravaggio oggi a Palazzo Pitti.
il ritratto che il Caravaggio fece ad Antonio Martelli, oggi custodito a Palazzo Pitti
Non è dato sapere chi abbia garantito al Merisi la necessaria protezione in questa città, se proprio il Martelli o fra’ Bonaventura Secusio, vescovo di Messina fino al 10 giugno 1609, a sua volta in rapporti stretti con il cardinale Alessandro de’ Medici (1535-1605), poi papa con il nome di Leone XI. Resta il fatto che quando prima Secusio e subito dopo Martelli lasciano Messina, Caravaggio si trasferisce a sua volta a Palermo.
ritratto di fra' Bonaventura Secusio
Come già detto, l’artista lombardo, nel 1609 dipinse proprio a Messina una delle rappresentazioni più suggestive della Natività: “L’adorazione dei pastori”, realizzata su commissione del Senato cittadino per essere destinata alla chiesa dei Padri Cappuccini. Vanto del Museo Regionale di Messina, al cui interno è custodita tutt’oggi, rappresenta una delle opere più importanti dell’autore stesso e può considerarsi tra le raffigurazioni più pregnanti del Merisi stesso, che qui realizza e concentra, alla fine della propria esistenza, quella che è stata l’esperienza di una vita travagliata, dando vita a una concezione della Natività innovativa, moderna, caratterizzata da un taglio di luce straordinario che rende unico questo capolavoro.
L'adorazione dei pastori
Di contro, La resurrezione di Lazzaro, commissionata dal mercante genovese (residente a Messina) Giovanni Battista de’ Lazzari per la locale chiesa dei Padri Crociferi, è un’opera che – sebbene dipinta in un momento psicologicamente difficile – mostra la grande maturità raggiunta dal Caravaggio. È una scena straordinariamente convulsa. Caravaggio la sceglie, probabilmente, per assonanza con il cognome dei committenti e da una grande prova di saper ritrarre le emozioni più diverse. In questa tela vi è, come sempre, la capacità di trovare un’unica, originalissima, chiave d’interpretazione del tema: basta guardare la Resurrezione di Lazzaro di Rubens per capire la differenza.
La resurrezione di Lazzaro, nella versione del Caravaggio...
...ed in quella di Rubens
Per chi volesse avere ulteriori informazioni sulle due opere del Caravaggio e sul MuMe, di seguito il link:
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