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Il sito preistorico di Marcita di Sicilia  Empty Il sito preistorico di Marcita di Sicilia

Dom 26 Mar 2023 - 17:46
Il sito preistorico di Marcita di Sicilia  Qp61cX3


La Sicilia, una regione che offre ben 489 aree archeologiche. Nel profondo Sud e precisamente nel territorio castelvetranese, tra boschi, natura e fauna, un sito archeologico mostra i segni del tempo e ci riporta indietro all’età del bronzo.
L'area archeologica di Marcita rappresenta uno spaccato da vivere, osservare e custodire gelosamente tra le visite in ambito archeologico.
Sin dai primi scavi effettuati nel 1983 da Sebastiano Tusa, s’intuì che non fosse una ricerca semplice e nonostante i tentativi di trafugare i beni al suo interno, l’archeologo portò a termine una sessione di lavori e rinvenire parte dell’oggettistica poi trasferita presso il museo Archeologico Regionale Antonio Salinas di Palermo.


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Dai suoi studi abbiamo potuto apprendere che la zona abitata in due momenti diversi (o forse con continuità) presenta tracce delle civiltà definita del Bicchiere Campaniforme e tracce della cultura di Thapsos. Nel sito sono stati ritrovati numerosi bicchieri campaniformi (alcuni dipinti) ed un pettine d’avorio decorato. Questi reperti sono stati trovati sia tra le debole tracce del villaggio, sia all’interno delle tombe.
Il Tusa, oltre a fare un brevissimo cenno alle tracce del villaggio, descrive esclusivamente le tombe a grotticella a corridoio francese  (in una di esse sono stati trovati 100 cadaveri). Stranamente ha tralasciato di dire che in zona vi sono anche tombe rettangolari a fossa, cioè scavate perpendicolarmente nella roccia, ed un altro tipo di sepolture, che se riconosciute per tali, possiamo dire che sono eccezionali perché uniche in Sicilia.
Si tratta di tredici fossi rotondi scavati nella roccia del diametro di cm. 55 circa, profondi cm. 50-35 (foto 4-5-6). Distano tra loro mediamente cm. 60, estendendosi nel senso est-ovest per una lunghezza di metri 13,60. Sono perfettamente allineati e soltanto un paio sono più piccoli degli altri. 13 tombe circolari ,uniche in Sicilia.La zona presenta tracce della Cultura definita del "Bicchiere campaneiforme" cultura che dalla Sardegna, si diffuse soprattutto nella Sicilia occidentale , in particolare nella provincia di Trapani, considerata una delle zone più ricche ed interessanti della preistoria.


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Un’area interessata dagli insediamenti preistorici dove l'approvvigionamento idrico avveniva anche mediante pozzetti scavati nella calcarenite che favorivano l’emergere delle acque di contatto. L'ambiente è caratterizzato dalla presenza dei “magaggiari” nella bassa vegetazione dove prevalgono palme nane e giunchi ( adesso rientra nel bosco Marcita - Trinità).


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Per quanto riguarda la tomba A è quella meglio conservata. A pianta ovale dalle dimensioni di circa mt. 1,40*2,00. L’altezza di circa 1,40 metri.
Rispetto alla tipologia tradizionale, questa cella ha una conformazione anomala. Non rappresenta una sezione ogivale o piano-convessa.
La camera sepolcrale risulta, quindi, cilindrica. Potrebbe derivare dallo stato precario in cui versava la tomba stessa. Sia nella tomba A che B è presente un particolare non indifferente: il dromos (lungo corridoio).
Inoltre tre gradini intagliati nella roccia collegavano il piano esterno al dromos ed una soglia alquanto rilevata separava quest’ultimo dalla cella sepolcrale.


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La tomba B, nonostante i ripetuti tentativi di scasso con mezzi meccanici e una violazione subita, ha mantenuto intatte alcune caratteristiche. Di dimensioni maggiori e ovale con asse rivolto in senso Est-Ovest. Altezza di circa 1,70 metri.


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Invece la tomba C è stata l’unica inviolata e rinvenuta successivamente durante una ricerca topografica dell’intera area di Marcita. Non presenta infatti nessun accenno “monumentale”, cioè dotato di un dromos. Si apre lungo il fianco meridionale della vallecola e si trova di fronte alla tomba B.
L’ingresso è alquanto impreciso perchè scavato su un fianco obliquo in modo da creare una discesa disordinata verso la celletta funeraria. Scavata interamente nella calcarenite con asse maggiore orientato a senso Est-Ovest. Contraddistinta dall’elevato numero di scheletri (circa 100) presenti nonché l’assenza totale di corredo al suo interno.


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Si apre uno scenario impensabile che delinea un profondo collegamento con la regione sarda. In particolare, i due vasi polipodi rinvenuti nella necropoli siciliana trovano confronti con materiali simili trovati nelle grotte delle Volpi e di San Bartolomeo, nella Sardegna meridionale, mentre la ciotola carenata a fondo concavo, sempre da Marcita, è simile per aspetto formale e sintassi decorativa ad esemplari rinvenuti nella tomba campaniforme di Marinaru a Sassari.
A tali aspetti materiali è possibile, inoltre, aggiungere il già menzionato caso dell’architettura funeraria. Molte delle tombe infatti, presentano corridoi d’accesso alle camere sepolcrali costituite da tombe a grotticella, secondo una tradizione ben affermata.
Infine, va ricordata la stretta somiglianza di natura antropometrica esistente tra i tipi umani rinvenuti in diverse necropoli campaniformi sarde, calabre e in quelle siciliane. Dall'analisi di questi reperti, grazie ad una tecnica nota come hybridization capture, i ricercatori sono riusciti a isolare e sequenziare quantità di Dna sufficienti per l’identificazione del genoma mitocondriale di due individui.


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Marcita è un patrimonio collettivo che tutti dobbiamo preservare. Una crescita esponenziale che passa dalla conoscenza, lo studio e il rispetto nei confronti di una civiltà antica che ha contrassegnato una parte della storia del territorio castelvetranese.Sito,di grande bellezza anche dal punto di vista naturalistico, andrebbe salvaguardato e valorizzato.
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Fonti: balarm.it, fondoambiente.it, archeomedia.net

Fotografie: web

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