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La Sicilia che canta - William Manera Empty La Sicilia che canta - William Manera

Mar 13 Dic 2022 - 16:52

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William Manera nasce a Sant'Agata di Militello (Me). Finito il liceo si trasferisce a Bologna e si laurea al Dams con una tesi sull'album Revolver dei The Beatles. Intensa e prolifica la sua attività live: ironico, dissacrante e coinvolgente, ha calcato palchi in lungo e in largo per l'Italia. Non mancano premi e menzioni speciali come il premio della critica al Premio Lucio Dalla, in più è stato ospite del Club Tenco in due occasioni, l'ultima delle quali aprendo a Sergio Cammariere. Ha partecipato a diverse rassegne come il Barezzi Festival aprendo a Brunori Sas. Degni di nota il Primo Maggio in Piazza Maggiore a Bologna e il Salotto Cantautori di Roma.
Nel 2011 pubblica il suo primo singolo "Libero" e la lavorazione del videoclip incuriosisce il programma MTV News che produce uno speciale di cinque puntate dal titolo "I qualcosisti".
Il 29 giugno del 2012, giorno del suo trentesimo compleanno esce il suo disco d'esordio, “I Miei Omaggi”, un album di 10 tracce che suscita da subito un notevole interesse sia di pubblico sia di critica.

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Nel 2016 esce "Avete Fatto In Tempo". Le dieci canzoni che danno vita all’album tracciano un viaggio tra temi della vita quotidiana, tra cui l’amore, ma toccano anche problematiche più profonde come l’abbandono e il rapporto con la società.

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Nel 2020 rilascia il singolo piano e voce "Sei partito presto", dedicato al padre scomparso al quale l'artista era molto legato.

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e adesso qualche brano per conoscerlo meglio



Dopo il tramonto
Dal lungomare dopo il tramonto c’è un panorama eccezionale
C’è qualche barca arroccata in battigia, c’è la mia spiaggia c’è pure il mio mare
Sole a ponente poi luna a levante poi la Chiesa Madre col suo campanile
Illuminato d’un giallo mostarda come il castello e palazzo Gentile
C’è chi rimane al proprio posto e chi sa già che dovrà ripartire
C’è chi è venuto una volta soltanto per poi tornare negli anni a venire
Sul lungomare in pieno agosto degustazione di pesce locale
Fritto in padella poi fuochi sull’acqua dopo il pianobar.

Dal lungomare dopo il tramonto noti le insegne dei ristoranti
Noti la gente vestita per festa, gli uomini dietro e le donne davanti
Luci del porto dopo il tramonto e schiere di barche a galla sul mare
Mentre chi esce si gode l’estate esagerando talvolta col bere
Tutte le sere e per tutte le strade viavai di facce incrociate qua e la
Figli di amici e compagni di scuola visi di tutte le razze ed età
Sul lungomare in pieno agosto alla chiusura di tutti i locali
Passa chi spazza e ritorna la luce nella mia città.

E dimmi tu di dove sei? Sei qui da tanto? E dove stai?
E dimmi poi cosa ci fai seduto al fresco del piano di Rizzo
Guardando l’arco in fondo a via Roma
con quella faccia da mezzo brigante e da mezzo clochard.

Dal lungomare dopo il tramonto l’uomo saliva lungo via Zito
Con il suo passo veloce e pulito ma percorrendola tutta a zigzag
Dalla via Medici a via San Giuseppe lui salutava ogni buon uomo
E per raggiungere via Campidoglio passava prima per piazza Duomo
Sul lungomare dopo il tramonto l’uomo c’è stato e con umiltà
Tornando a casa ha già dato la luce a questa città.





Lo Stretto di Messina
La madonnina del porto di Messina è sempre sveglia è sempre luminosa
E quando passano i turisti sui traghetti fanno le foto
E l’arancina sullo stretto di Messina tutta oleosa saporita e profumata
Che nelle mani unte e grasse di una suora è ancor più buona

Ho visto piangere dal porto di Messina una ragazza spenta in abito da sera
Mentre il traghetto allontanava le sue figlie nelle braccia dell’aurora
E quelle lacrime bagnavano anche Villa la fronte ruvida e la croce in bella vista
Di un uomo scuro che dal molo dei binari fa viaggiare in acqua i treni
E fa viaggiare in acqua i treni.

La brezza estiva dello stretto di Messina ha visto i Mille e Garibaldi sulla sella
Ha visto i morti, troppi, urla e la miseria del dopoguerra
E le correnti dello stretto di Messina non hanno logica si scontrano tra loro
E s'innamorano dei venti e delle barche che non sanno dove andare

Ma quando arrivi sul traghetto per Messina con la valigia piena di dialetti e fogli
con gli occhi vispi e concentrati all'orizzonte e nessun tarlo per la mente
E ti ritrovi in mezzo a tanti sconosciuti che se ci pensi in fondo li conosci tutti
Se son distratti, attenti, allegri, o tristi e assorti
Se sono ansiosi, spenti, accesi oppure morti
Se sono deboli, minuti o alti e forti
Sembra di conoscer tutti
E ti lecchi pure i baffi sullo stretto di Messina

Quella mattina sullo stretto di Messina la madonnina benediva ogni mezz'ora
E quella donna tra le lacrime diceva voglio rivederle ancora voglio rivederle ancora
Io voglio rivederle ancora voglio rivederle ora





Sei partito presto
Lavati le mani col sapone prima di mangiare
copriti che fuori è freddo no papà c'è tanto sole
portami con te a comprare il pesce insegnami a non farmi
più fregare dalla gente quei cattivi e la patente
voglio prenderla perché voglio guidare come te

Mi dicevi futtitinni se qualcosa andava storto
guarda pa' cos'è successo dimmi tu io resto zitto
portami però il castello Lego e qualche soldatino
e ridi c'è Fantozzi alla Tv mangio un cioccolatino
al latte e poi sto lì con te voglio ridere con te

Mi guardavi e ti giravi a letto
vecchio no non t'ho mai visto
invecchiavo solo io mio malgrado
questa volta sei partito presto
quando ricomincia tutto
quando ricomincia

Mi farò trovare preparato comprerò un bastone
ti farò invecchiare molto prima ti darò un nipote
per giocarci mentre viene sera e saltellare in strada
per potergli dire di fidarsi di suo padre e se
non c'è nessuno come te non c'è nessuno come quelle

Donne ai come quando fuori piove
Ogni tanto una canzone
La migliore era Champagne e cantavi
Di un ricordo da gettare via
Non è questa l'allegria che desideravi

E sai che ancora oggi
mi lavo le mani col sapone prima di mangiare
mi copro per bene quando esco contro il raffreddore
so ammucchiare le cartacce quelle buone da bruciare
lo sbiadirsi dei colori le sentenze dei dottori

Le ascoltavi e ti giravi a letto
vecchio no non t'ho mai visto
invecchiavo solo io mio malgrado
questa volta sei partito presto
quando ricomincia tutto
quando ricomincerà
ti aspetto qua
aspettami là
ti aspetto qua
aspettami.





(dal web)
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