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Sicilia che canta : Franco Battiato Empty Sicilia che canta : Franco Battiato

Mar 13 Dic 2022 - 18:11

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Franco Battiato, all'anagrafe Francesco Battiato (Ionia, 23 marzo 1945 – Milo, 18 maggio 2021), è stato un cantautore, compositore e regista italiano.

L'artista ha fatto parlare di sé per il grande numero di stili che ha approfondito e combinato tra loro in modo eclettico e personale: dopo l'iniziale fase pop degli anni sessanta, è passato al rock progressivo e all'avanguardia colta nel decennio seguente. Successivamente, è ritornato sui passi della musica leggera approfondendo anche la canzone d'autore. Fra gli altri stili in cui si è cimentato vi sono la musica etnica, quella elettronica e l'opera lirica. Lungo la sua carriera, in cui ha ottenuto un vistoso successo di pubblico e critica, si è avvalso dell'aiuto di numerosi collaboratori fra cui il violinista Giusto Pio e il filosofo Manlio Sgalambro (coautore di molti suoi brani). I suoi testi riflettono i suoi interessi, fra cui l'esoterismo, la teoretica filosofica, la mistica sufi (in particolare tramite l'influenza di G.I. Gurdjieff) e la meditazione orientale. Il musicista si è anche cimentato in altri campi come la pittura e il cinema. È uno tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con tre Targhe e un Premio Tenco.

Tra novembre 2012 e marzo 2013 ha portato avanti una brevissima esperienza in qualità di assessore al turismo della Regione Siciliana nella giunta di centrosinistra del presidente Rosario Crocetta dichiarando di non voler ricevere alcun compenso.

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Franco Battiato, all’anagrafe Francesco Battiato, nasce a Jonia (comune che durante il fascismo riuniva le amministrazioni di Giarre e Riposto) in provincia di Catania il 23 marzo del 1945. Dopo la maturità al Liceo Scientifico “Archimede” di Acireale, si trasferisce a Milano. Tra gavetta e primi contratti discografici, si esibisce con il compaesano Gregorio Alicata con il nome “Gli Ambulanti” e conosce Giorgio Gaber con il quale stringe una sincera amicizia. Nel 1967 Gaber conduce il programma televisivo Diamoci del tu con Caterina Caselli. Nel corso di una puntata, oltre a Franco Battiato, si esibisce un altro cantautore ancora sconosciuto ai più: Francesco Guccini. In questa occasione Gaber propone a Battiato di cambiare il nome da Francesco a Franco per non confondersi con Guccini. Battiato nel frattempo pubblica alcuni 45 giri, ma non ottiene grossi successi. Le canzoni (scritte da altri), di influenza beat, parlano d’amore, non si discostano per originalità dal tessuto musicale dell’epoca.

“nel 1969 arrivò lo shock: ero sul palco di Un Disco per l’Estate e sentii una voce dentro me che mi urlò: “Buttati sull’elettronica!”

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Così, Franco Battiato abbandona il formato canzone e rompe ogni contatto che lo lega a quel mondo discografico. Si interessa al sufismo e alla musica elettronica. Dopo Fetus, continua la sua opera di rottura con Pollution del 1972. Una perla indiscussa del panorama rock sperimentale. Franco Battiato inizia ad aprire i concerti di artisti internazionali come Brian Eno, Nico e John Cale. Nel 1973 è la volta di Sulle Corde di Aries, massima espressione di sperimentazione, di ispirazione alla tradizione araba e di elettronica sincopata. Con Clic, del 1974, omaggia la musica di Karlheinz Stockhausen rinnovandosi ulteriormente. Il disco si compone di brani strumentali in chiave elettronica sperimentale. Chiude con la Bla Bla e firma con la Ricordi, ma è con la Emi che avviene un ulteriore cambiamento. Nel 1979 esce L’era del Cinghiale bianco. Permane la tastiera e il sintetizzatore, ma di natura pop. Una commistione tra orecchiabilità e testi finissimi, ricchi di citazioni e meditazioni filosofiche difficilmente rintracciabili in altri artisti.

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Dopo Patriots del 1980, esce La voce del Padrone. C’è tutto: pop, accenni di punk, spruzzate di elettronica e perfino new wave. Un capolavoro dovuto anche e soprattutto alla preziosissima collaborazione di Giusto Pio, autore delle musiche insieme a Franco Battiato. C’è anche la critica sociale, le citazioni e una sagace vena di ironia. Scala le classifiche e convince anche la critica. Seguono la naturale continuazione de La voce del padrone i successivi album come L’arca di Noè, Orizzonti perduti e Mondi lontanissimi. Incide in lingua spagnola e si avvicina alla musica classica con Genesi (1986) e Fisiognomica (1988). Nel 1991 presso gli studi di Abbey Road registra Come un cammello in una grondaia e come non citare Povera Patria, sempre attuale invettiva sociale? Gilgamesh, 1992, che anticipa il Concerto di Baghdad, in cui Battiato si esibisce con l’Orchestra Nazionale Irachena. Nel ’93, torna in Italia con Caffè De La Paix, raggiante esempio di world music nel formato canzone.

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Nel 1993 avviene l’incontro con il filosofo Sgalambro e l’inizio di un sodalizio artistico e umano. Abbandonata la Emi, passa alla Polygram e nel ’96 esce L’imboscata. Chitarre elettriche e il sostanziale apporto dato da Manlio Sgalambro consacrano il disco come successo di critica e di pubblico (La Cura, ad esempio, è tuttora uno dei brani più amati). Seguono Gommalacca (1998), visionario e ardito e Fleurs (1999), delicato concept dedicato alle cover. Nel 2000 un ritorno all’avanguardia con Campi Magnetici. Ferro Battuto, 2001 e l’anno dopo Fleurs 3. Nel 2003 è la volta di Dieci Stratagemmi; Un soffio al cuore di natura elettrica, 2005. Nel 2007 Il vuoto e Fleurs 2 (2008). Il 2009 è l’anno di Inneres Auge e nel 2012 Apriti Sesamo. Nel 2013 Battiato incontra Antony Hegarty. Condividono un concerto all’arena di Verona dal quale viene tratto il doppio album live Del suo veloce volo. Il progetto Joe Patti’s Experimental Group del 2014, realizzato col sound engineer Pino “Pinaxa” Pischetola, somiglia ad un ritorno alla libertà della musica italiana degli anni ’70. Suggestioni che vogliono recuperare un’identità e quella voglia di evasione rintracciabile soltanto nella musica.

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Cantautore, ma anche compositore di colonne sonore, regista e pittore. Artista che non ha mai amato la mondanità preferendo il suo eremo siciliano di Milo, dove per altro come vicino di casa ebbe Lucio Dalla. La pittura di Battiato, celebra un’intima corrispondenza con i maestri sufi. Parla di esistenze ultraterrene, di asceti e di personaggi che hanno lasciato un segno nella sua vita artistica e personale. Per quanto riguarda il cinema, in un’accorata intervista rilasciata in esclusiva per La Voce del Ribelle, Battiato afferma che per lui «È un linguaggio con cui esprimere quello che mi interessa e ritengo importante, non diversamente dalla musica o dalla pittura…»

Oggi è mancato, lasciandoci un inestimabile patrimonio di cultura e bellezza. Grazie, te ne sei andato presto, troppo presto.

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Voglio vederti danzare





L'era del Cinghiale Bianco





La cura






Stranizza d'amuri





Fonti: wikipedia
Catania.italiani.it

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